#Temoiltema2013: la redazione di Tagli svolge il tema storico-politico della Maturità 2013

TANTO MATURI… DA ESSERE MARCI

I giornalisti di Tagli  ritornano sui banchi di scuola e si cimentano con le tracce del tema di maturità 2013.

Ognuno ha scelto la sua preferita: il primo è stato Luca Romano, cimentatosi con l’argomento tecnico e scientifico. Ora Alessandro Porro dirime la questione storico-politica (ma anche filosofica) dell’assassionio del potenrte

2. TIPOLOGIA B, AMBITO STORICO-POLITICO

ARGOMENTO: omicidi politici.

Aldo-Moro

L’omicidio politico nella Storia

di Alessandro Porro

L’omicidio politico è un fil rouge nella storia dell’uomo. L’eliminazione di un avversario, di un oppositore politico visto come un pericoloso nemico che costituisce un ostacolo alla propria realizzazione, ha origini molto lontane. Il primo esempio che può venirci in mente è quello delle Idi di Marzo. Giulio Cesare venne assassinato da un gruppo di congiurati che miravano ad abbattere la tirannia. Presto, gli stessi romani, perfezionarono un altro tipo di omicidio politico, il suicidio d’onore. Ne fu vittima il filosofo Seneca cui Nerone, dopo la fallita congiura dei Pisoni contro di lui, ordinò di togliersi la vita. Seneca si tagliò allora le vene e si immerse in un bagno di acqua calda, salvando il proprio onore – valore di fondamentale importanza per i romani e soprattutto per i filosofi stoici, secondo cui per tutelare la propria integrità morale si doveva essere pronti anche all’extrema ratio del suicidio.

Schermata-2013-03-14-a-11.02.05Va sicuramente annoverato tra gli omicidi politici anche la condanna a morte dell’ultimo Gran Maestro dei Templari, Jacques De Molay e dei suoi cavalieri ad  opera di Filippo IV il Bello e per suggerimento di papa Clemente V. Dietro le accuse di eresia si nascondeva invece un altro motivo. I Templari avevano acquisito sempre più potere e, secondo alcune fonti, il re Filippo aveva chiesto diversi prestiti in denaro all’Ordine, finendo per diventare ricattabile.

Rimanendo in Francia fu un omicidio politico in piena regola anche quello di Enrico IV. L’autore della celebre frase “Parigi val bene una messa”, ugonotto convertito al cattolicesimo venne assassinato nel 1610 da Francois Ravaillac, un fanatico cattolico imbevuto di teorie sul legittimo tirannicidio. Qualcuno, ma gli storici non sono tutti concordi, ha anche avanzato l’ipotesi che Ravaillac fosse in realtà un emissario del Papa.

images (4)Venendo ad epoche più recenti ci sono stati omicidi politici che sono stati scaturigine di un evento bellico di portata internazionale come la Prima Guerra Mondiale. La storiografia considera l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, avvenuta a Sarajevo nel 1914 il casus belli che ha portato alla deflagrazione della Grande Guerra. Francesco Ferdinando e la moglie Sofia, in visita a Sarajevo nel giorno di San Vito, vennero colpiti a morte da Gavrilo Princip, giovane militante dell’organizzazione Mlada Bosnia che mirava ad unificare tutti gli slavi in un solo grande paese e a scrollarsi di dosso il giogo asburgico.

Diverso l’omicidio politico di cui si hanno molti esempi a cavallo tra le due guerre e anche durante la Seconda guerra mondiale. L’esempio più calzante è quello di Giacomo Matteotti. Il 10 giugno 1924, pochi giorni dopo aver pronunciato un discorso alla Camera con cui contestava il risultato delle elezioni e i brogli che avevano consegnato il paese al fascismo, Matteotti venne rapito e ucciso, il suo corpo venne rinvenuto mesi dopo nelle campagne romane. Mussolini e il Partito Fascista si liberavano così di uno scomodo avversario politico che avrebbe potuto ostacolare la definitiva conquista del paese. Il Duce dapprima negò che vi fosse un coinvolgimento del suo partito poi, il 3 gennaio 1925, parlando alla Camera si assunse la responsabilità politica dell’omicidio Matteotti.

Nella Germania nazista l’omicidio politico forse più celebre è quello di Ernst Rohm, capo delle SA, le famigerate camicie brune che costituirono il primo gruppo paramilitare del partito nazista. Rohm venne giustiziato dopo essere stato arrestato insieme ad altre camicie brune con l’accusa di voler ordire un colpo di stato ai danni di Hitler.

omicidio-john-fitzgerald-kennedy-Resta forse ancora oggi un mistero, almeno per quanto riguarda i mandanti, l’omicidio politico forse più importante del ‘900, quello del presidente Usa John Fitzgerald Kennedy. Kennedy venne assassinato il 22 novembre 1963 a Dallas dai colpi di arma da fuoco sparati dall’ex militare Lee Harvey Oswald, appostato ad una finestra. La commissione Warren, nominata per indagare sull’omicidio, non giunse mai a trovare il movente dando la stura alle teorie complottiste e cospirazioniste. Negli anni sono circolate svariate ipotesi, da quella di un assassinio organizzato dalla Cia, alla matrice neo-nazista e anche la mafia e le lobby giudaiche sono state additate come probabili responsabili dagli amanti delle teorie del complotto.

Altro mistero riguarda invece la nostra storia e l’uccisione di Aldo Moro avvenuta ad opera delle Brigate Rosse nel 1978. Presidente della Dc Moro pagò con tutta probabilità i suoi tentativi di compromesso con il Pci. Il 16 marzo del 1978 un commando delle Br uccise i cinque uomini di scorta e rapì Moro, trasferendolo in una casa di via Montalcini che sarebbe stata la sua prigione per quasi due mesi. Il 9 maggio le Brigate Rosse fecero salire Moro nel bagagliaio di una Renault 4, gli dissero di coprirsi con una coperta perché avrebbero voluto trasferirlo altrove ed invece gli scaricarono addosso 10 cartucce, lasciando poi l’auto in via Caetani, vicina tanto a Piazza del Gesù, sede della Dc quanto a via delle Botteghe Oscure, sede storica del Pci.

images (5)Come per Kennedy anche per Moro le circostanze della morte e del rapimento hanno alimentato le teorie del complotto. Una storia che nasconde perplessità e punti oscuri, ancora oggi non del tutto chiariti. Gli unici due che potevano essere a conoscenza dei fatti, Cossiga e Andreotti, si sono portati i segreti nella tomba. Secondo qualcuno le Br sarebbero state soltanto esecutori materiali di un omicidio che però aveva mandanti molto più importanti. Qualcuno ipotizza che dietro a tutto vi fosse la Cia e quindi il governo americano preoccupati da un’ascesa del Partito comunista. Negli ultimi anni si è avanzata l’ipotesi che Moro sia stato lasciato morire. Secondo alcune teorie la Banda della Magliana e il boss della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo sapevano dove si trovava il nascondiglio di Moro e cercarono di dirlo agli inquirenti ma senza successo. Sospetti aleggiano anche intorno al momento del rapimento avvenuto con una tattica “militare” che le Br non sarebbero state in grado di attuare. C’è poi il mistero delle foto scattate da un uomo che abitava nei pressi del luogo del rapimento. Foto consegnate agli inquirenti e poi sparite. Celebre anche l’episodio dell’allagamento dell’appartamento in cui era probabilmente tenuto il presidente della Dc. Quando vennero chiamati i pompieri e la polizia nessuno pensò di andare a vedere nell’appartamento che stava sopra a quello allagato, dove molto probabilmente avrebbero ritrovato Moro. Teorie, vere o presunte, che continueranno a circolare fino a che non si saprà la versione ufficiale sull’assassinio. Gli anni ’70 in Italia furono costellati da altri omicidi politici compiuti dalle Br, da Prima Linea e da altri gruppi eversivi che tinsero di rosso uno dei decenni più difficili della recente storia italiana.

Che si tratti di regicidio, tirannicidio, uccisione di un uomo politico di spicco o eliminazione di un avversario l’omicidio politico ci ha accompagnati nei secoli, spesso ha cambiato i destini della storia, altre volte ha rappresentato l’eliminazione di un simbolo più che di una persona e ridisegnato equilibri.

@alexxporro

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