Se ne è parlato per un sacco di tempo riferendosi alla Grecia o alla Spagna, a volte addirittura per l’Italia negli ultimi giorni di Berlusconi.
Ma cos’è questo default? Prima che ve lo chiediate: no, non c’entrano niente le impostazioni “di default” del pc o del telefono.
Così come per la “spending review”, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un concetto molto semplice espresso in inglese per allarmare di meno.
Infatti il default non è altro se non il “fallimento”.
Così come per una banalissima società o impresa, anche per uno Stato il fallimento implica l’impossibilità nel pagare i propri conti e una discreta figuraccia.
Infatti, il fallimento non è un termine economico senza conseguenze reali: ne sanno qualcosa gli argentini.
Il fallimento comporta: impossibilità di pagare dipendenti e servizi pubblici e anche, e forse soprattutto, prezzi alle stelle e l’impossibilità di pagare i debiti. Peccato che tra i principali creditori dell’Italia ci siano proprio i cittadini italiani, che negli anni hanno acquistato buoni e certificati del tesoro, per questa grossa fetta di nostri concittadini il fallimento implicherebbe la perdita dei risparmi di una vita.
Insomma, meglio non “fare default”.