Le mode e le sottoculture giovanili passano. La divisione del mondo sociale adolescenziale in “fighi e sfigati”, al contrario, esiste da decenni e non mi pare che dia segni di voler tramontare.
“Figo” e “sfigato” sono termini (piuttosto antipatici) che a molti è capitato di usare. Ma saremmo in grado di darne una definizione? Che cos’è esattamente “un figo”? E chi è, al contrario, “uno sfigato”? Proviamo ad arrivarci per gradi, attraverso riflessioni sparse.
- Non so se questi concetti esistano in altre culture; mi sembra verosimile immaginare che siano categorie mentali plausibili soltanto nelle società in cui l’apparenza e il credito sociale hanno un peso importante (società dell’immagine).
- L’importanza di accreditarsi come “figo” e, in parallelo, la necessità sociale di evitare l’etichetta infamante di “sfigato” sono massime durante l’adolescenza, per poi diventare via via meno rilevanti con il passare dell’età.
- I concetti di “figo” e di “sfigato” hanno, indirettamente, a che fare sia con la sessualità – o meglio con la capacità dell’individuo di attrarre, in senso lato, sessualmente – sia con la socialità – nel senso di capacità individuale di avere successo nelle relazioni sociali.
- Esiste un parallelo nel mondo animale: come in molte società animali sono gli individui alfa ad avere priorità sui beta nell’accoppiamento, così alle medie e per gran parte delle superiori i “fighi” riscuotono successo sociale e “sessuale”, al contrario degli “sfigati”.
- “Figo” e “sfigato” non sono concetti assoluti;: sono concetti relativi che dipendono dal gruppo di riferimento. Ogni individuo punta a essere considerato “figo” dal gruppo sociale (e quindi dal modello di immagine) al quale desidera appartenere. A far la differenza tra i rampolli delle fasce sociali più alte sono i vestiti costosi, nelle periferie gli atteggiamenti da duro, tra i punkabbestia (ma esistono ancora? 😀 ) l’esasperazione dei caratteri da punkabbestia e così via.
- Un “figo” ha un ulteriore vantaggio su uno “sfigato”: se il secondo prova ad appioppare a qualcun altro quello stesso titolo non riesce a fare alcun danno; se invece un “figo” chiama qualcuno “sfigato” in pubblico, lo marchia a fuoco.
Quindi, riassumendo: “figo” è chi, nei gruppi giovanili delle società dell’immagine, è considerato sessualmente attraente dagli individui del sesso opposto e il cui giudizio è temuto ed efficace (nel senso di capace di pilotare la popolarità) dagli individui del sesso cui appartiene.
Giulio Barbieri