In Francia voterei a occhi chiusi per uno Chirac, un Villepin, in Germania voterei Merkel sicuro. Mi piacevano molto Reagan e la Thatcher. La mia destra non esiste. È immaginaria. È la destra liberale. Cavour, Einaudi, De Gasperi, Montanelli. Tutti morti.
Marco Travaglio
L’idea di una destra unita e unificata era nata nel lontano 1992. L’allora politologo Domenico Fisichella, aveva lanciato la sua idea dalle colonne de Il Tempo: unire la destra, unire sotto un solo simbolo tutti coloro che non si riconoscevano nella sinistra. La DC era morta; il PSI, il PLI, il PRI pure, sotto i colpi dei magistrati di Milano. Morta anche la Prima Repubblica, schiacciata sotto il peso del sistema di bugie e corruzione che aveva creato. Pochi i “superstiti”, pochi i partiti rimasti “puliti”: MSI, PCI e Lega.
L’idea di Fisichella era di salvare tutti i naufraghi, non implicati in Mani Pulite, di questi partiti che non si riconoscevano nell’alleanza con gli ex-comunisti di Occhetto e di riunirli in una destra liberale, cattolica, repubblicana e missina. Cosa ne è rimasto di quel sogno? Di quella utopistica destra europea e moderna?
Ne è rimasto un partito che ha rinnegato in toto la sua natura. Ha tradito lo spirito di Fiuggi e ancor prima ha tradito i valori dell’MSI e di coloro che hanno creduto in una destra sociale, in una destra cattolica e in una destra liberale.
Che tutta la colpa sia solo di Silvio Berlusconi non è vero. Lui è il principale artefice di questo fallimento, ma la responsabilità va anche a coloro che a Berlusconi hanno teso la mano, a coloro che si sono fidati (ingenuamente o no) di lui.
A vent’anni di distanza questa destra, ora unita sotto il PDL, è tutto tranne che cattolica, liberale, repubblicana o missina. È populismo e qualunquismo puro. È personalismo portato all’estremo. Il PDL è l’incarnazione stessa di Berlusconi, è la sua creatura. Chi vota PDL non vota destra, vota Berlusconi, vota Dell’Utri, vota Confalonieri. Vota, anche secondo gli uomini di destra, le aberrazioni peggiori in tanti anni di storia repubblicana.
La destra che avrebbe dovuto crearsi a Fiuggi era una destra cattolica, giustizialista, liberale, repubblicana e democratica. Era una destra che credeva in Roma capitale e in un’Italia indivisibile, ideale incompatibile con qualunque alleanza con la Lega, il cui segretario fu accusato di vilipendio alla bandiera. Era la destra che mostrava i cappi in parlamento a coloro che avevano rubato, non la destrucola che festeggiava la fine del governo Prodi con la mortadella in aula, spettacolo penoso e rivoltante.
Una destra giustizialista perché credeva nell’ideale della Giustizia, come l’MSI che aveva sostenuto l’operato dei giudici di Mani Pulite, che aveva manifestato solidarietà a Di Pietro. Era la destra del giovane Paolo Borsellino, iscritto al FUAN nel 1959, e votato come Presidente della Repubblica dal gruppo parlamentare dell’MSI nel 1992: Borsellino diventerà eroe nazionale, martire per il più grande ideale per un uomo di destra: appunto la Giustizia.
Quella destra non è certamente il PDL, dove tra i suoi banchi in parlamento siedono gli avvocati che hanno difeso la mafia nel maxi-processo a fianco ad imputati di reati contro la proprietà, corrotti e collusi con la mafia. Doveva essere una destra cattolica, unita dai valori tradizionali del cattolicesimo: una destra sobria. Si è visto, l’effetto del nuovo mentore: due mogli, due divorzi, lo scandalo del bunga bunga e le minorenni. E Pierferdinando Casini: due matrimoni, un divorzio. E Gianfranco Fini: un matrimonio, un divorzio, ora una convivenza. Possono costoro rappresentare i valori cattolici della destra? Doveva essere una destra liberale, non di certo soggiogata al lobbismo delle caste che anima questa destrucola.
E ora chi ha creduto in questa destra si trova con il dilemma del voto. Un voto che arriverà presto, a febbraio 2013, grazie all’ennesimo coup de théatre dell’artefice del fallimento della destra. Chi rappresenta ora questi valori? Molti delusi di destra andranno a votare ancora PDL, sperando che questo cambi; altri “turandosi il naso” voteranno PD, perché almeno (si spera) loro sono onesti e coerenti; altri si lasceranno tentare e cavalcheranno l’ennesima crociata dell’Uomo Qualunque, Beppe Grillo – come se avessimo bisogno di un altro comico: uno ci è bastato, grazie; altri ancora, sempre a narici tappate, voteranno Terzo Polo o La Destra o Forza Nuova.
Ma la destra è purtroppo morta quando avrebbe dovuto nascere: Fiuggi non ha consegnato al Paese una destra migliore dell’MSI, una destra moderna. Ha consegnato l’Italia a Berlusconi e al suo qualunquismo.
Sono solidale con Travaglio quando dice che la sua destra non esiste. Nemmeno la mia: sono state spazzate via, uccise prima ancora di vedere la luce. Chiunque ha creduto o crede ancora negli ideali di destra, che siano essi liberali o missini o cattolici, non può fare a meno di riconoscere che questa destra in Italia non esiste: quella che doveva essere la destra che si rifaceva a Dante, Machiavelli, Cavour e che aveva come “eroi” Borsellino, Montanelli e tanti altri non c’è più. Forse non c’è mai stata.
Alessandro Sabatino