I cinque derby che resteranno nella storia (del Toro)

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È una partita che, per un tifoso granata, è importante quanto la stagione stessa: la sfida con i cugini a strisce bianconere. Ci sono derby che rimarranno sempre scolpiti nel cuore di un tifoso del Toro. Date indimenticabili, che rimangono sempre nella memoria, anche se non c’eri – perché non eri nato o perché eri comunque troppo piccolo per poter ricordare. Questo perché le imprese di quei ragazzi con la maglia granata sono tramandate da padre in figlio, da nonno a nipote.

 

27 OTTOBRE 1967: JUVENTUS-TORINO 0-4 – Non possiamo non partire lontani (ma non troppo): 22 ottobre 1967, Stadio Comunale. Derby davvero particolare per quel Torino allenato da Edmondo Fabbri: il 15 ottobre, appena sette giorni prima, Gigi Meroni era scomparso ad appena 24 anni, investito da una macchina sulle strisce in Corso Re Umberto.

 

 

Era un Toro con il cuore infranto perché la farfalla granata, eccentrica ed estrosa ala destra, aveva lasciato tutti con un incolmabile vuoto nel cuore. Per onorare la sua memoria i giocatori del Torino quel giorno si trasformarono in leoni, massacrando i cugini. Sembrava che Gigi giocasse insieme agli altri 11 suoi compagni. Nestor Combin, febbricitante, uno tra i più cari amici di Meroni, rifilò ben tre reti ai bianconeri (2 gol già nei primi 7’). L’ultimo sigillo alla gara lo mise Alberto Carelli, che portava sulle spalle il numero 7, quello che fu (e sarà sempre) della farfalla granata.

 

27 MARZO 1983: TORINO-JUVENTUS 3-2 – Anche il 27 marzo 1983 si giocò un derby che entrò nella storia granata a tutti gli effetti. Dino Zoff ricorda ancora quella partita come la “sconfitta più bruciante”. La Juve era una macchina da guerra straordinaria, imbottita di campioni: Paolo Rossi, Dino Zoff, Bettega, Tardelli, Scirea, Platini e Boniek solo per citare i più famosi.
Quel Torino invece non era più la squadra in grado di vincere lo scudetto del 1976: non c’erano più i gemelli del gol Pulici e Graziani, non c’erano più Claudio e Patrizio Sala, Eraldo Pecci e il “giaguaro” Castellini. Di quella formidabile formazione erano rimasti solo più Zaccarelli e Salvadori, per il resto in campo c’erano tantissimi giovani di belle speranze, molti dei quali cresciuti nel vivaio granata e in panchina un mostro sacro come Eugenio Bersellini.

 

La partita per i granata inizia in salita: dopo 15’ Rossi sfrutta una indecisione difensiva per bucare Terraneo, 1-0 per la Juve. Partita che si fa ancora più in salita per i granata quando al 20’ Boniek viene falciato in area da Zaccarelli e Platini fredda il numero uno granata dal dischetto. Da lì l’incredibile reazione granata, una reazione rabbiosa, una reazione da Toro, 5’ di pura estasi: prima Dossena batte con una potente incornata Zoff su spiovente di Galbiati dalla destra, poi un cross di Beruatto trova Bonesso in area bianconera che sempre di testa pareggia i conti e poi la ciliegina sulla torta: Van de Korput crossa dalla destra e Torrisi fa il 3-2 con una splendida sforbiciata al volo. La Juve, frastornata, non riesce più a reagire e il Torino vince quell’incredibile derby.

 

 

9 APRILE 1995: JUVENTUS TORINO 1-2 – Se quello del 1983 fu il derby della follia, quello del 9 aprile 1995 fu il derby della salvezza, o dell’orgoglio. Il Torino è in pesante crisi finanziaria e la stagione successiva (1995-96) finirà terzultimo, scendendo in serie B e iniziando un lungo calvario dal quale non è più riuscito ad uscire. Eppure solo qualche anno prima la squadra granata era arrivata in finale di Coppa UEFA e terza in campionato (1991-92) ed era riuscita a vincere una Coppa Italia (1992-93).
Ma i problemi economici avevano costretto la proprietà a smantellare quella squadra: via tutti i campioni (Lentini, Martin Vazquez, Casagrande, …). Nel calciomercato estivo del 1994-95 erano partiti giocatori straordinari come Annoni, Mussi, Sergio, Sordo, Fusi, Fortunato, Venturin, Vieri e Francescoli. E in quel derby gli unici due diamanti granata si chiamavano Abedì Pelé e Ruggero Rizzitelli, che a suon di gol avrebbero salvato il Torino e avrebbero, per l’ultima volta nella storia granata, portato una vittoria nel derby.

 

Infatti è proprio dal 9 aprile 1995 che il Toro non riesce a battere la Juventus. Una bellissima vittoria che inizia al 6’ con la rete di Rizzitelli che buca Peruzzi in uscita. La Juventus però ha un arma straordinaria, uno tra i più forti giocatori italiani di sempre: Roberto Baggio. Su punizione il Divin Codino pareggia anche grazie ad un tocco maldestro di Maltagliati. La Juve spinge con il suo trio d’attacco Baggio-Ravanelli-Del Piero per cercare di portarsi a casa l’incontro, ma al 33’ Jocelyn Angloma si beve la difesa Juventina, crossa preciso al centro dove Rizzitelli punisce Peruzzi per la seconda volta, questa volta di testa.

 

 

14 OTTOBRE 2001 – JUVENTUS-TORINO 3-3 – Gli ultimi due derby da ricordare sono storia relativamente recente: stagione 2001-2002, quando il Torino dopo tanti anni riassaporerà (anche se per poco) il sapore dell’Europa, grazie all’Intertoto. Il primo derby della stagione è quello del 14 ottobre 2001, giocato nella tana del lupo, lo Stadio delle Alpi. La Juve è quella che avrebbe vinto il 26° titolo: Buffon, Del Piero, Trezeguet e Nedved i suoi fenomeni. Il Torino era stato plasmato da un giovane allenatore torinese, Giancarlo Camolese, con Ferrante, Asta e Lucarelli i suoi punti di riferimento.

 

La partita per il Toro inizia malissimo: dopo 26’ è già 3-0 per la Juve grazie alla doppietta di “Pinturicchio” Del Piero e al gol di Tudor. Ma nel secondo tempo l’incredibile reazione granata: Lucarelli buca Buffon servito ottimamente da Ferrante subentrato all’evanescente Osmanovski. Al 25’ del secondo tempo Asta viene falciato nettamente da Thuram e Ferrante realizza il rigore del 3-2. Poi al 38’ il miracolo si compie: cross perfetto di Asta per Ferrante che colpisce di testa a colpo sicuro, miracolo di Buffon la cui corta respinta è preda di Maspero che spinge la palla in porta per il pareggio.

 

Dopo 4’ però il tifo granata gela: Delli Carri trattiene vistosamente Tudor e l’arbitro non può che concedere il penalty. Maspero “fa la buca” (ossia con lo scarpino scava – si narra – una fossetta all’altezza del dischetto) e Salas spedisce il rigore alle stelle. Il Toro può così festeggiare una incredibile rimonta.

 

 

 

24 FEBBRAIO 2002 – TORINO-JUVENTUS 2-2 – Il derby di ritorno non è meno emozionante: dopo 10’ Davids evita un avversario sulla fascia sinistra e crossa in mezzo dove Trezeguet anticipa tutti di testa e va a rete. Nel secondo tempo il Torino è più vivace e dopo 19’ dall’inizio del parziale, Ferrante approfitta di uno svarione difensivo di tutta la retroguardia juventina per battere Buffon con un bel tiro al volo.

 

Marco Ferrante

 

Ferrante esulta con due dita sulla testa, “facendo le corna”, mimando l’animale-simbolo dei granata. Al 35’ è Benoit Cauet, esperto centrocampista francese a battere Buffon con una conclusione ravvicinata grazie ad un perentorio inserimento in area avversaria: 2-1 per il Torino.

 

Ma la partita non è finita, Maresca su cross di Thuram stacca dal limite dell’area di rigore granata, strappando così i sogni granata per un ritorno alla vittoria nel derby della Mole. A mo’ di scherno, Maresca esulta con le corna mimando il gesto di Ferrante. Una terribile beffa per un Torino che avrebbe meritato quella vittoria che manca ancora dal 1995. Chissà che oggi non sia la volta buona…

 

Alessandro Sabatino

 

@twitTagli

 

 

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