La mitologia delle assemblee di condominio è già abbastanza affollata senza bisogno che ci si metta anche noi. Però ci sono delle situazioni (dentro e fuori dall’arena assembleare) che, oggettivamente, generano… piccole insofferenze.
- “Tolga quella macchina dal cortile che altrimenti gliela rigo“.
- Il “lei non sa chi sono io”: di solito ha una laurea e deve farlo notare. Non sa niente dell’argomento ma comunque non è d’accordo con l’amministratore.
- L’agente Stasi: sa abitudini e movimenti di tutti in maniera inquietante. E non si vergogna di farvelo notare appena può.
- Il moralista (variante dell’agente Stasi): oltre a sapere tutto su spostamenti e orari, in più esprime anche giudizi sulle abitudini altrui.
- Il politico: quello che pensa di essere alla Camera e cerca di portare dalla sua il più alto numero di millesimi per far passare i suoi interessi.
- La famiglia cinese che sgocciola controfiletti sanguinanti dal tendibiancheria. (è successo, è successo)
- La portinaia nello stabile senza portineria: è la più anziana del palazzo, in genere sta al piano terra o al massimo al primo. È la biografa non autorizzata di tutti gli inquilini, da quando sono nati ad oggi, perché in fondo “io l’ho visto costruire questo palazzo, cara signora mia“.
- Il tecnico del suono: non sopporta qualunque rumore. È capace di percepire qualunque vibrazione del palazzo, ed è pronto a segnalarla.
- Lo sposato/a con l’avvocato: minaccia cause come se piovesse.
- Il nostalgico: “Eh, quando hanno tirato su il palazzo qui non c’era nulla… solo fabbriche e campagna, poi sono arrivati i palazzoni“.
- Lo studente: per definizione non ha mai niente in casa che non siano le birre, ogni giorno scoccia i dirimpettai perché gli manca il sale che poi, promette, riporterà alla prima occasione utile.
- Lo zelante: rispetta alla lettera il regolamento di condominio, anche quei commi che sono stati messi lì come riempitivo. Non appena qualcuno sgarra lui salta fuori con il ditino inquisitore.
- Il padre: il figlio se ne catafotte dell’assemblea, ma lui è pensionato, non ha niente da fare. L’assemblea è il suo momento di gloria.
- Il complottista: qualunque cosa proponga l’amministratore, commenta “Chissà quanto prende di tangente”.
- L’igienista: butta un piccolissimo, impercettibile rifiuto in un anfratto della scala. Poi esclama “Vede, vede come fanno male le pulizie?”.
- Il franco tiratore: lo incontri per le scale ed è tutto gentile, ma dietro ogni lettera di monito dell’amministratore c’è sempre lui.
- Il “tanto peggio tanto meglio”: “Fate come dite voi, vedrete che fregatura” (pare ignorare il fatto che, eventualmente, la fregatura la prenderà pure lui).
- Il presidente di assemblea: solitamente è uno che non è mai riuscito ad essere nemmeno rappresentante di classe. Assaporato un pezzettino infinitesimo di potere, la fa pagare a tutti.
- Il contestatore: è quello che in assemblea protesta e ribatte su tutto. Anche sui punti che non sono all’ordine del giorno. Anche su quelli a suo favore – così, per far vedere che è diverso.
- Il pidocchio: “Ma quanto costa? Ma è proprio una spesa da fare? Ma alla fine son poi solo due o tre calcinacci“.
- Dulcis in fundo (true story): propone un adeguamento delle tabelle millesimali, viene convocata un’assemblea ad hoc, l’assemblea approva con un solo voto contrario. Di quello che aveva fatto la richiesta.
L’elenco è assolutamente parziale. Se vi siete riconosciuti, o se volete integrarlo, sentitevi liberi.