Piccole insofferenze… alla Maratona

Maratona di Torino

Personaggi e comportamenti decisamente molesti che nessuno vorrebbe incontrare prima, durante o dopo una Maratona.

Prima

  • Il beneagurante: “…e tanti auguri per la Maratona“. Fate pure che non andare a correre, quantomeno vi verrà un crampo al ventesimo chilometro.
  • Il barone De Coubertin: “Divertiti domenica, mi raccomando“: ma divertiti cosa?! Se avessi voluto divertirmi andavo a giocare a calcetto, la Maratona è tutto meno che divertente.
  • L’ansioso: è il podista che incontri la mattina appena prima della partenza: “Ma non ci saremo vestiti troppo? O troppo poco? Ma secondo te non rischiamo con sto caldo? Però certo che fa freddo!“. Tutto e il contrario di tutto. Quasi sempre l’ansioso alla fine arriverà prima di te.
  • Il superiore: finge di essere disinteressato, niente lo tocca. Sembra stia per partire per una scampagnata. Odioso.
  • L’immodesto: avete presente quei personaggi insopportabili che a scuola dicevano di non aver studiato e poi prendevano 9? Ecco, lui è così. È in forma splendida ma vi dice: “Bah, non ci sono proprio come preparazione, parto e vediamo come va“. Andrà sicuramente bene e voi vorrete spezzargli le gambe.
  • Lo spaesato (storia vera): “Ma dopo dove ci vediamo?” “Dove vuoi che ci vediamo?! All’arrivo!“.
  • L’internazionalista: muore dalla voglia di farvi sapere che lui ha corso Maratone internazionali e troverà una scusa per infilarle nel discorso, statene certi. E voi vorrete mandarlo in un solo paese…
Durante

  • Il simpaticone: È lo stesso che, al seggio elettorale, quando ritira la scheda fa la battuta “Un po’ più grossa non potevano farla ‘sta scheda: ormai è un lenzuolo! ahahah” (convinto: a) che la battuta faccia ridere, b) di essere il primo, e non il settecentesimo, a farla). Ecco lui si mette a metà del primo chilometro e inizia a dire: “Dai che è quasi finita, ahahah“. Per sua fortuna sono tutti troppo concentrati sul tempo per fermarsi a picchiarlo: si becca solo dei sonori “vaffanculo”.
  • Il chiaccherone: va al vostro ritmo, vi si affianca (non è necessario che vi conosca) e inizia a parlarvi dei cavoli suoi. E vorrebbe anche interagire! Aspettate la prima curva e cercate di farlo inciampare o di buttarlo contro un palo: è la vostra unica speranza.
  • Il ciclista: pensando di essere l’unica speranza per i tanti amici che corrono, si riempirà le giberne di acqua, sali minerali, gel energetici, coca cola sgasata e altre misture segrete che, secondo lui, ti faranno volare. Non basteranno i tuoi “no grazie” a farlo demordere, in un crescendo Rossiniano di bestemmie (tue) continuerà a seguirti, allungandoti con la mano ogni prodotto per indurti ad accettarlo. Scomparirà dalla tua vista ma solo per rispuntarti improvvisamente tra i piedi, mostrando una insopportabile leggerezza nei movimenti, una distratta pedalata per 25 dei tuoi passi. Generalmente è un maratoneta infortunato che, con la scusa di supportarti, vuole invece fartela pagare. Quando all’arrivo, dopo esserti minimamente ripreso, vorresti invece averlo lì, per scambiare due chiacchiere, se ne sarà già andato da un pezzo, ma non prima di avere detto a tutti gli altri “mi ero già accorto al 20° che non ne aveva più“.
  • Lo sregolato: vi siete messi d’accordo sul ritmo e avete deciso di correre insieme: ma morisse se fa duecento metri alla stessa velocità. Un consiglio, lasciatelo subito perdere: vi farà sicuramente “saltare”.
  • L’ansioso (reprise): dal primo metro inizia con la cantilena: “Siamo partiti troppo forte, stiamo tirando troppo, rallentiamo altrimenti saltiamo, rallenta dai“. Al venticinquesimo chilometro comincia: “Niente, oggi non va, non va. Non ne ho più, vedrai che fra poco salto. Che giornataccia, mesi di allenamento buttati“. Inesorabilmente al trentacinquesimo chilometro smetterà di parlare e vi staccherà senza neanche voltarsi.
  • Lo scalmanato: lo incontrate quando ormai avete dato quello che potevate e si tratta solo di portare, per inerzia, il corpo all’arrivo, diciamo al trentottesimo chilometro. Lui però si è svegliato la mattina presto solo per venire a salutare voi e altri amici all’arrivo: è carico come una lippa, e dopo lo amerete anche. Ma in quel momento vi vedrete un simil-Tardelli che vi urla in faccia: “Dai dai non mollare. Dai che ci sei quasi, duro! Vai vai vai“. È magari uno dei vostri migliori amici, ma l’unica cosa che riuscite a pensare è: “Ma vaffanculo tu e Tardelli“.
Dopo

  • Il cronometrista: Non siete ancora arrivati e già vi interroga: “Quanto hai fatto? È il tuo personale? Di quanto? Quanto hai fatto al chilometro?“. Tu chiaramente puoi rispondere al massimo alla domanda: “Come ti chiami?“.
  • L’entusiasta: a lui la Maratona è andata meglio del previsto e sprizza felicità da tutti i pori. Se anche a voi è andata bene saranno abbracci e baci, altrimenti lo odierete e vorrete ammazzarlo,
  • Il depresso: correlativo del precedente, vuole ammazzarvi perché a voi la Maratona è andata bene, come fosse colpa vostra del suo “fallimento”.
  • Il frettoloso: non ha tempo da perdere, vuole tornare a casa e vi mette fretta “dai dai andiamo, muoviti“. Voi siete sempre quello di cui sopra che a malapena si ricorda il proprio nome e pensate: “Ma questo chi è, cosa vuole da me?“. Il fatto che sia vostro fratello è un dettaglio trascurabile.
  • L’ignorante: non ha la minima idea di tempi di riferimento e cose del genere e quindi se ne uscirà con frasi tipo: “Beh, sei andato bene, no?!” quando tu sei incazzato nero perché è andata male, oppure con cose come “Beh, sinceramente pensavo fossi più vicino ai primi” (che sono kenioti professionisti che vanno alle Olimpiadi) quando hai fatto il tuo personale…

E per finire la true story: Padova, Maratona di Sant’Antonio 2011. Parto carico come una molla ma al trentaduesimo chilometro “salto” – ovvero, non riesco a tenere il ritmo che mi ero prefissato e vado in crisi nera. Mi trascino in qualche modo correndo sino al trentacinquesimo chilometro ma non c’è niente da fare, non ne ho più: smetto di correre e anzi, mi siedo sul bordo della strada con aria decisamente sconfortata. Una signora sulla settantina mi vede, mi indica e dice al marito: “Ah ah, non ce la fa proprio più questo qui“.

Ne avete trovati di peggiori? Ditelo nei commenti.

@twitTagli

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