Marcos Tavares, Cosmin Moti e le favole della (buona) notte di Champions

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Le favole di Champions League sono originali: non cominciano (non ancora, per lo meno) con “c’era una volta”, ma con i nomi e i cognomi dei suoi protagonisti.

Uno è Marcos Tavares, attaccante brasiliano del Maribor, cresciuto all’ombra dei colleghi più illustri nel Porto Alegre e arrivato in Europa dalla porta di servizio, all’Apoel.
Con 119 reti è diventato il capocannoniere della storia del club sloveno, ma durante il ritorno dei playoff contro il Celtic, dopo aver segnato il gol vittoria, si nasconde in panchina a pregare: giunto in Europa nel 2007 non era mai riuscito a superare i preliminari di Champions, fermandosi ai playoff per ben 5 volte.

L’altro è Cosmin Moți, difensore romeno del Ludogorets. Una vita nella Dinamo Bucarest, un breve passato anche in Italia, al Siena.
La sua squadra si sta giocando una storica qualificazione in Champions League contro la Steaua, i suoi rivali di sempre, e lui, all’ultimo minuto dei supplementari del ritorno dei playoff, si ritrova tra i pali per sostituire il proprio portiere, Stoyanov, che si è appena fatto espellere.
Giusto in tempo per i calci di rigore. Trasforma il primo con freddezza e intuisce tutte le traiettorie dagli undici metri dello Steaua, riuscendo anche a pararne uno, ma non è abbastanza e si va ad oltranza.
E ad oltranza è proprio lui a bloccare il rigore decisivo.

Per una volta si può proprio dire che le favole della (buona) notte di Champions si concludono col classico “e vissero felici e contenti”.

Stefano Rosso
@twitTagli 

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