Allora non era così impossibile. Sì, è vero, quando le istituzioni si muovono per garantire un diritto è sacrosanto che tutti ne possono godere; ma suvvia, volete farci credere che quattro studentelli all’estero dispongano di una macchina organizzativa così tanto più efficiente dello Stato italiano?
Sono loro, gli universitari Erasmus, quelli che ufficialmente vengono sempre decantati e portati in palmo di mano – e sotto sotto li si considera nella migliore delle ipotesi dei gaudenti, che approfittano dei tot mesi all’estero per modellarsi un vacanzone extended version dove fare bisboccia ed “approfondire le relazioni interpersonali” in maniera non esattamente istituzionale.
Ebbene, da questo weekend ci toccherà prenderli sul serio: niente più sorrisini “ah, Erasmus a Tenerife“, niente più darsi di gomito guardando le foto.
È gente responsabile, e coraggiosa: prendete i ragazzi di Valladolid. Loro hanno deciso di protestare, di polemizzare nella maniera più dura possibile contro le istituzioni italiane, che dopo qualche superficiale discussione (precisamente, nel Consiglio dei Ministri del 22 gennaio) avevano sancito la totale impossibilità di far votare i residenti all’estero non registrati nella farraginosa e bulimica (che novità!) macchina burocratica dell’Aire.
Di loro si sarebbe parlato di più se avessero fatto a botte, poco ma sicuro. Ma studiare, che sia all’estero o in Italia, serve anche a far maturare una persona; ed anche se le scazzottate sarebbero state sicuramente più da prima pagina, non avrebbero avuto insita quella grandissima carica di civismo che il “Seggio Volante Autogestito di Valladolid” ha, e mantiene.
Uno degli organizzatori è quello Stefano Rosso amico di qualche redattore, che è già apparso sul nostro blog con un articolo molto più sereno.
Stefano ha organizzato un seggio in tutto e per tutto analogo a quelli italiani: le schede, le urne di cartone, le tende dietro cui votare. Potranno accedervi non solo gli studenti universitari, ma tutti i cittadini italiani che si trovano all’estero.
Precisamente, i cittadini italiani non residenti all’estero ed esclusi dal diritto di voto ai sensi del dl. 223 del 18/12/2012.
Per quanto riguarda Valadolid, il “Seggio Volante Autogestito” è stato sistemato nella Residenza Alfonso VIII, una classica residenza universitaria per studenti. “Abbiamo dovuto anche prevedere una conferenza stampa – ci spiega via Skype Stefano – perché la faccenda sta suscitando molto clamore qui in Spagna. I media locali sono incuriositi da questi giovani italiani che amano il loro Paese“.
Facile, direte voi, organizzare il can can solo in una cittadina sperduta in Spagna. Ed è qui che casca l’asino. Stefano Rosso non ha organizzato solo Valladolid: è uno dei responsabili continentali della manifestazione. “Ad oggi sono 21 le città che partecipano: Monaco di Baviera si è aggiunta un paio di ore fa. Mezz’ora fa, lo so che è incredibile, mi è arrivata una e-mail da Rabat, Marocco. Anche lì ci sono italiani che vorrebbero votare“.
Le città sono York, Londra, Edimburgo (UK) Madrid, Siviglia, Tarragona, Valencia, Valladolid, Vigo (E) Cork, Dublino (Irl), Bruxelles (B), Berlino, Monaco di Baviera (D), Varsavia (Pol), Lisbona, Oporto (Por), Amsterdam (Ned), Bratislava (Sk), Marsiglia e Parigi (F).
I ragazzi si sono organizzati via Facebook (clicca qui per andare a leggere il loro evento pubblico di coordinamento), ed hanno un account twitter @IOVOTOLOSTESSO, da cui è già partito l’hashtag #iovotolostesso (di cui noi di Tagli faremo uno Storify).
L’entusiasmo di questi ragazzi è straordinario: questo entusiasmo sarà una delle bombe web nei prossimi giorni.
Non dite che non vi avevamo avvisato.
Umberto Mangiardi
@UMangiardi
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Aggiornamento, 14.28 del 23/2: si aggiungono Segovia (E), Rabat, Casablanca (Mar), Tubinga (D).