Dove sono tutti quanti/3: la bufala di Roswell

Dove sono tutti quanti? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?”

(Enrico Fermi, 1950)

In questa puntata parliamo di UFO. E parliamo della bufala più longeva, probabilmente, riguardante gli alieni. Siamo nel 1947, due anni dopo la fine della guerra: mancano tre anni prima che il nostro Enrico Fermi formuli il suo famosissimo paradosso. Roswell è una cittadina tranquilla nel New Mexico, a 300 km da Albuquerque e a 150 km da Alamogordo, il luogo dove è stata testata la prima bomba atomica. Nella cittadina vivono quiete 27.000 anime, per lo più allevatori o soldati della vicina base militare: è solo un puntino nelle carte geografiche americane. Nel 1962 darà i natali alla splendida Demi Moore, ma questa è un’altra storia.

C’era una volta a Roswell

La notte del 3 luglio 1947, a 120 km da questa ridente cittadina, avviene uno schianto. Un pallone sonda, quelli usati per lo studio della direzione dei venti in quota, cade in quel luogo sperduto. La mattina seguente un allevatore, William Mac Brazel, trova nella sua proprietà una marea di rottami, lamiere e quant’altro; decide di avvisare lo sceriffo George Wilcox, che stava in un altro paese, Corona, poco distante da Roswell.

Il glorioso P-51 Mustang

L’allevatore accompagna lo sceriffo e un militare sul luogo dello schianto: il primo rapporto redatto da queste due persone parla di pezzi di gomma, stagnola, alluminio, nylon e altri materiali. Non viene menzionata la presenza di corpi. Nel mentre si diffonde a Roswell la voce che dei dischi volanti si aggirassero per i cieli di Roswell – siamo nel 1947, ricordiamocelo: gli aerei in dotazione all’aeronautica americana sono i P-51 “Mustang” e i pesanti bombardieri B-25 e B-29. Sono aerei ad elica: i primi aerei a reazione americani si stavano appena diffondendo. Oggetti volanti che volavano senza il caratteristico ronzio degli aerei ad elica destavano parecchi sospetti, soprattutto in una cittadina sperduta nel New Mexico. Perfino alla base aerea di Roswell sanno cosa sia quello strano oggetto caduto dal cielo.

marcel-rottami Il colonnello Jesse Marcel mostra i rottami

Il primo comunicato della base parla di oggetto volante non identificato, in inglese UFO. Il giorno dopo su tutti i quotidiani nazionali (come il San Francisco Chronicle) si parla di un disco volante caduto a Roswell, e a poco vale la smentita dell’aeronautica che parla di pallone sonda. I rottami vengono analizzati dal meteorologo Irwing Newton, che lavorava alla base di Fort Worth, nel vicino Texas: in questi resti riconosce i rottami di una sonda ray wind, che viene usata per studiare i venti ad alta quota, con tanto di foto allegate. Caso chiuso? Purtroppo no.

Nel 1978 un fisico nucleare, Stanton Friedman, decide di indagare su quello che avvenne quella notte a Roswell e intervista Jesse Marcel, un colonnello di stanza a Roswell che dà la sua versione dei fatti: quei resti ritrovati a Roswell in realtà erano un UFO, ci fu un insabbiamento dell’USAF e – per non farsi mancare nulla – a Piana San Augustin (200 km da Roswell) furono ritrovati dei cadaveri di alieni.

I romani, che la sapevano lunga, dicevano “Accidere ex una scintilla incendia passim” (da una scintilla nascono molti incendi): Friedman scrive un libro, The Roswell Incident, nel quale si sostiene che nella notte del 2 luglio un UFO è esploso in aria sopra Roswell. Caso mondiale. Kevin Randle, ufficiale in congedo dell’USAF e ufologo, fa ulteriori ricerche negli anni ’90 scrivendo anche lui un libro e sostenendo che il luogo finale dell’impatto sarebbe a 40 km da Roswell. Di più: lo schianto sarebbe avvenuto il 4 luglio.

Contraddizioni insanabili tra i due autori. Ma se davvero un UFO fosse esploso in volo, un UFO alimentato da motori con antimateria come sostenuto dagli ufologi, qualcuno non dovrebbe essersene accorto? Tenete presente che l’esplosione della bomba atomica di Alamogordo fece vedere la luce ad una bambina nata cieca; l’esplosione di una quantità consistente di antimateria avrebbe dovuto far svegliare tutti nel raggio di almeno 200 km. A meno che in New Mexico non abbiano tutti il sonno moltopesante. Solo l’allevatore Mac Brazel parlò di un’esplosione, ma ammise che andò a vedere i resti solo la mattina seguente. Un po’ strano, dato che un’esplosione causata dall’antimateria ha degli effetti sonori e visivi parecchio ragguardevoli.

Nel 1994 un’interrogazione parlamentare fa nascere una commissione di inchiesta, nel quale si parla di un pallone sonda non più per studi meteorologici, ma per rilevare test nucleari sovietici (pur sempre di un pallone sonda si tratta, comunque). Nel mentre una sempre più crescente attenzione iniziava a rivestire una base segreta americana, ossia la cosiddetta Area 51, che sorge nel deserto tra Nevada e New Mexico: gli ufologi individuano in quella base il luogo dove, in segreto, sarebbero stati portati i rottami del disco volante e i cadaveri degli alieni.

Vita, morte e miracoli dell’Area 51

La famigerata Area 51 La famigerata Area 51

Area 51 è il nome con il quale è passata alla storia la base di Groom Lake, una base americana che viene usata per lo sviluppo di nuove tecnologie militari e di aerei avanzati. Non aerei come bombardieri o caccia. Aerei spia: i famosi U2, gli A-12 o gli SR-71 (aerei in grado di volare a Mach 3 fino a 26.000 metri di quota, sorvolare i cieli sovietici o rilevare test nucleari), aerei realizzati con tecnologie “classificate” (cioè non pubbliche). La segretezza della base, con uomini armati ai suoi cancelli e con cartelli nei quali si ribadisce che i militari sono autorizzati a sparare per uccidere (mai successo, comunque: chiunque avesse cercato di avvicinarsi fu sempre semplicemente multato e riaccompagnato sano e salvo dai militari) ha fatto sorgere le teorie del complotto più strampalate. Come vedete nella foto sopra, si nota una struttura con due piste per aerei, caserme e hangar.

Per gli ufologi, però, questo è solo uno specchietto per allodole: sottoterra sorgerebbe la versa base fatta di 90 piani sotterranei nei quali sarebbero presenti l’UFO di Roswell e i rottami del disco volante. James Noce, un agente della CIA, rivelò (quando aveva 72 anni e non più vincolato dal patto di segretezza) che dentro l’Area 51 si progettavano, realizzavano e testavano aerei spia e aerei sperimentali: e infatti, quando il 24 maggio 1963 un A-12 si schiantò nello Utah, la susseguente operazione di copertura generò nuove voci circa l’incidente di un nuovo disco volante. Ma non è finita qui.

Bob Lazar

bob-lazarQuesto signore qui a fianco è Bob Lazar. Può essere considerato come il Santo Graal dell’ufologia pret-a-porter: egli infatti dichiarò di essere un fisico che lavorava nell’Area 51, e descrive minuziosamente la struttura della base e dei dischi volanti che sarebbero all’interno di questa struttura, tra i quali si annoverano i rottami di Roswell.

Ma da quello che sembra Bob Lazar fisico non lo è mai stato: risultava iscritto al Los Angeles Pierce College, nel quale aveva studiato (con pessimi risultati) elettronica – mentre lui millantava due lauree, una al CalTech e l’altra all’Mit. Ha sempre sostenuto che, però, i suoi dati sono stati manipolati dal governo per nascondere la sua identità.

Volendo ci possiamo anche credere. Più difficile da spiegare è un’imputazione a suo carico del 1990 per aver gestito una casa di tolleranza a Las Vegas (illegale). Impossibile, invece, che un Lenone abbia accesso all’Area 51, così come è impossibile che un indagato, in America, abbia accesso a informazioni riservate, visto che la legge americana lo vieta. Ovviamente, nessuno si ricorda all’Mit o al Caltech di Bob Lazar, anche se costui sostiene di essere stato mandato a lavorare all’Area 51 da Edward Teller, il padre della bomba all’idrogeno americana. Per la cronaca, Lazar nel 2003 è stato arrestato con sua moglie e un socio per detenzione e vendita di materiali esplosivi pericolosi.

Nelle sue molteplici dichiarazioni, sostiene che nella base sarebbero presenti alcuni alieni (i cosiddetti “grigi”) provenienti da Zeta Reticuli: la stella citata da Lazar si trova a 39 anni luce dalla Terra: la stella in effetti è stata investigata per vedere se ci fosse un pianeta orbitante intorno (come migliaia di altre stelle). L’analisi ha rivelato che non esistono pianeti orbitanti intorno ad essa e che, poiché sistema binario di due stelle, difficilmente – anche se ci fosse un pianeta – avrebbe potuto svilupparsi la vita. Inoltre, un viaggio intergalattico dura molto di più di 39 anni: per la teoria della relatività, non si può viaggiare alla velocità della luce (o peggio, più veloci della luce). Si teorizza che i motori di antimateria possano arrivare addirittura a 1/10 della velocità della luce: anche con la migliore tecnologia dell’universo, sarebbe comunque un viaggetto di circa 390 anni di viaggio (un po’ tantini).

Il filmato che ha fatto il giro del mondo

Nel 1991 Ray Santilli, noto produttore londinese, annuncia al mondo di essere entrato in possesso di un video in cui veniva fatta un’autopsia ad un essere alieno. Il video fa il giro del mondo, ma con i tanti ufologi soddisfatti per aver trovato una nuova miniera d’oro arrivano le critiche di medici e tecnici.

phonefake

Nel video compare un telefono a muro, come quelli usati negli anni ’90, con la cornetta e i tasti. Siamo nel 1947 e i telefoni più avanzati sono di questo tipo telefono a muro 1947che vedete a fianco. Inoltre i medici usano gli strumenti per l’autopsia in maniera non adeguata e la pelle dell’alieno sembra comportarsi, sotto l’azione delle lame dei bisturi, come se fosse plastica. Pochi anni dopo Ray Santilli ammette che il filmato è un falso, che è stato girato da lui e un suo amico, ma dice che esiste un filmato originale, troppo rovinato e in pessimo stato (eh, certo).

Insomma, una bufala organizzata, stratificata su più livelli. Ma che a una attenta analisi crolla come un castello di carta al primo refolo di vento.

Alessandro Sabatino

@twitTagli

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