Altri cinque derby che un bianconero non dimenticherà mai

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Innanzitutto, in questa classifica non sono contemplati i pareggi. Ce ne sarebbero anche, di X acciuffate in zona Cesarini – una su tutte, il 2-2 con tanto di corna da parte di Maresca, uno degli sfottò più libidinosi che la nostra Serie A ricordi. Ma vincere, come è noto, non è importante, è l’unica cosa che conta.

Il derby è una partita come le altre. Dopo.
Dopo è solo un mattoncino da tre punti per conquistare qualcosa di più grande, ché francamente il nostro popolo non si accontenta di vivere per una domenica e basta. Se il derby, “dopo”, non diventa una partita come le altre c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella nostra stagione. In questi anni di forte squilibrio, il derby è diventato sempre più una partita fastidiosa: hai tutto da perdere, se vinci hai solo fatto il tuo. E comunque, hai vinto solo per l’aiutino (a prescindere da percentuali di possesso palla bulgare e conteggio di tiri in porta). E comunque, il nostro tifo è impareggiabile (poco importa che nell’ultimo derby noi gli si sia strappata una curva intera oltre al bugigattolo per gli ospiti che ci avevano concesso).
Ma ci fu un tempo in cui non fu così, un’epoca dove il derby della Mole era roba da zone alte della classifica (per entrambe, intendo). Ad esempio…

25 MARZO 1979, TORINO-JUVENTUS 0-1 – Stagione ’78/’79, il Toro si piazzerà in zona Uefa mentre noi arriveremo terzi, solo un paio di posizioni più avanti rispetto ai cugini. Il 25 marzo ’79 a Torino piove che Dio la manda. Le partite si ascoltano per radio, e alla sofferenza del derby si aggiunge l’agonia della frequenza ballerina.
Ad allenare il Toro c’è sempre Gigi Radice, ma i superstiti della squadra Campione d’Italia ’76/’77 sono pochi ed invecchiati: la partita però non si sblocca. I palloni di cuoio si inzuppano ed i giocatori tecnici ne soffrono: una partita maschia, come al solito, in un Comunale gremito nonostante manchi la copertura.

Mancano due minuti alla fine, Santin rinvia di testa uno spiovente dalla trequarti. Qualcuno ributta in mezzo di testa, Claudio Sala sulla sinistra prova a intercettare ma viene scavalcato. È allora che la palla arriva a uno sbarbatello ventunenne, un belloccio di Cremona. Si coordina e col sinistro inventa un diagonale imprendibile per Terraneo. È l’88’, Cabrini diventa un eroe. Giocherà con la maglia bianconera altri 10 anni. Vincerà tutto.

3 DICEMBRE 1995 – JUVENTUS-TORINO 5-0 – Stagione gloriosa, quella del ’95/’96, che si concluderà nella magica notte di Roma. La Serie A non ci offrirà soddisfazioni paragonabili, termineremo secondi dietro al Milan. Ma il derby…
Quel derby lo dominiamo. L’unica parola per descriverlo è “strapotere”. Bastano 3 minuti a Vialli per purgare di testa, ed un’altra ventina per raddoppiare su assist di Tacchinardi. La tripletta per il centravanti ex Sampdoria arriva al 43′ su assist di Penna Bianca Ravanelli. Arrotondano Ciro Ferrara, in versione centravanti, e un rigore di Ravanelli a metà ripresa. 
Una delle migliori Juventus di sempre.

19 MARZO 2000 – JUVENTUS-TORINO 3-2 – È la stagione del ritorno in A dei cugini. Sfatiamo un mito: per carità, vederli retrocedere non è esattamente una tragedia, ma poi la Serie A senza i cuginastri non è la stessa cosa. Il derby ci manca. 

Il 19 marzo 2000 è il primo derby in casa dopo molti anni e subito si inaugura con un pasticcio: gli ospiti pretendono una curva al Delle Alpi, ma la Nord è occupata da diverse migliaia di abbonati. Verranno traslati nella Tribuna Est (Tribuna Ariston, allora), garantendo un pienone raramente ammirato in quella cattedrale nel deserto enorme e poco funzionale (maledetta pista d’atletica).
La gara è combattuta, Tacchinardi propizia gli autogol dell’1-0 e del 2-1, in mezzo Ferrante aveva pareggiato dal dischetto.

A marcare l’allungo definitivo sarà Alex Del Piero, nel mezzo di una delle sue stagioni più travagliate, quella in cui segnava solo dagli 11 metri (fino alla inzuccata vincente col Parma di qualche domenica dopo). All’89’ terzo rigore del match, realizzato da Ferrante, ma non c’è più tempo per molto altro.
Bentornati in A, cugini: la musica che si suona è questa.

17 NOVEMBRE 2002 – TORINO-JUVENTUS 0-4 – Le nostre stelle sfoderano tutto il loro repertorio: Del Piero, Nedved, Di Vaio, Davids, Buffon. Inizia il Capitano, mettendo in rete uno dei suoi gol più belli di sempre. Nedved da sinistra batte un calcio piazzato, Del Piero taglia sul primo palo e la palla sta per superarlo. Alex a quel punto si inventa una torsione pazzesca e col tacco devia la traiettoria sotto l’incrocio. Una perla.

Raddoppia Di Vaio “alla Di Vaio”, tagliando in profondità e sfruttando la verticalizzazzione del compagno. Triplica Nedved “alla Nedved”, con una legnata sotto l’incrocio dei pali, serve il poker il guerriero Edgar davids al termine di una percussione irresistibile. Nel mezzo, Gigi Buffon para un rigore a Ferrante sul 3-0.

30 SETTEMBRE 2007 – TORINO-JUVENTUS 0-1 – Il massimo della perversione, per qualunque tifoso, è vincere un derby a tempo scaduto con gol in fuorigioco dubbio (o meglio ancora palese). Qualunque interista, milanista, granata, doriano, genoano, romanista, laziale ve lo potrà confermare – e se non conferma, mente.

Nel 2007 avevamo oggettivamente una squadraccia, che riuscì ad arrivare quarta solo perché trascinata da cinque fuoriclasse (Nedved, Buffon, Trezeguet, Del Piero, Camoranesi). Era la volta buona per i granata, che si trovavano di fronte fenomeni come Grygera, Molinaro, Palladino, Zanetti e Almiron. Batterci era ampiamente possibile.
Tuttavia, davanti avevamo un paio di giocatori discreti. Tipo quel franco-argentino, quello dinoccolato e con la zucca pelata, quello che tirava da ovunque, in area di rigore, e la porta la prendeva sempre. S-e-m-p-r-e.

Almiron al 93′ ributta in mezzo di testa una palla insensata: la difesa sta salendo ed il pallone è sua facile preda. Meglio: sarebbe, ché non si è fatto i conti col buon Dellafiore. Costui prova ad intervenire su una palla facilmente acciuffabile, compie una giocata (lo ripeto lentamente, anche a vantaggio di chi ancora oggi recrimina: compie-una-giocata; che poi sia molto scarso e la compia male son problemi suoi) e la palla finisce sul destro di David.
Trezeguet è una saetta: colpisce di mezzo esterno destro e insacca a 20 secondi dalla fine. La Scirea va in estasi e la tribù granata… beh, la tribù granata non l’ha ancora digerita.

Mauro Loewenthal
@twitTagli

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