
Esplosive come una granata, le prime bufale su Papa Francesco I (al secolo, l’argentino Jorge Mario Bergoglio) sono deflagrate con una rapidità inattesa. Il nuovo pontefice non ha fatto in tempo a sbucare fuori dalla loggia della Basilica di San Pietro che la Rete (ah!) gli ha scaricato addosso (clicca il link qui sotto per accedere alla sezione dedicata):
- accuse di anti-Kirchnerismo reazionario;
- accuse di compromissione e di collaborazionismo con il regime dei generali argentino (1976-1983);
- accuse di posizioni marcatamente antifemminili e in generale retrograde.
Andiamo ad analizzarle per gradi.
Accuse di Anti-Kirchnerismo reazionario
Se trovate una realtà politica in cui tutto è meravigliosamente giusto e sacrosanto, i casi sono tre: siete in una dittatura, e il dittatore siete voi; siete in una democrazia, ma siete dei militanti che sostengono il governo al potere; siete in una democrazia, non siete dei militanti, ma in compenso vi hanno fatto il lavaggio del cervello.
L’ottimo, su questa Terra, è molto difficile da raggiungere. Ed è assai improbabile che lo raggiunga la politica, che per definizione è l’arte del compromesso e della mediazione. Un determinato status quo può essere più o meno gradito; ma quasi mai è depositario unico del Giusto e del Vero.
Questo cappello introduttivo è necessario per toccare di striscio la recente politica argentina. Dopo la sopracitata crudele dittatura, l’Argentina ha dovuto subire una devastante crisi economica (ce la ricordiamo tutti) nel 2001.
Dopo la crisi è salita al potere la famiglia Kirchner. Non ho gli strumenti storici e politici per avventurarmi in giudizi sull’operato della famiglia; mi limito a segnalare che è quantomeno anomala una situazione in cui morto un Presidente (Nestor Kirchner) si sceglie il successore nel medesimo nucleo famigliare, e precisamente la moglie Cristina.
Per dare due coordinate molto superficiali e molto generali, i Kirchner sono esponenti della sinistra peronista, tendenti alla socialdemocrazia e caratterizzati da un’impronta nazionalista comune a molti Paesi Sudamericani, che si manifesta sia in forme light (Bolivia, Ecuador) sia in forme più marcate (il Venezuela di Chavez e la Cuba dei fratelli Castro).
Bergoglio in tutto questo cosa c’entra? C’entra perché lui è anti-kirchnerista. Ma questo non è un male: fa parte di una dialettica democratica essere pro o contro qualcuno; e contestare l’operato politico interno di una coppia presidenziale (!) mi pare possa rientrare nella singola libertà di opinione di ogni cittadino (e comunque nelle beghe interne di un Paese che noi – per cultura, Storia e nostra istruzione – non possiamo dire di conoscere profondamente).
La nostra distanza geografica dall’Argentina ci impedisce di capire se queste opinioni personali siano state dettagliate e incisive al punto da potersi qualificare come “ingerenza”; ma anche se fosse, è (purtroppo) una dinamica comune a molti alti prelati. Non sarebbe insomma un’esclusiva di Bergoglio.
Comunque, l’anti-kirchnerismo di Papa Francesco I non pare conseguire a una sua “nostalgia” del regime dei Generali. Per la precisione, le accuse che l’ex Arcivescovo di Buenos Aires muove nei confronti della famiglia Kirchner sono principalmente due:
- perseguimento di una politica a favore degli omosessuali (e questo, sempre purtroppo, per la Chiesa non è una novità: del resto, che vi aspettavate? Un Papa Drag Queen? Se cercavate un paladino dei diritti omosessuali, bussare alle porte del Vaticano era quantomeno pretenzioso);
- mancata attenzione nei confronti delle fasce deboli (e questo invece è molto positivo).
Per la precisione, Bergoglio ha sempre condannato la disuguaglianza sociale ed economica che impera in Sudamerica.
Ha avuto modo di affermare: “Persiste un’ingiusta distribuzione dei beni, la qual cosa crea una situazione sociale che grida al cielo e limita le possibilità di una vita più piena da parte di tanti nostri fratelli” (la frase è riportata a metà di questo interessante articolo).
C’è da dire, per completezza, che Bergoglio non risparmiò critiche dure neppure ai predecessori dei Kirchner, vale a dire il peronista-giustizialista Menem (in carica dal 1989 al 1999) ed il radicale de la Rua (in carica dal 1999 al 2001, quando dovette fuggire in elicottero per evitare il linciaggio della folla dopo lo sconquasso della crisi argentina del 2001): si riferiva difatti a loro quando tuonava sulle differenze tra i “poveri che sono perseguitati quando chiedono di poter lavorare, e le persone ricche che ricevono applausi per essersi sottratti alla giustizia” (fonte: Bbc News, 2001).
In definitiva: tralasciando le chiusure (sicuramente discutibili) nei confronti del mondo gay, Bergoglio ha delle idee in campo politico e di distribuzione economica.
Idee di destra popolare certo; ma non paiono reazionarie.
Umberto Mangiardi
@UMangiardi