Ci risiamo, Berlusconi è ricaduto nel vizietto delle promesse elettorali che strappano l’applauso e spostano qualche voto. Comodamente seduto nel salotto di Barbara D’Urso, quest’ultima in versione zerbino, Berlusconi ha promesso l’abolizione dell’Imu e la riduzione della pressione fiscale. Segno che, se Monti decidesse di smarcarsi dalle avances berlusconiane il Pdl incentrerebbe la campagna sulla demagogia e l’anti-Montismo.
Senza nemmeno accorgercene siamo tornati ai tempi del milione di posti di lavoro e al cliché della sinistra brutta e cattiva che infila le mani nelle tasche degli italiani. Con tanti saluti alla Terza Repubblica.

L’imposta pensata dal governo Berlusconi doveva infatti entrare in vigore a partire dal 2014 e riguardare soltanto gli immobili non adibiti ad abitazione principale. Tradotto dal burocratese le seconde case e gli immobili locati a terzi. I tecnocrati prestati alla politica hanno trasformato l’Imu in una nuova Ici, quindi anche sulle prime case, e anticipando l’entrata in vigore al 2012.
Di fronte agli italiani però Berlusconi si presenta come il salvatore della patria e promette, in cambio dell’elezione a Palazzo Chigi, di abolire quella brutta tassa che toglie il sonno agli italiani. Quella tassa che è partita dal suo governo. Lo stesso governo che aveva tolto l’Ici mantenendo fede alla promessa fatta in campagna elettorale e creando scompensi che paghiamo ancora ora. Con gli interessi.
Giova sottolinearlo perché negli ultimi giorni, complice l’avvicinarsi della scadenza di oggi, ultimo giorno utile per pagare la seconda rata o il saldo dell’Imu è stato tutto un coro di strali contro Monti, il Dracula dissanguatore che ha affondato i suoi canini nel vergine collo dei già salassati abitanti del Belpaese.
E giova ricordarlo soprattutto perché gli italiani soffrono notoriamente di memoria corta e sono pronti anche a perdonare l’imperdonabile se qualcuno promette loro di togliere un’odiosa tassa. Forse converrebbe pensare al perché si sia giunti ad applicare un’imposta regressiva così pesante per i contribuenti e che proprio questi atteggiamenti ci hanno portati oggi a camminare sull’orlo del baratro.
Converrebbe sicuramente pensare più a queste cose che all’età della nuova fidanzata del Cavaliere o a quella legge sul conflitto di interessi che la sinistra al governo non seppe condurre in porto.