Pubblichiamo un articolo di Jessica Nazzari, italiana residente a Londra dove lavora per un importante ONG. Ci ha raccontato di come ha vissuto l’emergenza Coronavirus nel Regno Unito.
Sono passati ormai due mesi dal giorno in cui Boris Johnson ha imposto il lockdown anche nel Regno Unito, dopo aver sostenuto per settimane che l’immunità di gregge fosse l’opzione migliore per la nazione.
In quelle settimane in cui confusione e paura regnavano sovrane in UK come nel resto del mondo, il popolo britannico ha reagito riscoprendo un senso di comunità che a molti ha ricordato quello della seconda guerra mondiale. In pochi giorni sono nati centinaia di migliaia di gruppi di aiuto reciproco che hanno reclutato migliaia di volontari disponibili ad assistere persone in difficoltà nel proprio quartiere con commissioni e spese.
Mentre la paura si diffondeva, emergeva un nuovo (ma allo stesso tempo antico) eroe, l’unico in grado di affrontare questo terribile virus: il sistema sanitario nazionale (NHS). Per celebrarlo, il primo giovedì nel lockdown è stata lanciata l’iniziativa Clap for Carers: un applauso dalla propria porta di casa o dalla finestra per i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari impegnati in prima linea.
Tutto in perfetto stile britannico: ordine e responsabilità, calma e pragmatismo.
Peccato che mentre il popolo si impegnava a restare a casa e ad aiutare il prossimo, il governo stesse commettendo un errore dopo l’altro. Il Primo Ministro è passato dallo stringere mani in ospedali con malati Covid-19 alla terapia intensiva nel giro di un paio di settimane. Mentre il premier combatteva personalmente il virus, altri ministri si autoisolavano, lasciando al comando Dominic Raab, Vice Premier e Ministro degli Esteri. In quelle settimane appariva ormai evidente la mancata preparazione del governo all’emergenza. Mentre medici e personale ospedaliero gridavano allo scandalo per la mancanza di dispositivi di protezione personale, il governo piazzava ordini da un fornitore cinese prima e turco poi, per materiali che si rivelavano inutili in quanto non conformi con le normative di sicurezza. Al tempo stesso, perdevano ben tre opportunità di partecipare a un pianto congiunto dell’Unione Europea per l’acquisto di dispositivi di protezione medica con gli altri Paesi membri.
La strategia del governo è sempre apparsa chiara profit before people (profitti prima delle persone) e va ricercata nelle politiche degli ultimi dieci anni di governi conservatori: dai tagli al sistema sanitario nazionale, ai vari tentativi di privatizzarlo, fino ai blocchi degli aumenti degli stipendi di infermieri, medici e altro personale sanitario. Si è visto nella progressione rapida e letale del Covid-19 nelle case di cura, in cui i morti ufficiali sono oltre 12 mila, in realtà potrebbero essere oltre 20 mila. Si è vista nella decisione iniziale di non imporre la quarantena per chi rientrava dall’estero, a differenza di quanto succedeva nel resto del mondo, per poi applicarla, assurdamente, a partire dall’8 giugno prossimo. Si vede quotidianamente nella carenza di test disponibili, anche per i lavoratori essenziali, che nelle scorse settimane hanno tenuto il Paese in piedi. Si vede dai numeri, ormai impietosi, che lasciano al Regno Unito il numero più alto di casi e di morti per Covid-19 in Europa.
Ogni giorno diviene evidente come questo governo sia in balia degli eventi, ormai incapace di gestire ogni nuovo scandalo. Oggi tutti i titoli erano per Dominic Cummings, il braccio destro di Johnson e mente della vittoriosa campagne della Brexit, che ha violato la quarantena per andare con moglie e figlio dai genitori a Durham, nel nord est inglese, a centinaia di chilometri da Londra. Non soltanto si è giustificato dicendo che l’ha fatto per tutelare il figlio quando sono comparsi i primi sintomi del virus sia a lui che alla moglie, ma ha anche aggiunto che la domenica di Pasqua, quando il governo aveva chiaramente chiesto ai cittadini di stare a casa, ha visitato una popolare località turistica a 50 km dalla residenza dei genitori. Il motivo di questa visita? Controllare se i problemi agli occhi che aveva avvertito nei giorni precedenti gli avrebbero impedito di guidare fino a Londra. Migliaia di persone hanno scritto indignate ai rispettivi membri del parlamento, chiedendo di intervenire, altri si sono sfogati sui social media e sono stati ripresi dai giornali. Mentre migliaia di persone non potevano stare vicini a familiari malati nelle loro ultime ore, Mr Cummings ha potuto attraversare il Paese per poter contare sulla sua famiglia in caso di bisogno. Questo ha messo in luce una volta di più il modo con cui l’elite che governa il Paese percepisce il il divario tra se stessa e il resto dei cittadini. Se sei povero, ti devi preparare a perdere i tuoi cari (come diceva Boris ad inizio emergenza), se sei ricco invece puoi sicuramente approfittare di qualche cavillo legislativo per fare ciò che ti pare.
Una cosa è certa, per molti ormai è chiaro che non si tornerà più indietro alla situazione di prima. Una grande occasione per il Labour Party, il principale partito d’opposizione, chissà se riuscirà a coglierla rispondendo con proposte chiare e immediate alle paure e insicurezze del Paese.
Jessica Nazzari