Un imprenditore che si è saputo reinventare: Paolo Rebellato, la storia di un’idea

Paolo Rebellato è un giovane imprenditore ed organizzatore di grandi eventi su tutto il territorio nazionale. Ha fondato Spazio Grafica Srl, dove insieme a 4 persone fisse e più di 500 collaboratori temporanei, organizza concerti, serate ed eventi su spazi di grandi dimensioni. Il suo lavoro nasce dieci anni fa, con tanti sacrifici e soddisfazioni. Il 2020 doveva essere l’anno di svolta, quello in cui raccogliere i frutti di tutto quello che aveva seminato, ma l’emergenza sanitaria ha bloccato la sua attività a tempo da definirsi. Per questo Paolo ha deciso di reinventarsi, dimostrando spirito di adattamento ed un buon esempio per tutti i suoi coetanei.

Paolo com’è nata la tua attività e come hai vissuto lo stop di questi mesi?

L’idea della mia azienda (ndr Spazio Grafica Srl e Spazio e20è nata subito dopo il liceo, quando ho deciso di dedicarmi, in prima battuta, al mondo della pubblicità e, successivamente, anche a quello degli eventi di grande dimensioni. Non vengo da una famiglia di imprenditori e mi sono costruito da solo tutta la mia attività. Nella mia azienda cerchiamo di non affidare nulla in subappalto ma di curare il tutto internamente. Inoltre, per il 2020, avevano fatto già dei grossi investimenti perchè  doveva essere l’anno in cui tutti gli sforzi dovevano essere ripagati, ma lo stop sanitario ha interrotto tutto. Non nascondo che all’inizio ho vissuto il tutto con grande sconforto, ma dopo ho analizzato il mercato e mi sono reso conto che delle esigenze delle persone.

Gli operatori del mondo dello spettacolo come hanno vissuto questo periodo difficile?

Molto molto, in quanto non hanno subito alcun tipo di tutela adeguata. Conosco molte persone titolari di partite Iva  o freelance che non hanno ricevuto neanche la sovvenzione dei 600 euro su cui contavano. Quei soldi erano un simbolo della presenza del Governo, per questo potevano essere importanti per molti lavoratori, ma purtroppo non abbiamo sentito alcun tipo di vicinanza. Questo settore è stato duramente attaccato dall’emergenza e lo sarà ancora  a lungo, in quanto si pensa di ripartire solo nella primavera 2021.

Per far fronte alla situazione, quali idee hai avuto?

In primo luogo ho messo in piedi un servizio di delivery per la spesa a domicilio. Il problema era dato dal fatto che, in questo settore, vi erano altre aziende che facevano “cartello” e con le quali era davvero complesso competere. Inoltre, dopo il boom iniziale, la gente iniziava a fare la spesa autonomamente ed il successo del servizio è venuto meno. Successivamente, mi sono reso conto di dover trovare un prodotto che potesse catturare l’attenzione dei miei clienti, anche alla luce del blocco doganale dei prodotti cinesi. Volevo aiutare coloro che avevano degli spazi molto grandi e venir incontro alle loro esigenze. L’idea del sanificatore di ambienti di grandi dimensioni mi è venuta grazie alla macchina del fumo che avevo in azienda.

Come si è sviluppato il progetto del sanificatore?

Ho abbozzato il progetto, il quale è stato sviluppato grazie all’aiuto di un chimico, di un biologo, di un avvocato e di un ingegnere. Inizialmente, la sola macchina del fumo non era adatta alla sanificazione e ho dovuto apportare delle modifiche. Il principale problema era il riscaldamento che andava a danneggiare le superfici. Per questo abbiamo inserito gli ultrasuoni che permettono di abbassare la temperatura, “spaccare” le microparticelle e spingere l’aria al di fuori dell’apparecchio.

Quali sono i punti di forza del prodotto?

Prima di tutto non ha bisogno di un operatore, in quanto è automatizzato. Infatti si può programmare con il display Cld e la macchina procede a 2 mila metri cubi all’ora. I punti di forza sono l’abbattimento di costi per coloro che hanno degli ambienti molto ampi e la piccola dimensione del macchinario. Inoltre, risolve anche il problema delle condotte dell’aria in cui si potrebbe depositare il virus, in quanto, grazie a delle prolunghe, è in grado di bonificare anche i cunicoli e rendere l’ambiente sicuro. In Italia, per ora, è un prodotto unico. Il brevetto è stato depositato e abbiamo richiesto il riconoscimento come “dispositivo medico- chirurgico di classe 1”. Inoltre, dal momento in cui è stato messo in commercio, sta riscontrando un buon successo.

 

 

La storia di Paolo racconta come i giovani imprenditori possano reinventarsi e ricostruire dalle fondamenta la loro attività  grazie alle loro idee, alla volontà e a delle ottime intuizioni.

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