
Nelle zone di guerra c’è un preciso codice tra autovetture che si incrociano lungo una strada. Una serie di segnali che facciano capire reciprocamente le intenzioni e, sostanzialmente, che è il caso di non spararsi a vicenda.
Ecco, quando due podisti si incrociano durante un allenamento (o anche solo una ‘pascolata’ – termine gergale con cui il podista amatore identifica una corsa senza alcun obiettivo cronometrico) c’è tutto un rituale fatto di non detti e piccoli gesti che però sono gli stessi in tutto il mondo.
Amicizie sono state rovinate dal mancato rispetto di questo codice e altre non sono mai nate per un gesto sbagliato. La corsa sta diventando sempre più popolare anche in Italia, quindi ho pensato fosse utile stilare una lista di comportamenti e personaggi classici, in modo che possiate farvi trovare preparati una volta per strada.
Partiamo dalla situazione più semplice: sta arrivando un podista dalla direzione opposta alla vostra, corre sicuro di sé, sguardo ben rivolto in avanti, voi non lo conoscete. Tuttavia accenna un gran sorriso e vi saluta con un “ciao” a tutti polmoni. Non salutarlo sarebbe un gesto di una scortesia assoluta, anche perché probabilmente è il podista più forte della città nonché il più umile…
Più complicata invece è la situazione del podista che corre guardando per terra: dovete stare molto attenti perché potrebbe alzare lo sguardo all’ultimo e salutarvi; non fate la sciocchezza di distrarvi e non rispondere: non vi sarà data una seconda chance.
C’è poi quello che vi saluta con un micro cenno della mano, perché non vuole interrompere il gesto della corsa. Qui dovete fare voi una scelta in base al vostro stile: se vi piace il saluto vocale e plateale dovete rischiare un “ciao” invece che la risposta con un cenno della mano. Certo, se l’intenzione dell’altro era salutarvi siete a cavallo; altrimenti sentirete in lontananza “Ma chi lo conosce quello?!”.
C’è poi il semi-professionista: è un podista di medio livello, nettamente uno dei più veloci che incontrerete abitualmente, ma non abbastanza da essere veramente “qualcuno”. Ci terrà a sottolineare sempre che mentre voi siete lì per buttare giù un po’ di peso, lui si sta allenando come un olimpionico e dovreste essere onorati di condividere il parco con lui: dopo anni vi concederà al massimo un cenno del capo.
Già, il cenno del capo: una pratica molto diffusa che però è facilmente confondibile. Può essere timidezza (“Guarda, io ti saluterei, ma non vorrei darti noia“) oppure può essere supponenza (“Va beh, se proprio devo ti saluto“). Sta a voi capirne il significato e decidere se salutare la prossima volta.
Le donne meritano una sezione particolare: così come nella vita, sono costrette a destreggiarsi tra complicazioni maggiori. Eh sì, perché basta un sorriso di troppo per trovarsi un podista alle calcagna che ha capito drammaticamente male le intenzioni; ma al contempo essere troppo sostenuta potrebbe far girare la voce classica “Quella se la tira“, e neanche questo è bello.
Il mio consiglio è questo, care signore e signorine: concedete un fermo ciao a runners sconosciuti senza mai rischiare un sorriso. Così dovreste essere sempre tranquille.
Fin qui abbiamo parlato di incontri fra sconosciuti: vediamo cosa capita quando si incontra invece qualcuno con cui abbiamo già corso o che conosciamo.
La regola aurea è che non si deve mai interrompere l’allenamento altrui: quindi, se vedete che il vostro amico sta facendo ripetute o sta facendo un’andatura particolare, il momento è sacro: un caloroso saluto è più che sufficiente, ma niente di più.
Certo, se tutti e due state pascolando, allora si può provare a trovare un accordo e correre insieme, ma due regole vanno assolutamente rispettate:
- MAI obbligare un altro a cambiare andatura: se ce la fate a stare con lui, bene; altrimenti salutate e lo lasciate andare. E vale anche nel caso contrario: se la vostra andatura è più sostenuta, non iniziate a molestare il vostro compagno affinché acceleri. Basta accennare alla volontà di ‘tirare un po” e salutare.
- Non forzare in alcun modo per ottenere grandi variazioni di percorso: se c’è una cosa che tutti i podisti odiano è quella di fare una strada diversa da quella che avevano programmato quando si sono infilati le scarpe.
Quindi non iniziate con frasi tipo “Maddai, vieni di qui che è più bello!“. Legioni di antropologi criminali si sono dovuti raccapezzare per dare una (impossibile) spiegazione logica alle nefaste reazioni provocate.
Non rispettate queste due regole e anche i vostri più cari amici quando vi incontreranno faranno in modo di evitare in qualunque modo di correre con voi, con dei frettolosi e imbarazzati ciao.
Bene, adesso sapete quasi tutto, ma sono a disposizione per dubbi e commenti: sicuramente ci sono altre situazioni che meritano di essere menzionate, la sezione commenti è qui sotto apposta.
Domenico Cerabona
@DomeCerabona