A malincuore, ma ci siamo. Paul Pogba, Paul Labile Pogba, è passato al Manchester United, andando a completare la trattativa più costosa nella storia del calciomercato. Una parte del mondo juventino, con ancora negli occhi la prima parte di campagna acquisti versione Blitzkrieg del duo Marotta&Paratici, si è già affrettata a salutare senza troppo rammarico il proprio numero 10, sostenendo che a queste cifre la cessione non è soltanto inevitabile, ma rappresenta un plus economico e forse anche tecnico.
Io faccio parte di quell’altra metà che, pur conscia del fatto che l’acquisto di Higuain non si paga da solo (perché la Juve non ha un merchandising così strutturato da consentirle di ripagarsi l’acquisto di un top player con la vendita di magliette dei propri beniamini, come fa lo stesso United con Ibrahimovic e Pogba), e con il cuore colmo di gratitudine per gli sforzi profusi dalla mia società, rimpiango Pogba fin da ora e ne avrei evitato la cessione in tutti i modi.
So di non poter chiedere, da tifoso, anche questo a una dirigenza che mi ha già portato in dote uno dei tre centravanti più forti del mondo e uno dei pochi centrocampisti in grado di non far rimpiangere eccessivamente il Maestro Pirlo; so di non poter chiedere a Pogba di rimanere a Torino un altro anno per inseguire quel sogno che per noi juventini è un’ossessione dalla fine degli anni ’90, da quando perdevamo finali di Champions League come se fossero le partite di calcetto della domenica pomeriggio nonostante avessimo la squadra più forte del mondo.
Eppure, Paul, se mai leggerai queste righe, ti spiego perché andare allo United, ora, è un errore che non dovresti commettere.
I CINQUE MOTIVI PER CUI POGBA NON DOVREBBE TRASFERIRSI AL MANCHESTER UNITED:
1) Ma tu li leggi i giornali, Paul? (o guardi la tv?)
Possibile, Paul, che tu non lo sappia? La Juve ha preso Higuain! Per la prima volta dalla fine degli anni ’90 abbiamo un centravanti che figura di diritto tra i tre più forti del pianeta. E lo dice uno che è cresciuto con il coro “quando entra segna sempre TREZEGUET!”.
Massima stima per David, ma tra il francese e Higuain non c’è possibilità di confronto. Trezegol faceva gol, punto. Higuain è un centravanti moderno, rapido, a suo modo tuttocampista, che segna come (e più) dell’ex attaccante juventino ma che dialoga, si muove e crea gioco con i suoi compagni come neanche nei manuali del calcio. Il riferimento agli anni ’90? A Del Piero, a quando, prima dell’infortunio di Udine, lui e Ronaldo erano unanimemente riconosciuti i più forti di tutti.
Nemmeno Tevez, una delle figure più carismatiche della Juventus di questi ultimi anni, aveva la statura tecnica del nuovo numero 9 della Juventus.
Paul, dovevi pensarci bene: non hai mai giocato con un centravanti così forte, così nel pieno della carriera, così orizzontale nel piano tattico della squadra (questa è dedicata a quelli che Ibra).
2) Questo è l’anno buono
Te ne sei reso conto, Paul?
Delle Juventus in cui hai militato, da quella del record di punti in campionato a quella di Berlino, questa era certamente la più forte e completa.
Rifletti: abbiamo una difesa da sballo, dove ai tre mostri sacri si aggiungono la qualità di Rugani e l’esperienza di Benatia. A Lichtsteiner abbiamo aggiunto Dani Alves, uno che da solo ha vinto di più di tutti gli juventini in sessant’anni di coppe europee. Anche se un po’ stagionato, trattasi di fe-no-me-no.
A centrocampo, ti avevamo preso Pjanic, cosicché tu non dovessi più correre insensatamente fino ai margini della nostra area di rigore per impostare il gioco. Il tuo ambiente è e sarebbe dovuto essere sempre di più la trequarti avversaria, anche Max lo aveva capito, e l’arrivo di Miralem serviva proprio a garantirti quella libertà che hai reclamato per tutta la stagione.
Ora che Allegri ha calibrato a puntino la preparazione estiva non avremo più catene di infortunati come l’anno scorso e anche Sami potrà giocare più di due partite consecutive.
Ma te lo sei immaginato un centrocampo con te, Sami e Miralem a giostrare al centro, e Dani e Alex (Sandro) a sfrecciare ai lati?
Dimmi di no, dimmi che non ci avevi pensato.
No, non ci hai pensato: altrimenti avresti detto al caro Mino (Raiola) che per quest’anno non se ne faceva niente.
Se non ti ho ancora convinto, non c’è problema.
Non ti ho ricordato che lì davanti, oltre a Gonzalo, c’è un giovane argentino che è la cosa più simile a Messi che non si chiami Messi. Un talento fuori dal comune, un campione in procinto di esplodere che insieme a te poteva portarci laddove nessuno ci ha mai portato. A dominare l’europa, Paul.
Perché dietro a Dybala-Higuain abbiamo Mandzukic, un centravanti che per generosità e spirito di abnegazione non teme rivali con nessun altro al mondo.
Perché quando anche Claudio tornerà a disposizione avremmo avuto un centrocampo mostruoso, pari a quello di un paio di stagioni fa.
3) Perché, di grazia, che cosa vai a fare allo United?
Qui a Torino eri la star, il leader incontrastato e al centro di un progetto tecnico di indiscusso valore e in costante espansione.
Io capisco il desiderio di avere una nuova sfida, ma allo United, con Ibrahimovic e Mourinho, quanto spazio penserai di avere? Lo sai già che Zlatan non ama l’ombra e che, dopo l’entusiasmo iniziale per il tuo arrivo, ti costringerà a tornare al tuo posto, che lì sarà sempre in secondo piano.
E Mourinho, uno dei più grandi tecnici della storia del calcio, per carità, è un altro a cui non piace avere stelle troppo luminose in squadra. Pare che con CR7, che pure è portoghese come lui, non andassero d’amore e d’accordo.
E dimmi: quanto credi nella rifondazione messa in mano a Josè?
Lo sai, Mou è un allenatore energivoro: brucia le sue squadre in fretta…
Capisco che l’offerta, dal punto di vista economico, sia irresistibile. Non conosco le cifre esatte dell’accordo, ma se è vero che siamo intorno ai 20 milioni netti l’anno sono obiettivamente in difficoltà.
È vero, qui a Torino non avresti ricevuto mai un trattamento simile.
Ma non potevi aspettare un anno? Se quest’anno vali 110, domani saresti valso 120: perché sei Pogba, il centrocampista più forte del mondo. Rinunciare ai soldi è difficile, ma per la certezza di essere la stella…
4) Perché qui avevi la numero 10
Fino a prova contraria indossavi la maglia che fino a un lustro fa apparteneva al nostro Capitano, Alex.
Tu non ci hai giocato insieme, vi siete solo sfiorati, ma sai che Alex ha dedicato l’intera carriera per noi – e diciamolo, anche sacrificato, in certi momenti.
Lo so che rischio di cadere nel romantico, una categoria che nel mondo del professionismo non ha spazio – ed è giusto sia così -, ma ti chiedo un po’ di rispetto. Quelle foto in bianco e nero con il cappellino rosso, questo giochino vado&resto portato avanti con il tuo procuratore e l’Adidas da qualche settimana è stato un affronto a noi tifosi juventini, che ti abbiamo accolto nell’estate di quattro anni fa come una promessa e con i quali ti sei consacrato un campione.
Te lo ricordi?
Noi ti abbiamo dato la chance di crescere, con calma e affiancato da veri fenomeni della metà campo come Vidal, Marchisio e soprattutto Andrea.
Tu hai fatto il tuo, non c’è che dire, imparando tutto e alla svelta, e di questo noi juventini ti saremo sempre grati. E infatti, l’estate scorsa, tra gli addii eccellenti e una mezza rivoluzione tecnica, la società ti offrì l’opportunità di vestire la maglia numero 10. Un grande gesto di fiducia nei confronti di un ragazzo che, per quanto talentuoso, aveva solo 22 anni. Devo dire che sei andato oltre le più rosee aspettative.
Con la 10 sulle spalle sei cresciuto tanto. Hai passato una fase difficile: da istrionico, spumeggiante e geniale che eri con la Sei eri diventato impacciato, persino timido. Il peso delle responsabilità, la pressione crescente e il fatto che le cose non andassero poi così bene certo non ti aiutava.
Ma da gennaio hai svoltato, tu e tutta la Juventus, e sei tornato a essere il dominatore del Centrocampo. Forte e completo come a maggio non lo sei mai stato. Questa 10 ti ha reso più forte.
5) Perché il Manchester United non è il Real Madrid né il Barcelona o il Bayern Monaco
Al di là del denaro, capirei il tuo desiderio di partire se a cercarti fosse una di queste tre squadre.
Obiettivamente, in Europa, soltanto loro possono dirsi ancora superiori – anche solo per palmares e storia recente – a noi juventini.
Ma lo United?
Tornare nella squadra che soltanto cinque anni fa ha dimostrato di non credere nel tuo talento per il contrattone e interrompendo il tuo percorso di crescita qui a Torino – percorso che è palesemente ancora in corso d’opera – che senso ha?
Lo sai anche tu che il Manchester, anche con te in squadra, oggi come oggi è meno forte della Juventus. Una squadra nel bel mezzo della terza o quarta rivoluzione in quattro anni non offre le garanzie di successo che ti avremmo offerto noi. E lasciami dire, calcisticamente può insegnarti molto più Allegri di quanto non possa fare Mourinho.
Ormai sei andato: e con un filo di rancore mi trovo a ricordarti che una infinitesima parte del tuo contrattone sarà dedicata all’abbonamento pay per view per le partite di Champions League.
Maurizio Riguzzi
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