Come sapete le elezioni sono ormai prossime, e a causa della legge sulla Par Condicio, non sarà più possibile pubblicare sondaggi elettorali da stanotte a mezzanotte. Inoltre è stata sospesa l’autorizzazione concessa a SWG per quanto riguarda la APP per i sondaggi politici. Quindi il buio sarà totale.
Quindi noi di Tagli vi vogliamo proporre la nostra media Tagli e i vari sondaggi usciti questa settimana per l’ultima volta. All’ultimo secondo.
Anche questa settimana i sondaggi sono 17 e i risultati sono qui riportati:
Come la scorsa settimana, grazie anche alla dichiarazione “chocc” di Silvio Berlusconi, il centrodestra continua ad accorciare le distanze rispetto alla coalizione di centrosinistra. Le crescite maggiori nella coalizione si registrano a vantaggio del PdL, che guadagna in tutti i sondaggi almeno 1 punto percentuale e torna sopra il 20% e Fratelli d’Italia che è in molti sondaggi oltre la soglia del 2 %, necessaria per entrare in Parlamento.
Tiene botta invece il PD che si attesta circa sul 30%, mentre la coalizione rimane anche qui stabile intorno al 35%. Ovviamente il PD ha sempre una spada di Damocle, che sono gli eventuali nuovi sviluppi del caso MPS, mentre Berlusconi potrebbe avere qualche cartuccia da sparare per recuperare ancora qualche voto. Effettivamente il divario tra le due coalizioni continua gradualmente a ridursi, cosa che potrebbe avere effetti e aprire scenari fino ad ora non considerati perché creduti irrealistici.
Il Professore, invece, rallenta la sua corsa, mentre i Grillini dopo aver sorpassato la coalizione centrista si attestano come terzo partito in assoluto e hanno nel mirino il PdL. Tuttavia sembra che Grillo questa settimana stia efficacemente togliendo voti a sinistra del PD: Ingroia per certi sondaggi potrebbe non entrare in Parlamento.
Questo crollo verticale è probabilmente da imputare allo scarso appeal che ha Ingroia stesso e anche, forse, allo scontro Ingroia-Boccassini. Insomma Grillo sta entrando a gamba tesa nella politica italiana, attraendo i voti sia dai delusi di sinistra, sia dai delusi di destra. Accorrono tra le braccia di Grillo i duri e puri di entrambi gli schieramenti, ovvero neofascisti e sinistra radicale, i “neri” e i “rossi”. Questa è materia per sociologi, verrebbe da dire…
Questo viene certificato dalla Media Tagli…
… dove vediamo che continua l’emorragia dei seggi di Agenda Monti e di Ingroia a favore di Grillo e centrodestra: il comico genovese secondo la nostra media potrebbe ritrovarsi una folta truppa nella Camera (potrebbe arrivare anche a 70 deputati). Il MoVimento 5 Stelle potrebbe condizionare pesantemente la stabilità di qualsiasi governo, ma – anche – potrebbe diventare ipoteticamente terreno di caccia per forze politiche desiderose di rafforzarsi nel caso in cui le forti pressioni interne al MoVimento 5 Stelle facessero implodere il movimento stesso, come è già rischiato di succedere con i casi Favia e Salsi.
PdL che invece potrebbe vedersi ridotta la propria truppa a causa dell’entrata in parlamento di Fratelli d’Italia, che sembra stia guadagnando consensi a discapito de La Destra: questa crescita potrebbe anche essere spiegata in una volontà di cambiamento nella destra, affidandosi ad una linea più autonoma rispetto a PdL e Lega Nord (i fondatori del movimento sono i “dissidenti” del PdL, che però non sono voluti entrare nel movimento di Fini). Altri consensi che questo movimento sta, probabilmente, sottraendo sono infatti quelli di Futuro e Libertà, che sta gradualmente sparendo dalla scena politica attestandosi sotto l’1%.
Parliamo ora di scenari: se alla Camera Bersani dovrebbe avere agevolmente la maggioranza, a meno di colpi di scena, al Senato la partita, come abbiamo detto più volte, balla ancora su quel pugno di seggi provenienti dalle Regioni incerte.
Se (ed è lo scenario più possibile) il tandem PD-Sel non riuscisse ad avere la maggioranza al Senato, il PD dovrebbe rivolgersi a Monti e all’UDC. Questo, però, come sappiamo porterebbe alla rottura dell’asse PD-Sel e quindi la necessità di avere anche alla Camera i voti della coalizione di Monti.
Ma alla Camera dei Deputati la soglia di sbarramento per le coalizioni è del 10%, ovvero pericolosamente alta per la coalizione di Monti, che sta avendo una vera e propria emorragia di voti: nonostante nella nostra media sia al 13 e rotti %, fino a qualche settimana fa la coalizione centrista si aggirava intorno al 15. C’è, quindi, la possibilità che i voti di Monti e dell’UDC possano non bastare (o proprio non ci siano) e quindi il PD debba rivolgersi a Berlusconi. È un ipotesi remota – lo ammetto – ma potrebbe succedere.
Alessandro Sabatino