
Perché le bufale diventano virali? Con terminologia rubata alla fisica, potremmo affermare che diventano virali perché, o meglio finché, la forza che spinge alla loro diffusione è maggiore rispetto a quella che spinge al loro smascheramento.
Spinge a favore della viralità, per esempio, il fatto che indignarsi e mettere un like (o condividere sul proprio profilo) è più rapido e istintivo che approfondire e ragionare. L’utenza di un social network, del resto, ha il più delle volte poco tempo e un approccio ludico al contesto in cui si trova.
La loro viralità è accresciuta principalmente da un ulteriore fattore psicologico. Mettendo il like a una di queste bufale, l’utente medio dice pubblicamente: “Vedete? Anche io, come l’autore del post, non perdo occasione di indignarmi contro questi politici (o sbirri, o preti ecc.)!“
Di fronte a un post minimamente “eretico”, ecco torme di utenti affamati di like che non vedono l’ora di pubblicare questo paralogismo infamante: “Se metti in dubbio questa notizia è perché stai dalla parte della casta, dei poliziotti picchiatori e dei preti pedofili!“