Destino frequente di molti dittatori: si ricordano più le loro sconfitte minime e mitizzate, ma simboliche, che le loro disfatte sostanziali e politiche. In questa casistica rientra pienamente il mancato saluto di Mario Kempes a Jorge Rafael Videla dopo la vittoria dell’Argentina ai mondiali del ’78.
I fatti sono noti: l’Argentina di Menotti e Passarella sconfigge ai supplementari l’Olanda e alza la coppa al cielo. Tutti i giocatori stringono la mano al presidente, mentre al cielo di Baires salgono le urla di gioia del Monumental e quelle di dolore dei torturati dal regime. Mario Kempes, eroe del Mundial e capocannoniere del torneo, rifiuta la destra al dittatore.
Anni dopo lo stesso Kempes ridimensionerà il valore di quel gesto: “C’era confusione e io ero lontano da Videla. Non gli strinsi la mano per caso, senza alcuna particolare intenzione ideologica“.
Quale che sia la verità contingente, quel gesto è passato alla storia. Oltre, e forse contro, le intenzioni del suo autore.
Significativamente, in rete non esiste – perlomeno a mia conoscenza – un video che testimoni il gesto del numero dieci.
Andrea Donna
@AndreaDonna