
L’immagine qui sopra è stata condivisa da oltre 5 mila utenti di Facebook. Queste persone, dietro il paravento furbesco della “provocazione”, hanno implicitamente fatto loro un messaggio di disgustosa violenza.
Perché messaggi di questo tipo hanno tanto successo? La ragione è affine a quella che rende virali le bufale (abbiamo provato a spiegarlo qui).
Alla stessa maniera nei due casi, si prende di mira una categoria politicamente scorretta o, qui, universalmente e meritatamente odiata. Quindi, si racconta su di loro una menzogna o si suggerisce l’opportunità di compiere atti orribili contro di loro. Il tutto sostenuto dall’implicito ricatto: “Se sbugiardi, ti dissoci o protesti, qualcuno ti additerà pubblicamente come difensore dei pedofili“.
Chi però non ha paura dei ricatti può dirlo chiaramente: questa slide è un’aberrazione logica, poiché suggerisce di sostituire una sperimentazione su esseri senzienti con una sperimentazione su esseri senzienti e autocoscienti, ritenendo la seconda un male minore.
È un assurdo giuridico, perché nemmeno i più spericolati ordinamenti pretendono di riconoscere minore dignità e diritti a un qualunque essere umano rispetto a un animale. E, soprattutto, è moralmente rivoltante, giacché parte dal presupposto che un essere umano, se colpevole di crimini disgustosi, perda il diritto a non essere sottoposto a tortura.
Andrea Donna
@AndreaDonna