La lingua dei Pirahã, una delle poche tra le circa settemila lingue che sono parlate oggi nel mondo, non ha vocaboli per indicare grandezze numeriche: in pratica, non ha parole per dire “uno”, “due”, “tre” e così via.
I motivi per cui i Pirahã non contano? Per quanto sia difficile da immaginare per un europeo, nulla nello stile di vita e nelle attività usuali del popolo amazzonico richiede di contare oltre il numero tre. Naturalmente, non utilizzando numeri i Pirahã non fanno operazioni matematiche, neppure le più semplici. In compenso, I Pirahã riescono a inserire nel verbo le coordinate di dove si trovano: se sono in verticale, orizzontale, dentro o fuori dal fiume. La costruzione dei verbi contiene la mappa mentale dell’area dove vivono. Inoltre, in questa lingua c’è una parola che significa all’incirca “prenditi cura di te stesso nella giungla, sii forte, non lamentarti, impara a prenderti le responsabilità di ciò che fai”. Il tutto espresso con una sola parola.
La lingua Chalcatongo Mixtec è un idioma parlato nella regione di Oaxaca, in Messico. Una delle caratteristiche di questa lingua è non fare alcuna differenza, nemmeno tonale, nell’esprimere affermazioni o domande, che suonano esattamente allo stesso modo. Sono solo 600 i parlanti questa lingua.
L’Ayapaneco, lingua parlata nello stato messicano di Tobasco da diversi secoli, sopravvivendo a guerre e conquistadores, è ormai una lingua morta. O perlomeno morente. Infatti, ad oggi, sono rimaste al mondo solo due persone a parlare l’l’Ayapaneco: Manuel Segovia e Isidro Velazquez. Ma nel 2011 queste due persone hanno litigato e… non si parlano più. Cosa che ha trasformato improvvistamente l’Ayapaneco in una lingua del passato.
Yakamoz, che in turco significa riflesso di luna sull’acqua, è stata scelta come la parola più bella del mondo. La curiosa classifica della parole più belle in tutte le lingue è stata stilata dalla rivista culturale “Kulturaustausch“, pubblicata in Germania. Sia l’italiano sia il tedesco, la lingua nella quale è pubblicata la rivista, hanno bisogno di almeno cinque vocaboli per la traduzione dall’idioma originale.
Si potrebbe pensare che la locuzione “ti amo” esista in tutte le lingue del mondo. Provate a pensare al vostro dialetto: probabilmente, avrete difficoltà a trovare la traduzione della dichiarazione d’amore più famosa del mondo (per esempio “ti amo” non si dice o si dice pochissimo in piemontese, in genovese, in sardo, …).
La parola (forse) più lunga del mondo è:
“sparvagnsaktiebolagsskensmutsskjutarefackforeningspersonalbeklandnadsmagasinsforradsforvaltaren“, che in svedese significa “direttore del magazzino approvvigionamento uniformi per il personale dei pulitori dei binari della compagnia tranviaria“.
L’estone “jäääärne” vince il premio per il vocabolo con il maggior numero di grafemi uguali consecutivi.
Andrea Donna