Un prontuario del cinema (e della tv) da quarantena

Buongiorno, voi come state?

Lo so che non potete rispondermi, è per quello che ve l’ho chiesto.

Qui su Tagli Magazine tutto bene: in redazione discutiamo di pericoli alla democrazia, fantomatiche fasi 2, contributi di solidarietà e sociologia urbana di Gotham City. Okay, forse dell’ultimo punto discuto solo io, ma è uno di quelli su cui sono più ferrato.

A questo proposito, ho pensato di raccogliere tutte insieme in un articolo alcune delle cose che ho guardato in questo periodo di assenza forzata dai cinema e convivenza forzata con il mio divano. Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia. È vero, ma a volte ho l’impressione che ci siano ancora più cose su Netflix, Amazon, Infinity e Disney Plus, caro Orazio.

Eccone qualcuna.

 

The Mandalorian

The Mandalorian è il prodotto originale di punta della nuova piattaforma Disney+, sbarcata in Italia da poco più di un mese. È ambientata nell’universo di Guerre Stellari (ma è assolutamente indipendente dalla saga principale) e che ruota attorno alle avventure di un cacciatore di taglie senza nome. The Mandalorian è una specie di western spaziale dal sapore classico ma dal valore produttivo altissimo: la storia è tanto elementare quanto emotivamente efficace, e il personaggio del “bambino” ruba la scena in ogni sua apparizione. Ma il motivo per cui The Mandalorian merita davvero di essere visto è la grandissima perizia tecnica e tecnologica che sprigiona da ogni decisione artistica e produttiva, dalle modalità con le quali sono stati creati gli ambienti digitali che servono da sfondi e “scenografie” dei vari pianeti in cui si muove il racconto al design dei personaggi e delle creature aliene, fino alla bellissima colonna sonora.

Dove trovarlo: su Disney+.

Come guardarlo: in compagnia dei vostri pupazzetti preferiti.

 

Tiger King

Tiger King è la serie documentaristica più popolare e chiacchierata del momento, ma forse anche di tutti i tempi. È la storia incredibile e delirante di uno strano omino americano di nome Joe Exotic, che ha costruito uno zoo popolato da grossi felini con l’ambizione di diventare l’uomo più famoso (e magari anche il governatore) dell’Oklahoma. Tiger King è talmente assurdo da sembrare finto: inizia come un documentario di denuncia, evolve rapidamente in character study di una personalità tanto unica e originale quanto chiaramente disturbata, e finisce con una chiave “true crime” che ne espande l’intreccio narrativo fino a farlo somigliare ad una commedia dei fratelli Coen. Tiger King è talmente ridicolo che spesso non enfatizza a sufficienza gli aspetti più deprecabili e “da denuncia” dei personaggi di cui racconta la storia, ma si presenta principalmente come un prodotto di intrattenimento e in questo azzecca al 100% il suo proposito, fino a diventare un autentico oggetto di culto, probabilmente un pilastro della cultura popolare di questo 2020.

Dove trovarlo: su Netflix.

Come guardarlo: le metanfetamine sarebbero perfette, ma non mi sento di consigliarlo. In alternativa optate per qualcosa di estremamente americano, zuccherato e trash, come una bottiglia da due litri di mountain dew.

 

Devs

Devs è una miniserie scritta, diretta e prodotta da quel genietto di Alex Garland, autore di alcuni dei migliori prodotti di fantascienza indipendente degli ultimi anni (Ex Machina, Annientamento). È andata in onda in America sui canali di Hulu e FX dal 5 marzo al 16 aprile, quindi perfettamente in tempo per la nostra quarantena. È un prodotto televisivo eccezionale, che mescola elementi del  genere cyber-thriller, fantascienza speculativa, meccanica quantistica, filosofia e spiritualità. Devs è lento, meditativo e quasi magico nel suo flemma, ma non rischia mai lontanamente di diventare oscuro o difficilmente fruibile. Al contrario, i suoi otto incredibili episodi sono assolutamente godibili per un pubblico generalista. Oltre a scelte di cast e messa in scena mai così ispirate nell’intera carriera di un artista interessantissimo come Garland (Sonoya Mizuno, la protagonista, è la definizione di un astro nascente), Devs valorizza tutti gli aspetti della cifra di questo particolare autore: è patinato, “stiloso” al punto da sembrare quasi fighetto ma incredibilmente umano e profondo. Si regge su una struttura narrativa semplice ma al tempo stesso è così denso e stratificato nell’esplorazione del suo tema e dei suoi contenuti che meriterebbe di essere rivisto e approfondito più di una volta.

L’unica cosa davvero imperdibile che abbia visto negli ultimi mesi, Devs è la miglior esperienza televisiva sulla piazza in questo momento. Infatti in Italia nessuno l’ha ancora mandato in onda.

Ci sono modi più o meno leciti per rimediare.

Dove trovarlo: siate creativi.

Come guardarlo: un episodio alla volta, otto giorni consecutivi. Accompagnarlo a vino rosso di alto profilo o a quella tisana artigianale che vi ha regalato il vostro amico hipster per Natale.

The Invisible Man

Prodotto dalla brillante mente imprenditoriale di Jason Blum e della sua Blumhouse, The Invisible Man è scritto e diretto da Leigh Whannell e interpretato da quell’attrice strepitosa che si risponde al nome di Elisabeth Moss, una che renderebbe spaventoso anche il controcampo di un davanzale vuoto. Infatti, in The Invisible Man, è quello che fa a più riprese.

L’horror della Blumhouse, uscito a febbraio 2020 e rapidamente proposto nei circuiti Video On Demand, è una variazione sull’archetipo classico dell’uomo invisibile, che mette al centro del suo racconto una storia di molestie e violenza domestica, di Gaslighting nel senso più reale del termine, e mescola convenzioni classiche del genere horror con uno spirito moderno e originale, genuinamente interessato a raccontare qualcosa di nuovo con un vecchio mostro a disposizione.

Dove trovarlo: è disponibile a noleggio su Infinity.

Come guardarlo: di sera, al buio, preferibilmente da soli e con un mucchio di vestiti impilati sulla poltrona che nella penombra somigliano ad una sagoma umana.

 

Better Call Saul – Quinta stagione

L’ultima stagione dell’apprezzatissimo dramma spin-off di Breaking Bad è stata distribuita a partire da febbraio di quest’anno e terminerà in questi giorni. C’è poco da dire su questo show che non sia già stato detto per le stagioni precedenti: Better Call Saul è scritto magnificamente ed è ormai entrato nel pieno della sua maturità espressiva. È perfettamente consapevole dei suoi personaggi e si fonda su relazioni personali complesse ed estremamente credibili, su esseri umani sempre ambigui e le cui scelte non sono mai banali o scontate. Non ci sono eroi ma uomini e donne fragili ed enigmatici, non ci sono verità inconfutabili ma solo interpretazioni.

Dove trovarlo: su Netflix

Come guardarlo: in mutande e canotta, con un bibitone ghiacciato e un piatto di nachos al vostro fianco.

 

Cats

I Cavalieri dell’Apocalisse sono quattro figure simboliche presenti nel libro dell’Apocalisse di Giovanni. Secondo le interpretazioni più note del testo biblico, sarebbero i portatori di una punizione divina che precorre il giudizio universale.

Cats, uscito al cinema alla fine del 2019 e tratto dall’omonimo musical di Broadway, poi adattato allo schermo da Tom Hooper (Il Discorso del Re, Les Miserables), è uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse. La visione del film vi farà precipitare in un vortice di follia psichedelica che renderà la vostra esistenza un inferno. Ogni suo istante vi apparirà in qualche modo contemporaneamente grottesco, divertente, angosciante e noioso. I protagonisti sono mostruosi ibridi umanoidi metà homo sapiens e metà felino, nati certamente da qualche esperimento di eugenetica nazista non andato a buon fine. Nel corso del film, lotteranno per conquistare il loro diritto alla morte di fronte ad una surreale divinità post-pagana interpretata da Judi Dench, la cui pelliccia è allo stesso tempo parte della sua carne e anche il vestito che indossa.

Dove trovarlo: non cercatelo.

Come guardarlo: con molta tequila. Molta, molta tequila.

 

Birds of Prey and the Fantabulous Emancipation of One Harley Quinn

Uscito al cinema poco prima dell’inizio dell’emergenza e rapidamente finito nei circuiti di video on demand, Birds of Prey è a tutti gli effetti una creatura della sua interprete, Margot Robbie, che l’ha sviluppato in seno a Warner Bros e ne ha influenzato molte decisioni produttive, dalla scelta della sceneggiatrice alla regista (Cathy Yan, una bella scoperta). È un “cine-fumetto alternativo” che cerca di far dimenticare al pubblico l’esistenza del suo predecessore, l’orribile Suicide Squad di David Ayer, e gode della freschezza di alcune decisioni artistiche ispirate e delle libertà concesse al suo team creativo. Il film ha avuto un pessimo marketing e un esito commerciale piuttosto mediocre, ma resta una godibilissima commedia supereroistica, ben diretta e ben pilotata dalla sua carismatica protagonista.

Dove trovarlo: a Gotham City

Come guardarlo: fate uscire il vostro animo femminile e accompagnatelo ad un brunch con pane tostato, uova fritte e mimosa.

 

The Way Back

In italiano “Tornare a vincere” (sigh), The Way Back è un piccolo dramma sportivo ben confezionato e ben recitato, diretto da Gavin O’Connor (Warrior), che si regge sulle larghe e fragili spalle del suo stropicciatissimo protagonista, un Ben Affleck coraggioso nell’essere anche un po’ sé stesso e nel mettere in scena alcuni dei suoi più recenti demoni personali, come la dipendenza dall’alcol. È il tipico film perfetto per essere consumato un sabato pomeriggio mentre ci si annoia e si ha voglia di passare un paio d’ore a fare il tifo per una squadra di sfigati che alla fine ce la fanno: un grande classico che non passa mai di moda, esattamente come Ben Affleck. Potrà vincere, potrà fallire, ma gli vorremo bene per sempre.

Dove trovarlo: dal 23 aprile è disponibile a noleggio un po’ ovunque, da Apple TV a Chili fino a TimVision.

Come guardarlo: con una tazza di caffè americano, per riprendersi dal post-sbronza successivo alla sera in cui si è visto Cats.

 

The Morning Show

The Morning Show è uno dei prodotti di punta della nuova piattaforma Apple TV+, che ha investito una barca di soldi nello streaming ma che pare non stia riscuotendo il successo sperato. Nel caso di The Morning Show, Apple ha tirato a lucido uno show dall’impeccabile valore produttivo e dal cast stellare, composto da una Jennifer Aniston a suo agio anche con un ruolo semi-drammatico, una Reese Witherspoon imperiale, un sorprendente Steve Carrell (non troppo sopra le righe) e un delizioso Billy Crudup (orgogliosamente sopra le righe). The Morning Show è un dramma ambientato nel mondo del giornalismo televisivo americano all’alba del post-Me Too: ne affronta le tematiche con lucidità e serietà, approfondendo alcuni argomenti niente affatto scontati e raccontando la sua storia con un’attitudine sobria e leggera, che a tratti sfocia vagamente nell’affettato e nel manieristico (o nel “camp”, per usare un inglesismo appropriato). Si tratta nel complesso di 10 episodi di ottima televisione, ed è già stata annunciata la produzione di una seconda stagione.

Dove trovarlo: su Apple TV+.

Come guardarlo: mangiando un’insalatina biologica e pensando al fatto che Jennifer Aniston ha 51 anni ma ne dimostra meno di te.

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