
Questo articolo nasce con un proposito tanto banale e ordinario quanto può essere il celebrare una ricorrenza, ma nel suo piccolo vorrebbe anche essere altro.
A dispetto di Forrest Gump, il 2015 appena passato ci ha insegnato che in realtà la vita è più che altro una scatola di cioccolatini avariati: non sai mai cosa può arrivare, ma è probabile che non ti farà bene alla salute.
Parlare di cinema è un’attività frivola; non è che ci siano molti dubbi al riguardo.
Detto questo, esiste un senso dell’essere “spettatori” che ci permette di avere maggiore consapevolezza e conoscenza del mondo che ci circonda. C’è un senso che consente di riconoscere i problemi, il dolore e le tragedie attorno a noi, e talvolta essere “spettatori” permette di fare qualcosa di profondamente insolito nella moderna società occidentale: sederci e pensare.
Fare lo “spettatore” ci mette in relazione con uno strumento capace, allo stesso tempo, di smuovere le nostre volontà e farci evadere dall’esistenza.
Raramente (o forse troppo spesso, ma mai abbastanza bene) si ha la possibilità di sedersi e tentare di celebrare uno strumento che è allo stesso tempo un’iniezione di adrenalina e un sedativo per la mia esistenza.
E penso che provare a citare un motivo per ogni anno della sua vita sia un modo come un altro per evocare il ricordo di una o dell’altra sensazione.
Con la schiacciante probabilità che questo pezzo assolva più la funzione del sedativo di cui sopra. Io vi ho avvisato.
120 RAGIONI PER AMARE IL CINEMA (in ordine sparso)
Nella mia vita quotidiana, Netflix e torrent sono più sinonimo di “cinema” di quanto lo sarà mai una sala con le luci spente e il proiettore acceso. Dopodiché, direi una balla gigantesca se non ammettessi che ogni tanto mi fa piacere tornarci.
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