
Se te la prendi con il Movimento 5 Stelle ottieni risposte. Secche, serafiche, tutte uguali: nell’intenzione di chi le propone, definitive.
Nessuno spazio di dialogo nel merito, nessun approccio politico – inteso nel senso aristotelico come “spazio pubblico in cui i cittadini partecipano”.
É oggettivamente impressionante che un Movimento che per sua natura non ha una struttura, non ha sezioni, non tiene congressi, non propone momenti collettivi di confronto, reagisca alle critiche in modo così monolitico; suggestivo sarebbe cercare di capire il motivo, a partire dalle più ricorrenti rimostranze che si ricevono.
Chi critica l’operato del Movimento è anzitutto additato quale disinformato, dal momento che tutta l’informazione, tolto il blog di Beppe Grillo, è in mano ai partiti che manipolano le coscienze dei cittadini. Gli appartenenti al Movimento rifiutano invece ogni forma di informazione altra rispetto al blog, che è, stando al “non-statuto”, anche l’epicentro del Movimento.
In secondo luogo, chi critica il Movimento, è tacciato di essere complice dell’inciucio “PDL-PDmenoElle”, come essi lo chiamano, quasi se in Italia esistessero solo e da sempre quei due partiti e non invece una cospicua massa di partiti e movimenti, anche della società civile, anche e soprattutto fuori dal Parlamento.
In ultimo, chi critica il Movimento 5 Stelle se la prende, stando ai pentastellati, con delle povere persone inesperte di politica che sono appena entrate nei palazzi del potere e che lottano con tutte le loro forze per fare qualcosa per cambiare l’Italia.
Tutto ciò come se una stupidaggine detta da un giovane o da una persona inesperta sia meno stupidaggine – indimenticabile l’on. Lombardi sul Presidente della Repubblica “una certa età anagrafica non mi sembra sia scritto in Costituzione”.
Queste rimostranze, spesso portate con una ferocia verbale inaudita, non entrano quasi mai nel merito dei problemi e, giova dirlo per inciso, talvolta sono anche false: sono comunque in molti coloro che leggono e ascoltano con attenzione opinioni diverse dalla propria. Ciò non impedisce ad alcuni di loro di conoscere e disapprovare il programma del M5S, pur senza aver mai avuto una tessera di partito.
Verosimilmente, si potrebbe arrivare a ipotizzare che chi osserva il Movimento 5 Stelle dall’esterno ne rimanga profondamente ingannato, anche se i sentori per vederci meglio ci sarebbero. Infatti, proprio da questi modi di fare, si può intuire che una struttura ci sia e sia a comunicazione profondamente unilaterale.
Un secolo addietro si facevano i congressi, oggi si leggono i blog, ecco tutto.
L’ottimo funzionamento del metodo non discende però da fenomeni di ipnosi collettiva, piuttosto dalla presa d’atto presso una grossa fetta di cittadini della drammaticità in cui versa un Paese e dalla convinzione che i fatti e chi li ha compiuti siano casta, roba maligna, da buttare.
Il pensiero diventa unico solo per necessità di auto-sostentamento, perché non è bene mescolarsi con “gli amici di quegli altri”, anche se dicono cose giuste.
Se questi per avventura fanno parte del Movimento, debbono uscirne, con un processo bollato da votazioni in rete di cui si conosce pochissimo.
Il tutto avviene ovviamente in assenza di idee proprie per ripartire, idee che forse quasi nessuno nella politica di oggi ha, meno che mai Grillo e il suo Movimento, anche se ovviamente solo loro sono quelli puliti e giusti.
A conti fatti, ci perderà l’Italia, ma tutti – certamente disinformati, nel frattempo forse divenuti ottuagenari – dovremo farcene una ragione. Come direbbero gli antichi romani, “De hoc satis”; parola agli esperti di comunicazione.
Jack O. Hearts
@twitTagli