Che Pippo Civati sia un ambizioso si è sempre saputo. Dall’inizio della sua carriera nel Pd ha sempre cercato (in buona fede o meno) posizioni che lo mettessero in luce, impegnato costantemente a smarcarsi dalle linea della leadership Pd. Basta volgere un attimo lo sguardo al passato ed emerge chiaramente l’atteggiamento da outsider: l’outsider infatti prende le distanze dal leader e si mette in competizione con questo.
Descriverei Civati come colui a cui piace “correre da solo”, e questa è proprio l’accusa che l’onorevole ha rivolto ad un altro gallo del pollaio Pd: Matteo Renzi.
L’unico irriducibile è l’onorevole Civati.
Ora più che mai, dopo il passo indietro di Bersani e l’inizio della corsa alla carica di segretario Pd, a cui Civati ha dichiarato di voler partecipare, occorre verificare che la posizione presa dal deputato sia genuina e disinteressata e non mero calcolo politico, non sola intenzione di mettersi a capo di quel gruppo di elettori che non ammettono alleanze con il “Caimano”.
Non vorrei che la segreteria Pd passasse da un “onesto senza leadership” a un leader disonesto.