
Le elezioni europee sono ormai passate da una ventina di giorni, e il lungo lavoro di raschiamento genitale di politici e giornalisti nei salotti TV è passato a nuovi e migliori argomenti – tipo i risultati della nazionale di calcio, la nuova cagna di Berlusconi (nel senso proprio di animale peloso a quattro zampe: Dudina) e altre amenità.
Purtroppo, tra il Maalox di Grillo e lo strano fenomeno scientifico della crescita di diversi centimentri degli esponenti PD in diretta TV, i professionisti dello sciò biznezz hanno colpevolmente sorvolato su diversi soggetti più che degni di approfondimenti giornalistici.
Ad esempio, per la prima volta entrerà nel parlamento europeo un neonazista tedesco. Detta così la notizia potrebbe sembrare alquanto inquietante, ma a differenza di altri paesi, in Germania l’estrema destra continua a mantenere una soglia di consenso prossima a quella di Giuliano Ferrara ad un ritrovo di culturisti.
Solo che la Corte Costituzionale tedesca ha bocciato la legge elettorale che prevedeva gli sbarramenti al 4%, e pertanto l’NPD è riuscita a rimediare un seggio con appena lo 0.8% dei voti.
Se gli altri paesi europei funzionassero altrettanto bene, il tapino si ritroverebbe solingo in un angolo a chiedere la parola giusto per informarsi se il ruolo di Kapò è ancora disponibile…
“Onorevoli colleghi, sono qui a parlare in rappresentanza dello 0.8% di elettori mentalmente sottosviluppati della Germania…” – viene zittito dalle risate.
…invece, siccome altri paesi non se la passano altrettanto bene, il rappresentante dell’NPD si ritroverà in compagnia di una discreta risma di colleghi nostalgici del terzo Reich. Ad esempio gli ungheresi di Jobbik, partito dichiaratamente xenofobo, antisemita, e con una preoccupante passione per le formazioni paralimitari, ma anche i greci di Alba Dorata: tutti sufficientemente ignoranti da dimenticare che i loro paesi ai bei tempi di Adolfo erano delle simpatiche colonie da cui prelevare manodopera gratuita mediante deportazione forzata. Immagino sempre la scena del loro trionfo finale in cui, mentre brindano felici tutti assieme, un drappello di ricostituite SS fa irruzione e porta via tutti i non-tedeschi, che vengono caricati su un vagone piombato con gli occhioni spalancati dallo stupore, tipo bimbo a cui hanno appena spiegato che Babbo Natale non esiste, e Putin invece sì.
In Francia e Inghilterra inveve le forze di estrema destra non si sono limitate a superare lo sbarramento: il Front National di Marine Le Pen e l’UKIP di Nigel Farage hanno letteralmente trionfato. Sulla prima c’è poco da dire: è antiabortista, anti-eutanasia, favorevole alla pena di morte, ed è una grande ammiratrice di Putin (il quale però rispetto alla pena di morte si è sempre dichiarato contrario, a meno che non sembri un incidente): potrebbe essere il sogno erotico di Borghezio, se quest’ultimo non avesse recentemente confermato il famoso detto “chi disprezza compra” nella maniera più letterale possibile, ammettendo di aver frequentato prostitute di colore per buona parte della sua vita.
Sull’UKIP invece si può ironizzare un po’ di più, non foss’altro perché diversi esponenti del suddetto partito si sono resi protagonisti di siparietti comici esilaranti, di cui qualcosa potreste aver letto sui giornali (data la brillante idea dei grillini di cercare un avvicinamento a costoro).
Ad esempio, il tesoriere del partito, Stuart Wheeler, ha dichiarato: “Le donne non sono competitive quanto gli uomini: guardate gli scacchi, il bridge, il poker… le donne non vincono mai quanto gli uomini”. Se fosse semplicemente un’affermazione sessista potremmo anche bollarlo semplicemente come idiota, ma un politico, ancorché di estrema destra, almeno un po’ di statistica dovrebbe conoscerla, specie se fa il tesoriere: i dati vanno pesati sul numero di partecipanti di entrambi i sessi alle suddette manifestazioni sportive (esempio: ad una serie di tornei partecipano 99 uomini e una donna; se gli uomini vincono il 98% delle volte vuol dire che le donne sono più brave, visto che hanno vinto percentualmente il doppio).
(nel frattempo, a Las Vegas: quando si dice il tempismo…)
Un altro (per fortuna ex) membro dell’UKIP con la rara capacità di riuscire a dire in pubblico quello che una persona normale si vergognerebbe di pensare in privato (il famoso gene Gasparri) è Godfrey Bloom: costui è riuscito a presentarsi all’europarlamento ubriaco, ad apostrofare quali peripatetiche delle militanti del suo stesso partito, a dire che lui rappresenta solo le donne che fanno trovare la cena pronta al marito quando torna a casa, e si è riferito ai paesi africani che ricevono aiuti internazionali come paesi Bongo-Bongo. Cose che farebbero impallidire molti cittadini di molti paesi europei, ma noi italiani per fortuna siamo vaccinati da anni, grazie a Calderoli.
L’elenco sarebbe lungo… c’è Douglas Denny, quello che “gli omosessuali sono sodomiti e comunisti: la piantino di definirsi normali”: un autentico segugio, pensate quando scoprirà che gli omosessuali sono anche gay; c’è Giulia Gasper: “Gli omosessuali preferiscono fare sesso con gli animali” (come prendere la friendzone con filosofia); e c’era persino quello che sosteneva che le alluvioni erano colpa dei matrimoni gay: come è noto infatti in gran Bretagna non pioveva mai fino al marzo scorso.
Nello zoo dell’europarlamento fa la sua comparsa anche la prima deputata femminista: Soraya Post, di origine Rom e attivista per i diritti dei gay. Alla notizia Giovanardi è esploso. Una ragionevole previsione dei suoi interventi in aula potrebbe essere la seguente:
“Dobbiamo parlare dei veri problemi dei cittadini!”
“Di quali problemi sta parlando?”
“Ma no, niente…”
“Scusi, ha appena parlato esplicitamente di problemi”
“Se ci tenevate davvero dovevate capirlo da soli”
Purtroppo però si vociferà che difficilmente sarà incisiva nelle votazioni, a causa della sua tendenza ad astenersi dicendo “Fate pure come vi pare”.
In tutto questo sembrerebbe quasi che l’Italia per una volta mandi dei rappresentanti capaci di non sfigurare (soprattutto se rapportati a cotanti statisti esteri), ma non sottovalutiamoli: dopotutto i siparietti dei leghisti a Strasburgo sono divenuti celebri negli anni (in testa l’impareggiabile “Italia Italia vaffanculo” urlato da Borghezio che sventolava la bandiera della Padania), quindi l’europeo delle figure di merda è tutt’altro che chiuso.
Luca Romano
@twitTagli