10 vegetariani tipici con cui prima o poi dovrete far cena

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Non so se sia un pregio o un difetto, ma mangio tutto. Davvero tutto. Quindi se qualcuno mi invita a cena è difficile che chieda dove si va a mangiare, non mi faccio problemi, non posso che trovarmi a mio agio in qualsiasi ristorante.
Mi sbagliavo! Ho capito che anche al ristorante puoi essere tu quello diverso. Tu onnivoro. Tu che non dici mai andiamo da quella parte o quell’altra, ma ti adegui semplicemente.
Proprio tu che mangi soprattutto carne, pesce e qualsiasi cosa abbia un sistema cardiovascolare.

Non solo ci si sente diversi, ma ci si sente improvvisamente in colpa per aver ucciso qualcuno. Anche se in realtà è chiaro che non è cosi: io mi sto occupando semplicemente di mangiarlo. Non sono un’assissina!
Dalla cena con persone semisconosciute vegetariane, al primo appuntamento con un tipo vegetariano, ne sono uscita con la testa bassa e l’esigenza di fare mea culpa: ma oltre a non essere vegetariana, non sono nemmeno cattolica. Quindi niente preghiera e niente voto di vegetarianità!
In seguito al putiferio suscitato dal nostro collega Andrea Dotti con le sue 10 reazioni tipiche della gente quando riveli di essere vegetariano, ecco un piccolo decalogo che illustra invece le categorie più diffuse di commensali vegfriendly. Uno spaccato sociologico di un banchetto moderno.

L’INVIDIOSO
La peggiore categoria che ti possa capitare mentre stai per addentare il tuo spada alla griglia che ti guarda fumante. Solitamente è vegetariano da poco e forse neanche troppo convinto, ma al tavolo ha accanto la fidanzata rigorosamente vegetariana, oppure non vuole essere quello diverso insieme a te.
Cerca di convincerti che è sbagliato mangiare carne e pesce, ma muore dalla voglia di avere il tuo piatto, lo guarda con gli occhi a forma di cuore. È geloso e dunque pensa “se quello spada non sarà mio, allora non deve essere di nessuno”.
L’invidioso 2.0 ti fa cadere il piatto fingendo accidentalità.

IL CONVERTITO
Cerca di spiegare i millemila perché lo hanno portato a questa decisione radicale nella vita, nonostante arrivi da una famiglia di cacciatori e i genitori abbiano la più grande macelleria della provincia.
Parla ininterrottamente cercando di convincerti: ormai rinnegato dalla famiglia, si fa profeta di questa nuova grande comunità che lo ha accolto.
Nel frattempo tu, carnivoro, hai modo di gustare il tuo roast-beef senza prestargli troppa attenzione: lui si auto compiace e tu magni! Ai sensi di colpa ci pensiamo a pancia piena!

L’ONCOLOGO
Reduce da un Master con il Professor Veronesi, dà una serie di spiegazioni scientifiche sugli effetti cancerogeni della carne.
Usa un sacco di termini complicatissimi, nessuno lo capisce davvero ma tutti (tranne te, carnivoro) lo guardano e ascoltano estasiati.
Salvo poi alzarsi prima dell’arrivo dei piatti, dopo l’antipasto, dopo il primo, dopo il secondo, dopo il dolce, dopo il caffè, dopo l’amaro per fumare… e sarà quello che al momento dei saluti dirà “dai, fumiamo l’ultima e poi a nanna?”.

L’HIPPIE
Figlio dei figli dei fiori, è cresciuto in una famiglia di vegetariani. Sembra che sia vissuto accanto a John Lennon fino a ieri. Il carnivoro lo guarda come un essere mistico: possibile che in tutta la vita non abbia mai mangiato un hamburger?
È cosi certo della sua scelta che la dà per scontata e non prende in considerazione la possibilità che ci si possa nutrire di carne. Chissà che infanzia infelice!
Niente Mc Donald, niente lasagne della nonna, niente patatine al bacon. Però rispetto! Abbiamo di fronte un guru orientale che non si lascia tentare dai piaceri della vita… e comunque non sa cosa si perde!

L’ANIMALISTA
È il vegetariano più documentato, conosce tutti i metodi di sfruttamento di ogni animale e te lo spiega con dovizia di particolari.
Tu guardi il tuo brasato al barolo un po’ impietosito: quante sofferenze per arrivare fino al tuo piatto. L’uccisione macabra, lo scuoiamento, la macellazione, l’annegamento nel barolo… povero brasato! No, scusate, povero manzo!
Al che l’animalista commette l’incoscienza: ordina spaghetti ai ricci di mare e una frittura di crostacei. La mia espressione si fa cupa e sbotta in un grido: porca paletta! I due piatti più cari del menu e della storia!!! Ma ‘sto vegetariano mangia pesciolini…?
La giustificazione: non hanno il sistema nervoso centrale, quindi non sono senzienti, non sentono nulla.
Ah si? Bella comodità per prendere i piatti più cari e poi pagare alla romana, la prossima volta lo faccio pure io!
Scusate, sono non vegetariana, non cattolica e pure ligure!

L’INSICURO
Lo conosci da una vita, gli vuoi bene, ma sai che è talmente insicuro che si convince di essere sicuro almeno su un tema per volta.
Lo hai visto essere: quello più alto della classe, il più grande conoscitore di Dante, il più grande politologo, il barman più bravo, l’harleysta più figo, quello che ce l’ha più grosso… oggi è il vegetariano più vegetariano mai esistito.
Lui parla e tu annuisci.
I tuoi tentativi di riportarlo alla vita reale sono esauriti: le hai provate tutte, non ce l’hai fatta e ora ti tieni il tuo amico cosi. Dopo 20 anni comunque sei affezionata a lui e al suo disturbo bipolare.

IL VEGANO
Dice ad alta voce e fiero di sé che lui non mangia nulla di origine animale. La tavolata si divide tra chi lo adula, chi si vergogna e chi ritiene che la sua scelta sia eccessiva.
Si scatena la discussione.
Ma tu, carnivoro, non sei nemmeno preso in considerazione: sei il reietto della comunità.
Se vuoi dopo le linguine al ragù di cinghiale puoi ordinare ancora qualcosa: meglio se riesci a radunare in un unico piatto uova, latticini, carne… mi raccomando non verdura. Tu sei un alternativo!
Nel frattempo il vegano parla del suo blog “l’insalata soffre”.

IL COLPEVOLISTA
Non adduce motivazioni al suo stile nutrizionale, non partecipa alle discussioni con i suoi simili, ti osserva schifato e non fa altro che chiederti “Non ti senti in colpa?”. È molto irritante.
Al terzo “Non ti senti in colpa?” gli racconti il perché del tuo essere cosi beceramente carnivoro. Racconti di tuo nonno che aveva un sacco di animali e quindi fin da piccola sei stata abituata a veder uccidere polli, conigli, maiali. E il vicino del nonno che ammazzava i capretti e gli agnelli. L’amico che andava a caccia. E tuo zio, appassionato di pesca.
Visto la pochezza dei suoi argomenti spieghi dettagliatamente le procedure che conducevano le bestiole nel tuo piatto: quanto erano buone!
Il colpevolista tenterà di abbozzare qualche “Non ti sentivi in colpa?” (l’imperfetto qui è d’obbligo), ma a certo punto rinuncerà: ti lascerà parlare e mangiare.
Se ci sarà una prossima cena ordinerà una tagliata al sangue.

IL RASTAFARIANO 
Non si è mai ripreso dalla fase adolescenziale in cui ascoltava a ripetizione Bob Marley, forse ha un po’ esagerato con l’erba e la cultura rastafariana.
È un fedele. Il rastafarianesimo è una religione, quindi il carnivoro lo rispetta come rispetterebbe il musulmano che non mangia il maiale e l’indiano che non mangia la mucca.
A meno che il carnivoro in questione non simpatizzi Lega Nord.

IL TRENDY
Dichiara candidamente alla tavolata la sua vegetarianità, anzi che sta tentanto di diventare vegano, salvo ordinare un’insalatona (emblema del vegetariano) con tonno, acciughe, uova, formaggio.
Il resto della tavolata non lo considera, o meglio lo sta mettendo al tuo pari: reietto!
Caro carnivoro, la tua serata sarà una tragedia: sarai escluso dalle discussioni e costretto a un dialogo con una persona con un QI di un ominide.
Sta a te decidere se fingere tutta la sera o tentare di farle capire al tuo unico interlocutore chi sono veramente questi vegetariani e che abitudini hanno.
Nel dubbio, caro carnivoro, insieme allo stinco di maiale bevi un bel po’ di Chianti… dicono anestetizzi. 

Eleonora Ferraro
@twitTagli

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