Prova costume: il circolo vizioso della dieta fai-da-te

fruttaL’estate? Per tutti un traguardo agognato, ma per molti (anche) il momento di un giudizio temuto: quello della prova-costume.

Pronti-via: partono le corse per arrivare perfette, novella inquisizione, all’insindacabile tribunale del bikini. Anche coloro che, almeno fino a Pasqua, si strafogavano di dolcetti ipercalorici spaparanzati sul sofà, ora – al grido di “verdura e corsa unici amori” – si preparano ad affrontare lo spauracchio del due pezzi. Intanto, nelle edicole, sbocciano le copertine che garantiscono infallibili rimedi last minute.

Meno 4 kg in una settimana”. Magari “senza fatica”.

Avete mai avuto la curiosità di scoprire quale inghippo si celi dietro a questa seducente magia?

Questi titoli urlati si basano su un doppio errore di fondo: l’interpretazione della dieta come qualcosa di restrittivo e temporaneo (“voglio perdere quanti più chili nel minor tempo possibile”) e come qualcosa la cui finalità è solamente estetica.

Approccio sbagliato, dannoso, deleterio. E, quel che è peggio, foriero di inutile stress, fisico e psicologico. Ci avete mai pensato? Resistere per molto tempo a regimi così restrittivi è, semplicemente, impensabile.

Il cervello non impiegherà molto a chiederci un premio di gratificazione per i risultati raggiunti. Instaurando, così, un circolo vizioso: fatica, ricerca di gratificazione, fame emotiva, premio, rinnovata esigenza di fare fatica “per smaltire”. Risultato: autostima e umore in cantina.

La soluzione? Esiste. E passa per l’interpretazione che si dà alla parola “dieta”: non più sinonimo di “regime”, ma regole per uno “stile di vita”.

L’obiettivo è cercare di capire quali sono le scelte alimentari migliori per modificare le cattive abitudini della nostra quotidianità.

L’importante è evitare l’empasse simpaticamente riassunta nella grafica che segue.

dieta

Commerciale

Biologa nutrizionista

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