
“La cellulite è una malattia”. Con questo grido d’allarme un famoso spot pubblicitario punta il dito contro la pelle a buccia d’arancia e, indirettamente, medicalizza la situazione di tutte coloro che ne sono colpite.
La cellulite, dunque, sarebbe una malattia. “Lo dice anche la pubblicità”. “L’ho sentito in TV”.
Siamo sicure che questo basti?
Secondo la definizione classica, malattia è “ciò che mette a rischio la sopravvivenza o la capacità di riproduzione dell’individuo”. L’Organizzazione mondiale della sanità allarga leggermente il campo, e intende per malattia tutto “ciò che altera lo stato di salute, definito non già come la mera assenza di malattia, ma come ‘completo stato di benessere fisico, psicologico e sociale’”. In questi termini, però, qualunque problema diventa malattia.
È solo in questo senso (molto) lato che la cellulite (ma se per questo anche la calvizie e le rughe) può essere rubricata come “malattia”. Portando il discorso alle sue estreme conseguenze, anche una delusione lavorativa o d’amore potrebbe, per assurdo, essere chiamata malattia: in fin dei conti, un licenziamento o un addio mettono in crisi il nostro benessere psicofisico e sociale.
Non è un caso che lo spot della Somatoline sia messo in onda proprio nella stagione che precede le vacanze al mare (ne avevamo già parlato qui). Direste mai che, per una questione principalmente estetica, queste persone sono malate e devono curarsi?
Attenzione: nulla, in pubblicità, avviene per caso. Lo spot cattura l’attenzione della malcapitata e la convince a provare la famosa crema.
Si inizia la “cura” e a quel punto diventa difficilissimo farne a meno: l’inestetismo riappare, infatti, non appena si interrompe il trattamento con il prodotto pubblicizzato. (Va detto che il farmacista è tenuto a illustrare i limiti di utilizzo della Somatoline: il trattamento dura un mese, con applicazione cutanea di una bustina al giorno e la durata del trattamento è da personalizzare; tra un ciclo di trattamento e il successivo il farmacista consiglia sempre una pausa; il trattamento non viene venduto a chi ha problemi di tiroide, alle donne incinte e alle donne che stanno allattando).
La cellulite – sfatiamo un altro luogo comune – non colpisce solo le grasse: le stesse magre non ne sono immuni. È una malattia? Ci ripetiamo: no; perlomeno non in senso stretto.
Più precisamente è un inestetismo provocato da un’alterazione del tessuto sottocutaneo (o ipoderma) con ipertrofia delle cellule adipose: un’infiammazione dei tessuti sottocutanei provocata da un’alterazione del microcircolo.
I fattori scatenanti? Cause ereditarie, capi d’abbigliamento (troppo) attillati, stress, fumo, stile di vita sedentario.
Uno stile di vita corretto e una sana alimentazione fanno sì che gonfiori alla gambe, pesantezza e cellulite possano essere prevenuti.
Commerciale, Biologa nutrizionista
@twitTagli