
Un pezzo su Gramellini con le parole di Gramellini.
(in altri termini, una parafrasi del Buongiorno di oggi, dal titolo “Gufo abusivo“: in neretto le parole sostituite)
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Non sempre i cattivi scrittori fanno una brutta fine. Talvolta si fanno l’appartamento in zona movida. Massimo Gramellini, cognome da portinaio e fama di intellettuale, è il giornalista che da anni allieta i risvegli dell’umanità con i suoi “buongiorno” sulla vita, che ieri era terribile e oggi è un vero schifo ma domani sarà molto meglio, sempre che non vi appaia Cavour in sogno e vi dica che avete preso un abbaglio.
Poiché semina buoni sentimenti e parla d’amore, Gramellini gode di una certa considerazione presso le masse popolari del Paese, che lo rimpinzano di euro per accaparrarsi una copia delle sue produzioni letterarie. Più lui sprofonda l’Italia in cantina, più il suo conto in banca lievita verso le stelle. E, tra la cantina e le stelle, c’è la presenza fissa da Fazio che il furbone si è guadagnato coi proventi dei suoi “libri”, dotando il programma di quel carattere nazional-popolare che tanto infastidisce i membri di “Buongiorno un cazzo“ [gruppo Facebook di feroce contestazione al nostro eroe, NdR].
Al termine del programma Gramellini esce dallo studio, si infila il cappotto e, ancora tutto sognante, scrive il Buongiorno per il mattino successivo e lancia appelli di dubbio gusto per il cane di Berlusconi.
Impegnato ad annunciare il crollo del cinismo di qualche lontano penisolotto mediterraneo, questo genio del nostro tempo ha mancato un solo appello buonista in vita sua: quando i membri del B.U.C. scoprirono l’origine abusiva della lettera di Pasquale Buono e gli intimarono di rettificare il suo editoriale.
Ma chi lo conosce sostiene che Gramellini, quando si tratta dei fatti suoi, non è tipo che si deprima facilmente. Si limiterà a scrivere l’ennesimo “Buongiorno” fasullo dal suo ufficio, da dove continuerà a godersi la vita mangiando farinata e a rovinarla a quelli che lo pagano. Contenti loro (beato lui).
Commerciale feat. Massimo Gramellini
@twitTagli