
1 – Criptovaluta
La più famosa criptovaluta in circolazione sono i Bitcoin: sono saliti all’onore delle cronache sul finire di questo 2017, a causa delle grossissime oscillazioni finanziarie ad essi collegate.
Noi nel 2015 scrivemmo un pezzo per approfondire la questione: se siete interessati, lo trovate qui.

2 – Surriscaldamento
Tutto ciò ha avuto ovvie ripercussioni sull’inquinamento delle aree urbane, in cui l’aria è stata per lunghe settimane irrespirabile.
3 – Etruria
Maria Elena Boschi, passata da Fatina-Post-Democristiana a maliarda intrallazzatrice nel giro di pochi mesi, è al centro della polemica politica a causa del suo “interessamento” nei confronti delle banche popolari italiane. Anzi, di una in particolare, Banca Etruria, ove suo padre – già consigliere di amministrazione – ha assunto per pochi mesi la vicepresidenza.

Senza stare a riassumere l’intera vicenda, durata tutto il 2017, può essere utile ricordare che:
- La Banche Popolari italiane sono istituti di credito da anni attenzionate dal mondo della finanza e da quello della politica: sul piano dell’economia, non è raro che esse versino in condizioni disastrose per ricorrenti cattive amministrazioni; sul piano della politica, spesso sono state coinvolte in apparentamenti mai troppo trasparenti con questo o quell’esponente politico.
- Maria Elena Boschi non aveva titolo governativo per interessarsi a nessuna banca; e al tempo stesso, è certo che si sia interessata a una banca in particolare – ossia quella in cui, in un modo o nell’altro, erano coinvolti membri della sua famiglia.
- Pier Luigi Boschi – padre dell’ex-Ministro – è attualmente indagato dalla Procura di Arezzo per falso in prospetto e ricorso abusivo al credito.
- Diversi attori della questione (la Boschi stessa, e il Presidente della Consob, Vegas) negano che l’ “interessamento” di Maria Elena Boschi sia mai sconfinato nella “pressione”.
- Senza ombra di dubbio, la buccia di banana su cui la giovane (sic) ex-Ministro è scivolata è tanto banale da far sorgere qualche dubbio sull’adeguatezza del personaggio a calcare – con tanta sicumera – le vicende politiche nazionali. Ve lo vedete Cossiga (per dirne uno) farsi sbertucciare da tutta l’opposizione per una vicenda così marginale?
4 – #metoo
Harvey Wenstein è un uomo potentissimo: è un produttore di Hollywood, ha messo la firma (e i soldi) in decine di film di successo (Pulp Fiction, Babbo Bastardo, Django Unchained, e Shakespeare in Love con cui ha vinto un Oscar), ha deciso (e stroncato) una marea di carriere nel mondo del cinema.

Il 6 ottobre 2017 un’inchiesta del New York Times ha portato alla luce una prima denuncia di alcune molestie sessuali ai danni di attrici: veri e propri ricatti in cui il mercimonio era basato su promessa/minaccia sulla carriera con un rapporto carnale come controprestazione. Da quel 6 ottobre, si è scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora: non solo le inqualificabili metodologie di Wenstein sono state più e più volte confermate da diverse altre denunce susseguenti, mettendo fine alla sua presentabilità pubblica, ma molti altri personaggi dello show-business sono stati travolti dalle accuse di molestie sessuali nei confronti di donne (in Italia, ad esempio, Fausto Brizzi) e di uomini (Kevin Spacey).
5 – Catalogna
La farsa è stata riempita dalle mosse ora avventate ora miopi ora picaresche dei vari attori della scena pubblica catalana (il presidente della Generalitat de Catalunya Carles Puigdemont su tutti, ma non da meno il Presidente del Governo spagnolo Mariano Rajoy, e i vari organi costituzionali iberici), conseguendo nel meraviglioso risultato di far celebrare un referendum illegittimo, fare stralcio del Diritto Internazionale, gettare sul popolo catalano la responsabilità di una mossa politica gravissima senza avere dei piani operativi per l’indomani, e al tempo stesso legittimare de facto una posizione politica inconciliabile. Un bel guazzabuglio moderno, per citare Mago Merlino.

6 – VAR
Il VAR (e non “la” VAR) è composta da due arbitri di Serie A che vivisezionano l’operato dell’arbitro su più schermi posizionati in un gabbiotto fuori dallo stadio. In determinate situazioni, l’arbitro può avvalersi dell’aiuto dei suoi colleghi, che possono rivedere istantaneamente le azioni, e addirittura andare a visionare lui stesso il replay.
È un ottimo strumento, con qualche difetto dato dalla sua fase ancora sperimentale: sarebbe bello vederla applicata sullo stile dell’Eye Hawk tennistico, con la possibilità di richiederne un certo numero di interventi da parte dei giocatori stessi. Ma a nessuno pare una soluzione furba: peccato.
7 – Eliminati
Il nostro calcio vive un periodo di appannamento, in cui i talenti conclamati scarseggiano praticamente del tutto: una guida tecnica di basso profilo – al secolo, Gian Piero Ventura – ed una Federazione Italiana Gioco Calcio in grande crisi di credibilità interna hanno fatto il resto. Svezia ai mondiali dopo aver tenuto lo 0-0 di San Siro, e noi eliminati!
8 – Nord Corea

Gli analisti dubitano che Kim Jong Un sarà mai tanto scriteriato da giocare seriamente coi petardi, ma sta di fatto che la Corea del Nord è al centro del dibattito pubblico internazionale. Per l’unico Paese buio di notte del pianeta, un risultato non trascurabile.
9 – Post verità
Sul come e sul perché le false notizie peggiorano il nostro modo di vivere, aveva scritto un bel pezzo: lo potete recuperare qui.