Molestie: è ora di finirla con la caccia alle streghe

Quest’anno il 25 novembre, la giornata dell’odio misandrico spacciata per giornata contro la violenza sulle donne, è capitato nel momento perfetto: dopo un mese di caccia alle streghe, di uomini che improvvisamente si scoprivano molestatori sessuali trent’anni dopo aver avuto un approccio con qualcuna, i post di Facebook avevano appena iniziato a cambiare argomento, e il 25 novembre arriva a rinfocolare gli animi.
Meno male, perché si stava alzando qualche voce dubbiosa, ad esempio dopo aver letto che Clarissa Marchese, dopo aver accusato di molestie e distrutto la carriera di Fausto Brizzi (contratto con la Warner terminato), ha detto che no, non erano molestie, si era solo sentita infastidita dalla domanda “se le chiedessero di fare scene di nudo, sarebbe in grado? si sentirebbe imbarazzata a spogliarsi davanti a me?”. Oppure dopo aver sentito che nel paese del ritardo mentale si è arrivati ad accusare di molestie le persone anche per gli abbracci.

Insomma, non vorremmo mai correre il rischio di doverci dare tutti una calmata nell’accusare il prossimo, quindi ben venga che entrambi i presidenti delle camere del Parlamento rilancino ancora una volta l’accusa sessista all’intero genere maschile di essere responsabile di un fenomeno, la violenza sulle donne, dipinto come emergenza anche se i numeri mostrano il contrario.
E in linea con la posizione vigliacca e schifosa della seconda e della terza carica dello stato, ben venga che in Francia un collettivo femminista proponga l’abolizione della presunzione di innocenza – e mica sul giornaletto della scuola eh, bensì sul primo quotidiano francese per diffusione.
Sei un uomo accusato di stupro o molestie? Sei colpevole fino a prova contraria: Torquemada e Stalin non sono morti invano.

Tanto i casi in cui le accuse si rivelano false sono pochissimi, come rivela Nebo qui;  e sicuramente tenderanno a diminuire se verrà accolta la proposta dell’associazione Non Una di Meno, che propone incentivi economici alle donne che avranno il coraggio di uscire allo scoperto e denunciare una violenza sessuale: tanto gli uomini sono tutti colpevoli, come ci ricordano Piero Grasso e Laura Boldrini, quindi possono benissimo farsi anni di carcere gratis, sempre che non siano così furbi da registrare le conversazioni col cellulare.

Una femminista su Twitter qualche giorno fa ha coraggiosamente dichiarato che se degli uomini innocenti devono finire in carcere perché ci si liberi del patriarcato, lei è prontissima a pagare tale prezzo – tanto in carcere ci va qualcun altro: ecco, fosse vero, se non altro vorrebbe dire che la loro guerra contro le violenze è prossima alla vittoria.
Il problema è che non è vero nemmeno quello: da quando negli ultimi anni è montata l’isteria per cui qualunque cosa è stupro (in Italia in misura minore, nel mondo anglosassone moltissimo), le denunce per stupro o molestie sono aumentate sproporzionatamente, ma le condanne sono rimaste più o meno le stesse. Ed è normale che sia così, perché se si concentrano tutte le risorse sull’insegnare agli uomini a non-stuprare, nozione di cui siamo tutti in possesso, e sul pretendere dai maschi che si dissocino e si scusino ogni 3×2, si fa tanta retorica misandrica, ma non si affrontano le cause reali del problema – che sono ad esempio la cultura conservatrice della coppia e della famiglia, la sessuofobia dilagante (anche e soprattutto tra le femministe), etc.

Leggendo le notizie di oggi mi sono imbattuto anche in questa: a Torino è stato chiuso un blog pro-anoressia; secondo Repubblica, i siti pro-anoressia in Italia continuano ad aumentare: tra blog e pagine Facebook si arriva a 300.000 siti internet (uno ogni 10 adolescenti di sesso femminile), a cui vanno aggiunti gruppi whatsapp e simili. Più di metà delle frequentatrici ammette di aver imparato a vomitare su Internet, si scambiano consigli per non sentire la fame e postano orgogliose foto col sondino nasogastrico.
Siete andati avanti per un decennio a dire che l’anoressia era colpa dei maschi, dei nostri modelli di bellezza sballati. Non avete mai ascoltato chi vi diceva che le cause erano di origine psicologica e non sociale, che l’anoressia non ha nulla a che fare col piacere al prossimo e soprattutto, cazzo, che nessun uomo si è mai eccitato guardando una col sondino naso-gastrico.
Il risultato è che ora abbiamo le modelle curvy, l’obesità sdoganata, il “fat-shaming” è considerato un comportamento moralmente esecrabile… e l’anoressia rimane la prima causa di morte per le ragazze tra i 12 e i 25 anni. E nonostante questo non viene considerata un’emergenza, forse perché emergenza per voi vuol dire “qualcosa di cui si può incolpare qualcuno”, e siete rimasti a corto di capri espiatori.

La stessa cosa continuerà ad accadere con lo stupro, le molestie, e il “femminicidio”. State contribuendo a forgiare una società di castrati e depressi, che preferiscono chiudersi in casa con videogiochi e psicofarmaci che andare in un bar a baccagliare; ai bambini maschi nelle scuole si insegna che sono dei mostri – poco importa se ci vanno di mezzo anche quelli che sono bullizzati dalle compagne, picchiati dalle madri o semplicemente timidi e insicuri; la depressione è diventata la malattia regina dell’occidente nel terzo millennio (ma tanto sono quasi solo uomini quelli che finiscono a suicidarsi, per le donne c’è supporto e comprensione) e in tutto questo, come per l’anoressia, non risolverete il problema.

Tutto quello che otterrete sarà una società maschile divisa in tre: la maggioranza rumorosa di quelli che si sentono in colpa perché hanno il cazzo (come il vergognoso, vigliacco e sessista presidente del Senato Piero Grasso), la minoranza (quasi) silenziosa di quelli che non si sentono in colpa, ma continueranno ad avere il terrore di parlare con una donna senza testimoni o telecamere (perché non sai mai se è una persona normale o lei): e quelli che continueranno a picchiare, molestare e stuprare, tranquillamente nascosti tra le prime due categorie.
A quel punto, in assenza di capri espiatori, le notizie su stupri, femminicidi e molestie subiti da donne potranno tornare nella pagina della cronaca locale dei giornali. A fianco agli stupri, gli omicidi e le molestie con vittime uomini, che da quella pagina non sono mai usciti.

Luca Romano