Durante queste due settimane hanno avuto luogo tutti i grandi appuntamenti della manifestazione: il Big One for One Drop, il Poker Player’s Championship, il Ladies’ Event e via dicendo. Iniziamo quindi da dove ci eravamo fermati la volta scorsa.
Evento #44, $3.000 No-Limit Hold’em: si tratta di un evento particolare, il formato è quello noto e praticato da tutti gli amatori, ma il buy-in leggermente superiore ha visto formarsi un field abbastanza denso di professionisti. Alla fine il braccialetto lo vince un amatore, Sandeep Palusani, strappandolo all’ultimo a un professionista, Nial Farrell. Da segnalare la prestazione di Nam Le, storico giocatore della vecchia scuola, che ha concluso il torneo in settima posizione.
Evento #45, $1.500 Ante Only Hold’em: altro formato “sperimentale”, si tratta di un torneo di Texas Hold’em dove però al posto delle puntate obbligatorie (i bui o blinds) ci sono le Ante, ovvero puntate obbligatorie molto più piccole ma che ogni giocatore al tavolo è tenuto a mettere (mentre i bui vengono messi solo dai due giocatori alla sinistra del mazziere). Torneo divertente e spettacolare, ha visto prevalere il professionista Ben Volpe, anche se il rimpianto più grosso è per Chris Moorman, il più forte giocatore di tornei online di sempre, che ha visto sfumare così la possibilità di rispondere al successo live del suo diretto rivale Steve Gross (vedi puntata precedente).
Evento #46, $3.000 Pot-Limit Omaha Hi-Low: questo torneo ha pagato il forte dazio di essere stato disputato in contemporanea all’evento #47, che ha visti impegnati tutti i più grandi campioni. Così, oltre a qualche amatore che ha voluto provare un formato “diverso”, i partecipanti sono stati quasi tutti piccoli professionisti specialisti di questa variante. Vince Vladimir Shchemelev, in finale su Mel Judah.
Evento #47, $111.111 Big One for One Drop High-Roller: non avete letto male, il buy-in di questo torneo era proprio a sei cifre: parte dell’incasso andava in beneficenza, l’altra parte nel montepremi. A prendere parte a questo evento sono stati “solo” 166 giocatori, tutti super-campioni o multimiliardari. Evento ad alto tasso di spettacolo, è anche stato uno dei pochi a venire trasmesso in streaming per intero (invece del solo tavolo finale). Per dare un’idea dei nomi, basta dire che ad un certo punto c’erano Daniel Negreanu, Gus Hansen, Andrew Lichtenberger, Phil Laak e John
Juanda seduti allo stesso tavolo. Alla fine a vincere è stato Tony Gregg, in finale contro Chris Clodnicki, ma che dire del quarto posto di Antonio Esfandiari? “The Magician” si dimostra uno dei migliori giocatori di questo tipo di eventi (è lui il vincitore dell’edizione inaugurale dell’anno scorso, dal buy-in di un milione di dollari), e con questa prestazione maiuscola rafforza la sua leadership nella classifica dei guadagni di tutti i tempi.
Evento #48, $2,500 Limit Hold’em Six Handed: ormai dovreste averlo capito, i giochi Limit e i giochi No-Limit hanno poche parentele, e quindi i nomi in cima alle classifiche sono spesso diversi. Se però avete letto la puntata precedente, Marco Johnson dovreste averlo già sentito: la settimana scorsa aveva giusto perso per un soffio un braccialetto arrivando secondo; evidentemente non deve averlo digerito. Così ha pensato bene di conquistare questo difficile torneo, stra-dominando il tavolo finale. Seconda piazza per Jeff Thompson, terzo classificato Juha Helppi, giovane finlandese grande promessa.
Evento #49, $1.500 No Limit Hold’em: evento praticamente solo più per amatori, i professionisti hanno ben altro da fare in queste ultime settimane. Nessuna sorpresa quindi se non ci sono nomi noti in alto in classifica: vince Barny Boatman, su Brian O’Donoghue.
Evento #50, $2.500 10-Game Mix: evento assolutamente unico nel corso della manifestazione, in cui si giocano addirittura dieci varianti contemporaneamente. Questo torneo prevede mani di Hold’em (Limit e No-Limit), Pot-Limit Omaha, Fixed Limit Omaha Hi-Low, Stud, Razz, Stud Hi-Low, 2-7 Single e Triple Draw (il primo No-Limit, il secondo Limit) e Badugi. Quest’ultimo è un gioco molto particolare, simile al Draw, dove il punto è formato da sole 4 carte e il punto migliore sono 4 carte, più basse possibili, una per seme. Questo torneo ha visto gli specialisti prevalere nettamente sui campioni più affermati: grandi premi per piccoli nomi, come quelli di Brandon Wong, il vincitore, o di Sebastian Saffari, il finalista, e premi piccoli per nomi altisonanti (Greg Raymer, campione del mondo 2004, 11°, Scotty ‘Nguyen, 21° e poi Freddy Deeb, Shawn Buchanan e vari altri).
Evento #51, No-Limit Hold’em Ladies’ Event: l’evento riservato alle donne ha una strana storia alle spalle. La legge americana infatti non permette l’esistenza di eventi del genere, per cui sebbene l’evento fosse formalmente riservato alle donne, non si poteva impedire ad un uomo di competere. Così capitava ogni anno che qualche simpaticone si presentasse per godersi la compagnia femminile e per competere in un torneo ritenuto più facile. Addirittura qualche burlone si presentava travestito da donna. Quest’anno l’organizzazione delle WSOP ha trovato il modo di aggirare il problema: è vero che non si possono escludere gli uomini dal torneo, ma nulla vieta che l’evento abbia un “ingresso ridotto” per le signore come in discoteca. Il Ladies’ Event quindi è stato presentato come evento con buy-in di $10.000 in cui però le donne pagavano soltanto $1.000, e nessun buontempone si è presentato ai nastri di partenza. A vincere è stata la semi-professionista canadese Kristen Bicknell, con un gioco da far invidia a molti uomini. Piazzamento a premi per la bellissima super-professionista inglese Liv Boeree.
Evento #52, $25.000 No-Limit Hold’em Six Handed: altro evento dal buy-in selettivo per professionisti, questo super-evento ha visto anch’esso un imponente schieramento di campioni ai nastri di partenza. A spuntarla alla fine è stato Steve Sung, dopo un testa a testa spettacolare ed estenuante contro uno dei giocatori più forti degli ultimi anni, Phil Galfond. A premi anche il fortissimo tedesco Marvin Rettenmaier e il solito David “Bakes” Baker, ma ormai la cosa non fa più notizia.
Evento #53, $1.500 No-Limit Hold’em: altro evento per amatori, ha visto prevalere l’americano Brett Shaffer, che comunque aveva già collezionato diversi risultati utili nel circuito. Secondo posto amaro per il professionista David Vamplew, che per la seconda volta nel giro di un mese si deve arrendere all’ultimo avversario. Quarto posto per una fanciulla, la newyorkese Loni Harwood.
Evento #54, $1.000 No-Limit Hold’em: l’ultima settimana di WSOP prevede molti eventi NLHE, per un semplice motivo: l’ultimo evento della manifestazione è proprio il campionato del mondo di questa disciplina, la più nota e amata al mondo. Quindi le ultime settimane sono quelle in cui Las Vegas è più affollata di amatori ansiosi di giocare, e l’organizzazione non si fa certo pregare. Ecco quindi un altro evento per non professionisti, e a trionfare su ben 2.800 giocatori è stata una donna: Dana Castaneda, amatrice, porta a casa il suo primo braccialetto, e piazza un punto importante nella lotta per la diffusione di questo sport tra il gentil sesso.
Evento #55, The Poker Player’s Championship: il buy-in è proibitivo, $50.000, il torneo è difficilissimo (8-Game Mix), il livello è astronomico. Soprannominato “All-star Showdown” questo evento ha visto schierati tutti i giocatori più forti e completi del mondo: persino Doyle Brunson si è fatto vivo per partecipare a questo evento. Anche se nelle otto discipline sono previsti anche giochi No-Limit e Pot-Limit, l’evento è strutturato in modo da non costringere praticamente mai i giocatori a dover correre rischi per motivi di tempo (bui che si fanno troppo alti), così che solo le diverse abilità richieste la facciano da padrone. Vince il fortissimo Matthew Ashton, dominando un tavolo finale pieno di stelle, come Don Nguyen, già secondo al campionato mondiale di Heads-Up, David Benyamine, specialista di mixed games e fortissimo giocatore di Cash-Game, e Jonathan Duhamel, campione del mondo 2010. Rimpianti, tanti rimpianti, per Max Pescatori: l’italiano si arrende in 18esima posizione, a sole due posizioni dalla zona premi.
Evento #56, $2.500 No-Limit Hold’em: coi professionisti tutti impegnati nel Poker Player’s Championship, il torneo era tra quelli di livello più basso delle WSOP. A vincerlo è stato il tedesco Nikolaus Teikert, in finale su Vincent Maglio, dopo un tavolo finale divertente e pirotecnico, ma povero di giocate di maestria.
Evento #57, $5.000 No-Limit Hold’em: questo torneo dal buy-in già impegnativo e dalla struttura più lenta per molti è una sorta di “allenamento” per il campionato del mondo. E abbiamo una bella notizia per l’italia: la presenza al tavolo finale di Antonio Buonanno, che al suo primo risultato utile alle WSOP conquista uno splendido quarto posto e 230.000 dollari. A vincere è l’inglese Matt Perrins, mentre il super-pro tedesco Philipp Gruissem si ferma all’undicesimo posto, subito prima di un altro maestro, Olivier Busquet.
Evento #58, $1.111 Little One for One-Drop: questo evento è stato concepito come il fratellino “per amatori” del torneo da $111.111, e proprio come il “Big One”, parte del montepremi veniva devoluto in beneficienza. Inoltre, solo per questo evento, veniva data la possibilità ai giocatori di “rientrare” dopo l’eliminazione, pagando una seconda volta la quota di iscrizione. Questo ha generato una partecipazione massiccia e un montepremi elevato (e conseguente raccolta benefica di successo). A vincere è stato l’americano Brian Yoon.
Evento #59, $2.500 2-7 Triple Draw Lowball: si tratta secondo molti di una disciplina sottovalutata, una delle poche che non ha avuto un campionato del mondo (lo ha avuto la disciplina “parente” del Single Draw), ed è un peccato. Il torneo ha visto uno dei tavoli finali più incredibili di sempre, con una quantità di stelle di prima grandezza semplicemente assurda. Al decimo posto Mike Watson, al nono Michael Mizrachi, al sesto Scott Seiver, al quinto David Baker (come, ancora lui? No, l’altro! Esistono infatti due giocatori omonimi, entrambi fortissimi, e stavolta è stato “ODB” – Original David Baker – a piazzarsi al tavolo finale). Quarto posto per David Chiu, già vincitore di un braccialetto la settimana scorsa, e per finire, sui gradini più alti del podio i due nomi più altisonanti: Eli Elezra, fortissimo cash-gamer e volto noto del poker televisivo, vince infatti il braccialetto in finale contro Daniel Negreanu, forse il giocatore più famoso al mondo.
Evento #60, $1.500 No-Limit Hold’em: le signore si fanno attendere, ma quando arrivano si fanno sentire. Dopo due tavoli finali nel giro di poche settimane (uno pochi giorni prima), Loni Harwood fa letteralmente a pezzi il tavolo finale di questo evento e si va a prendere il meritato braccialetto. La bravissima americana, che finalmente trova le luci della ribalta, ha tra l’altro battuto una serie notevole di record, tra cui quello del maggior numero di piazzamenti a premio in una sola edizione per una donna. Secondo posto per il canadese Yongshuo Zheng.
Evento#61, Pot-Limit Omaha Championship: penultimo titolo mondiale da assegnare, subito prima del Main Event; disciplina difficilissima, dove oltre all’estro sono richieste abilità matematiche eccezionali; un torneo per “duri” insomma. E il più duro di tutti è stato Daniel Alaei, che d’altra parte aveva già vinto questo medesimo titolo nel 2010. Quarto braccialetto per il campione americano di origini indiane. Secondo posto per Jared Bleznick, altro specialista dell’Omaha. Da segnalare il 10 posto di Oleksii Kovalchuk, il giovane ucraino già vincitore di due braccialetti che in molti considerano italiano “di adozione”: la sua carriera pokeristica e la sua crescita come giocatore sono avvenute tutte all’interno del circuito dell’Italian Poker Tour.
Altri Eventi: mentre scrivo è cominciato finalmente l’ultimo appuntamento, quello più atteso di tutti, il campionato mondiale di Texas Hold’em, detto anche Main Event. Al termine della prima giornata di gioco, a cui hanno preso parte più di 6.000 giocatori, tra i 3.000 rimasti abbiamo ancora la maggior parte dei grandi e grandissimi nomi del poker. Da segnalare tra i primi 20 in chips il leggendario Doyle Brunson, Michael Mizrachi e uno splendido italiano, Sergio Castelluccio.
Alla prossima settimana per il racconto del Main Event e per tirare le somme della manifestazione.
Luca Romano