Sessantadue tornei, per un totale di un mese e mezzo di eventi. Migliaia di giocatori, e milioni di dollari: anche quest’anno il mondo del poker sta per celebrare l’inizio delle sue olimpiadi, le World Series. La storica manifestazione, nata nel 1970 per iniziativa di Benny Binion, è ormai divenuta nel corso dei decenni un evento sportivo di primo piano, tanto che in America i tavoli finali più importanti vengono trasmessi su uno dei canali della principale emittente sportiva, ESPN.
In Italia probabilmente nessun canale TV seguirà questo evento, e se sarete fortunati leggerete qualche notizia in proposito a pagina ventordici della gazzetta dello Sport. Tagli, invece, seguirà la manifestazione: ogni settimana vi proporremo un riassunto degli eventi che si sono disputati, dei risultati dei campioni più noti, e dei successi della squadra italiana.
Questo piccolo pezzo è quindi un antipasto di ciò che ci attende nelle prossime settimane.
I giochi
Alle World Series of Poker (da adesso WSOP per brevità) si disputano tornei in tutte le specialità di poker. Queste si possono dividere in tre categorie: common-card, draw e stud. I giochi common card (a carte comuni) sono quelli dove il punto si forma combinando le carte in mano a quelle sul tavolo (comuni a tutti i giocatori): a questa categoria appartiene il noto Texas Hold’em, ma anche l’Omaha e l’Omaha Hi-Low, dove le carte in mano ad ogni giocatore sono 4.
I giochi draw sono quelli dove non ci sono carte comuni, ma si ha la possibilità di effettuare uno o più cambi di carte, come nel classico poker all’italiana. Vengono giocati nella modalità deuce-to-seven, dove il punto vincente è il più basso e non il più alto (in questa modalità la varianza è molto più bassa e l’abilità viene più premiata).
I giochi stud sono quelli dove ogni giocatore ha la sua mano, ma parte di essa è visibile anche agli altri: le prime tre carte vengono servite assieme, poi c’è un giro di puntate ad ogni carta fino alla settima (il punto è composto dalle migliori 5). Le tre varianti principali giocate in questa modalità sono lo Stud vero e proprio, il Razz e lo Stud Hi-Low.
Ogni gioco può poi essere giocato con diverse modalità di puntata: in alcuni casi infatti l’ammontare delle puntate è fisso, e tale modalità è detta Fixed Limit, o semplicemente Limit: i giochi stud sono sempre giocati in modalità Limit.
In altri casi l’ammontare della puntata è pari a quanto è già nel piatto, il che implica che i primi giri di puntate sono piccoli, ma le puntate crescono esponenzialmente ad ogni rilancio: questa modalità, detta Pot Limit, è molto utilizzata nei giochi Omaha.
Infine, quando non c’è limite all’ammontare della puntata ci si trova in modalità No Limit, che è quella in cui viene più spesso giocato il Texas Hold’em.
Gli eventi
Non tutti i 62 eventi che compongono la manifestazione hanno lo stesso peso specifico. Alcuni infatti sono tornei dalla quota di iscrizione piuttosto bassa ($1.000 fino a $3.000) pensati per permettere agli amatori di confrontarsi coi professionisti. Altri al contrario presentano buy-in più impegnativi, e sono generalmente appannaggio esclusivo dei campioni.
Per ognuna delle specialità sopra elencate sarà disputato un torneo, dal buy-in generalmente di $10.000 o $25.000, che metterà in palio oltre al montepremi e al braccialetto (equivalente pokeristico della medaglia olimpica) il titolo di campione del mondo in tale specialità.
Il più importante di questi eventi sarà ovviamente il campionato del mondo di Texas Hold’em No Limit, che si disputerà come ultimo evento della manifestazione. L’evento più prestigioso, per i professionisti, rimane comunque il Poker Player’s Championship, torneo dal costo di iscrizione volutamente molto selettivo ($50.000) dove i migliori giocatori al mondo si sfidano in tutte le discipline contemporaneamente: ogni 7 mani si cambia specialità, per un totale di 8 giochi.
Menzione a parte merità il torneo Big-one for One-Drop, un eslcusivo torneo dal buy-in elevatissimo ($111.111), parte del cui incasso sarà devoluto in beneficenza a una fondazione che si occupa di portare l’acqua nei paesi in stato di emergenza idrica (la One-Drop, appunto).
I campioni
Come sempre, alle WSOP c’è molta attesa per vedere le prestazioni dei campioni storici, e di quelli emergenti. Tra i giocatori che stanno vivendo un periodo di forma strepitoso ci sono il canadese Jason Mercier, i tedeschi Marvin Rettenmaier e Phillip Gruissem, il francese Bertrand Grospellier e gli americani Stephen O’Dwyer e Michael Watson. Ma è opportuno allargare un po’ lo sguardo: ad esempio, dopo un po’ di anni di buio, è tornato a mietere risultati un certo Daniel Negreanu, e anche se non ha voluto partecipare ai tornei dei circuiti europei, siamo certi che Vanessa Selbst farà vedere la sua faccia in quel di Las Vegas.
Attesa anche la comparsa di Viktor Blom, il giovane genio-folle del poker online, che dall’inizio del 2013 sta facendo a pezzi i conti in banca di tutti i professionisti che hanno l’incoscienza di sederglisi davanti (sebbene sia un giocatore di cash-game più che di tornei). Un altro grande nome che sarà sicuramente presente è quello di Michael Mizrachi, l’unico giocatore capace di vincere due volte il Poker Player’s Championship.
Per finire, massima attesa lassù in alto per lo scontro tra titani: dopo gli incredibili risultati del 2012 di Phil Hellmuth (due braccialetti tra cui il Main Event europeo), nei primi mesi del 2013 è arrivata la risposta di Phil Ivey, che ha conquistato una vittoria alle WSOP-Asia, portando il “punteggio” sul 13-9 per il suo rivale.
Per Hellmuth, queste WSOP rappresentano anche un’altra importante occasione: con cinque piazzamenti a premi raggiungerebbe infatti la cifra di 100 risultati in carriera alle WSOP, un risultato storico che sicuramente il buon Phil non intende farsi mancare.
Gli italiani
L’Italia del poker è storicamente portatrice di una scuola di gioco apprezzata a livello mondiale, ma che fatica ad affermarsi in grande stile. Nell’ultimo anno però questo trend si è in parte invertito grazie ai multipli successi di Rocco Palumbo, su cui tutti in questo momento hanno gli occhi puntati. Ma la squadra italiana può contare su altre punte di diamante, ad esempio quelli di Dario Alioto e Max Pescatori, specialisti nelle varianti meno note e nei giochi misti, o quelli di Salvatore Bonavena e Giacomo Fundarò, autori di ottimi risultati negli ultimi mesi, anche se meno ecclatanti di quelli di Palumbo. Altri nomi da tenere d’occhio sono quelli di Dario Sammartino, Andrea Dato, Alessandro Longobardi, Marco Leonzio e Daniele Mazzia, tutti promettenti giovani professionisti dello stivale. Inoltre negli ultimi mesi si è rivisto spuntare nei giochi online un redivivo Dario Minieri, il che fa sperare di poterlo vedere all’opera in carne ed ossa (e sciarpa della Roma) ai tavoli delle WSOP.
E con questa panoramica è tutto, alla settimana prossima per i commenti dei primi tornei.
Luca Romano