
E “lust” non è “voglia” nel senso di volontà o interesse, ma è “passione” in un senso quasi sessuale.
È un senso opprimente di grigiore quando lo stesso panorama si affaccia alla finestra per più di qualche settimana, è il contare i soldi che si guadagnano in base alle miglia che si possono percorrere con essi, è spendere ore su wikitravel, sognando le tue prossime destinazioni, è sentirsi esaltati e in pace col mondo per il solo fatto di star montando su un aereo
Wanderlust sarà una rubrica impressionista, dove i viaggi saranno descritti per pensieri estemporanei e sensazioni. Più flusso di coscienza che LonelyPlanet dunque: cosa ho provato la prima volta che ho visitato il Musee du Louvre? Quanto è vibrante la nightlife di Praga? Che sensazione dà sedersi sul masso di Kjerag in Norvegia?
Il mio record di ore sveglio è di 45, per evitare di finire sfasato per via del jet-lag.
Girando l’europa dell’Est mi sono reso conto che se la guerra fredda l’avessero combattuta le donne oggi saremmo tutti a cantare l’internazionale bevendo Vodka, e comunque ci sarebbe di peggio; e se all’aeroporto di Mosca avere problemi perché al desk non parlano inglese ci può anche stare, all’aeroporto di Barcellona una cosa del genere non dovrebbe esistere.
L’Hofbrauhaus di Monaco è il pub più grande e famoso della città, ma ne esistono di più buoni; la torre della radio di Toronto la notte si illumina del colore del team che ha conquistato la palestra di Pokemon GO sita al suo interno, e nessuna Skyline di nessuna città americana ti fa sentire piccolo quanto il duomo di Colonia.
Pronti a partire?