Vincere al “Buonasera”, il capolavoro di Silvio

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C’è una scena del film Jerry Maguire in cui un innamorato Tom Cruise torna a casa dell’amata Reneé Zellwegger per tentare di riconquistarne l’amore. Appena la vede si lancia con fervore in un lungo monologo in cui le spiega tutto il suo amore. Quando finisce, Reneé risponde: “Mi avevi convinta al ciao“.

Ecco, ieri sera Berlusconi ha fatto più o meno la stessa cosa: ha vinto al “Buonasera”. Ha vinto quando Santoro ha accettato di ospitarlo (o lui ha accettato l’invito: poco cambia), ha vinto quando i suoi collaboratori hanno concordato quello che si poteva e non poteva fare con la redazione di Servizio Pubblico.

Soprattutto ha vinto quando Santoro ha deciso trasformare la sua trasmissione in un tutti contro uno. Santoro era convinto che con la sua introduzione buonista, il suo voler fare il conduttore e non l’ospite (lasciando il lavoro sporco al trio Innocenzi-Costamagna-Travaglio e perfino zittendo il suo pubblico) sarebbe riuscito a inchiodare Berlusconi alle sue contraddizioni.

È stato un errore clamoroso: da un lato ha dato l’impressione di non essere incisivo, come se subisse la pressione della partita decisiva; dall’altro i suoi tre collaboratori (persino Travaglio!) non sono stati mai in grado di mettere in difficoltà un Berlusconi in forma – con le due giornaliste silenziate in corso d’opera per manifesta inferiorità.

Avete letto bene: Silvio era in grandissima forma. Sorridente, istrionico, a tratti irresistibile. Ad un certo punto lo studio era suo e tutti gli altri erano comparse che gli davano l’imbeccata per la scena successiva.

Troppo tardi Santoro si è reso conto che doveva fare qualcosa per riprendersi lo studio. Grottescamente, lo ha fatto nel tentativo di difendere Travaglio dal “metodo Travaglio” con cui Berlusconi citava disordinatamente processi, condanne e stipendi del giornalista. Scorretto nell’intimo, Berlusconi; ma sostanzialmente imitatore (meglio: caricatura) di quello che fa Travaglio per guadagnarsi da vivere.

La trasmissione di ieri sera è stato un campanello d’allarme per gli avversari di Berlusconi, un segnale che D’Alema poco prima ospite dalla Gruber a Otto e Mezzo aveva ampiamente anticipato: “Non illudiamoci, l’avversario è ancora lui e non va sottovalutato“. Purtroppo per lui, Santoro non lo stava ascoltando.

Domenico Cerabona
@DomeCerabona

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