Uomini soli

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Un amico ci ha scritto una mail, riguardo ad un argomento che lo tocca. Anzi,  gli sconvolge la vita. Il tema è quello dell’affidamento dei figli in caso di divorzio. 
L’amico in questione ci ha chiesto l’anonimato, e non c’è una buona ragione per negarglielo. Che si chiami Guido, Francesco o Mattia non cambia nulla nella sostanza.

Il suo è uno stralcio, una riflessione a bruciapelo. Non contestualizzata e non argomentata – anche perché forse non serve.
U.M.

 

Uomini Soli

 

Sulla famiglia l’unico papa che conta resta con l’accento finale: il papà, padre (e padrone?) con la “benedizione” dei due grandi geni del pensiero moderno, cioè Darwin e Freud.

Come emerge ripetutamente da cronache, inchieste, siti di associazioni – sui padri continua però ad incombere un destino infausto: in caso di separazione o divorzio, infatti, invece che l’equilibrata legge n°54 del 2006, continuano ad essere attuati anacronistici provvedimenti all’italiana che risultano gravemente distruttivi.

Una legge approvata, in un paese civile e laico, andrebbe solo (letta e) applicata, al dì là di ogni tabù.

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