Un’Europa unita. Breve storia di un sogno

Europa20unita.png

Tornare alle origini è spesso molto utile per comprendere meglio certi fenomeni. Ad esempio, in un periodo in cui le posizioni antieuropeiste ed euroscettiche stanno conoscendo una crescita considerevole, non è una perdita di tempo cercare di capire com’è che, a un certo punto, sia sorta nella storia l’idea di un’Europa unita.

Abbiamo dovuto comprimere in poche battute la nascita e l’evoluzione di questo piccolo, grande sogno: ma la Storia (e questa storia) è varia, vasta e appassionante. Non abbiate vergogna se, un giorno o l’altro, avrete voglia di approfondirla: in quel caso, potrà tornarvi utile la bibliografia in fondo al testo.

UN PAIO DI COORDINATE – Parlare di unità europea significa sostanzialmente parlare di Federazione Europea, ovvero di federalismo.

Descritto in maniera sintetica e concreta, il federalismo è un’unione di Stati sovrani che decidono spontaneamente di autolimitare le loro diverse sovranità e di dar luogo, tutti insieme, a una nuova forma di Stato. Questo nuovo organismo conoscerà il suo limite nella sovranità residua degli Stati membri da cui è nato, che conservano alcuni dei loro diritti di autonomia politica e gestionale.

L’idea fondante del federalismo è la possibilità di conciliare l’unità della federazione e l’indipendenza delle sue parti, sfuggendo alla logica accentratrice (e tendenzialmente totalitaria) dello Stato nazionale. Tale teoria ha diversi precedenti storici: la Convenzione di Philadephia (1787), che condurrà alla nascita degli Stati Uniti d’America, è considerata il primo e ufficiale esempio di patto federale tra Stati sovrani.

GLI ALBORI – In Europa le prime proposte per una soluzione di accordo vincolante tra gli Stati nazionali vennero dai settori intellettuali democratici e liberali, interessati all’instaurazione della pace sul continente. La loro critica si rivolse al concetto stesso di Stato-nazione, le cui esigenze di sicurezza e di potenza conducevano inevitabilmente alla guerra gli uni contro gli altri.

Il primo ad auspicare con qualche concretezza un governo sopranazionale di tipo democratico e liberale fu Immanuel Kant, con il suo famoso Per la pace perpetua. Progetto filosofico (1795): il filosofo prussiano si era accorto che il diritto internazionale e l’equilibrio di potenze non erano più sufficienti per raggiungere la pace nel continente.
Lo seguì il francese Henri de Saint-Simon con l’opuscolo intitolato Riorganizzazione della società europea (1814), in cui si opponeva al legittimismo dinastico della Restaurazione proponendo un piano di coesistenza internazionale basato sul principio democratico.

PRIMI SVILUPPI – Il milanese Carlo Cattaneo fu tra i primi a proporre un progetto esplicitamente federale per l’Europa: nell’Archivio triennale delle cose d’Italia (1850-54) osservò come il principio unitario e centralista fosse il principale responsabile del continuo stato di guerra esistente tra le potenze europee: senza mezzi termini iniziò a diffondere un’idea rivoluzionaria, il costituirsi degli Stati Uniti d’Europa.

Anche all’interno del nascente movimento socialista vi furono auspici verso una federazione europea (sempre partendo da una critica all’oppressivo autoritarismo dello Stato).
Il filosofo francese Pierre-Joseph Proudhon fu ad esempio un sostenitore del federalismo politico quale corollario dell’emancipazione economica: nel suo Del principio federativo (1863) immaginò la nascita di una Federazione Europea a partire da un moto ascendente, libertario e democratico dai vari paesi, attraverso raggruppamenti federali intermedi.
Addirittura la Prima Internazionale, nel 1867, indirizzò alla Lega per la pace e la libertà – che riuniva personalità quali Garibaldi, Mill, Hugo, Bakunin e Blanc – un proposito collettivo in cui si aderiva alla proposta che il francese Charles Lemonnier aveva lanciato: una Federazione degli Stati liberi d’Europa.

All’europeismo mancava però la capacità di elaborazione teorica, ed il sogno di un’Europa unita fu così progressivamente offuscato dallo stabilizzarsi di un ordine europeo conservatore. I movimenti democratici e socialisti a quel punto ripiegarono su più concreti obiettivi di natura interna e sociale.

TRA LE DUE GUERRE – Nel primo dopoguerra vi fu un tentativo di recupero delle idee federaliste. Molto importanti furono le considerazioni di Luigi Einaudi, che si espresse per un’unità europea vincolante e garantita da un organismo che superasse definitivamente lo Stato nazionale.

In area socialista due personalità di diverse tendenze, Kautsky e Trotsky, presero atto dello sviluppo dell’imperialismo e dell’allargarsi dei mercati al di là dei confini nazionali: tali tendenze trovavano grandi ostacoli in un continente europeo diviso in Stati nazionali antagonisti e in concorrenza tra loro, pertanto entrambi prospettarono – secondo prospettive diverse – soluzioni in senso europeista e federalista.

Sorsero inoltre i primi movimenti d’opinione favorevoli ad azioni politiche per l’unità europea: il movimento «Paneuropa» (costituito a Vienna nel 1923 su iniziativa del Coudenhove-Kalargi) ispirò un progetto di unione europea presentato da Briand alla Società delle Nazioni nel 1929.
Addirittura i britannici, che noi conosciamo come popolo tendenzialmente euroscettico, fondarono nel 1938 il movimento «Federal Union», per favorire la diffusione delle idee federalistiche e la nascita di movimenti federalisti nel mondo anglosassone.

Ma il sistema europeo delle potenze, malgrado la sua decadenza, era rimasto intatto e non fu possibile superarlo con la Società delle Nazioni.
L’avvento dei totalitarismi diede il colpo di grazia, facendo crollare ogni residua speranza in questo senso.

L’INTEGRAZIONE EUROPEA – Ma l’orologio della Storia si può rallentare, non fermare. Nel secondo dopoguerra il federalismo europeo ha esteso la sua portata, divenendo finalmente una vera e propria ideologia politica indipendente.

Il Manifesto di Ventotene o Per un’Europa libera e unita. Progetto di un manifesto (1944) scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, è probabilmente il primo documento che enuncia tale punto di vista, affermando la necessità immediata di raggiungere la federazione europea. Lo scritto ispirò il Movimento federalista europeo, fondato a Milano nel 1943: l’idea della federazione europea diventava un concreto programma politico che differenziò i federalisti dalle altre organizzazioni politiche.

Nel 1946, i movimenti federalisti europei si unirono nell’Unione dei Federalisti Europei, trasformandosi in un vero e proprio movimento politico sovranazionale. Successivamente si lavorerà verso l’unificazione e l’integrazione economica (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, 1951; Comunità Economica Europea, 1957), ma senza mai raggiungere una vera e propria forma di federazione europea: attualmente l’Unione Europea, nata nel 1992, è più una libera associazione di Stati sovrani con politiche comuni che non uno Stato federale.

Ma, come si suol dire, diamo tempo al tempo: il percorso è stato iniziato, ed il meglio può ancora venire.

doc. NEMO
@twitTagli

PS: cliccando ciascun immagine sarete reindirizzati al sito PayWithATweet per scaricare la nostra GUIDA PRATICA ALLE ELEZIONI EUROPEE 2014: fidatevi, è un libricino molto utile.

BIBLIOGRAFIA

Salvo Mastellone, Storia della democrazia in Europa. Dal XVIII al XX secolo, UTET, Torino, 2006.

Lucio Levi, Il pensiero federalista, Laterza, Roma-Bari, 2002.

Corrado Malandrino, Federalismo. Storia, idee, modelli, Carocci, Roma, 1998.

Piero Graglia, Unità europea e federalismo, Il Mulino, Bologna, 1996.

Luigi V. Majocchi, La difficile costruzione dell’unità europea, Jaca Book, Milano, 1996.

Immanuel Kant, Per la pace perpetua. Progetto filosofico, Editori Riuniti, Roma, 1985.

Claude-Henri de Saint-Simon e Auguste Thierry, La riorganizzazione della società europea, Levante, Bari, 1996.

Carlo Cattaneo, Tutte le opere, vol. V, Archivio triennale delle cose d’Italia: dall’avvento di Pio IX alle cose di Venezia, Mondadori, Milano, 1967.

Pierre-Joseph Proudhon, Del principio federativo, Mondo Operaio – Edizioni Avanti!, Roma, 1979.

Michail Bakunin, Stato e anarchia e altri scritti, Feltrinelli, Milano, 1968.

Luigi Einaudi, La guerra e l’unità europea, Il Mulino, Bologna, 1986.

Karl Kautsky, L’imperialismo, Laterza, Bari, 1980.

Lev Trotsky, Il bolscevismo dinnanzi alla guerra e alla pace del mondo, Edizioni Avanti!, Milano, 1920.

Richard de Coudenhove-Kalargi, Pan-Europa. Un grande progetto per l’Europa unita, Il Cerchio, Rimini, 2006.

Lord Lothian, Il pacifismo non basta, Il Mulino, Bologna, 1986

Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, Il Manifesto di Ventotene, Il Mulino, Bologna, 1991.

Post Correlati