Una società civile? – Testimonianze sulla situazione dei gay nel mondo

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Il nostro lavoro non sarà completo finché i nostri fratelli e le nostre sorelle gay non saranno trattati come chiunque altro in base alla legge. Se siamo davvero creati uguali, allora anche l’amore che promettiamo a un’altra persona deve essere uguale“.

Barack Obama (discorso di inaugurazione del secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti)

 
La distribuzione nel mondo del diritto di adozione da parte di coppie omosessuali (mappa ILGA).

Il tema dell’omofobia e dei diritti dei gay è particolarmente attuale. Alla situazione in Russia abbiamo già dedicato un articolo; ora invece ci occupiamo di come sono trattati e di quali diritti godono gli omosessuali nel resto d’Europa e nel mondo.


Il mondo dal punto di vista dei diritti umani gay e lesbici. In rosso i paesi dove dichiararsi gay è un reato punibile con la pena di morte. In verde scuro i paesi in cui il matrimonio omosessuale è pienamente riconosciuto (Mappa ILGA 2013).

Se è vero che sempre più stati in Europa e in America permettono il matrimonio tra omosessuali, non si può non osservare che restano una realtà non trascurabile paesi in cui dichiararsi gay è un reato, punibile con la pena di morte – come in Sudan o in Arabia Saudita – o con il carcere, come capita in paesi considerati come meta turistica più “rassicurante” come il Marocco, la Jamaica o le isole Maldive.


La “Rainbow Map” messa a punto dall’ILGA descrive la situazione in Europa per quanto riguarda i diritti umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali o transessuali. L’Italia non si trova esattamente fra le prime posizioni.

Ci siamo chiesti come viene percepita la mappa del mondo per gli omosessuali. Quali paesi sono considerati sicuri e accoglienti, quali stanno lavorando per migliorarsi, quali invece sono ostili e in quali la situazione sta peggiorando. Per fare questo abbiamo deciso di dare la parola a otto ragazzi omosessuali e a una attivista per i diritti della comunità LGBT, di svariate nazionalità, che ci hanno portato la loro testimonianza di vita per aiutarci a capire quanta strada c’è ancora da percorrere prima che la società diventi, davvero, civile verso tutti.

 

Andrew – INGHILTERRA (Southend, 19 anni, studente)

Nel tuo paese, come sono considerati gli omosessuali?

In Inghilterra, generalmente gli omosessuali sono accettati, o almeno tollerati. Tra i giovani, gli omosessuali sono un po’ meno integrati, ma la situazione sta migliorando. Quando avevo dieci anni, ho vissuto in Spagna e ho notato che negli ambienti giovanili lì c’era la stessa omofobia che in Inghilterra, mentre fra gli adulti non c’era traccia di omofobia. In Spagna, il matrimonio omosessuale è legale e credo che questo influisca molto sul fatto che gli spagnoli sono più tolleranti degli inglesi.

Trovi che il comportamento della gente cambi se viene a sapere del tuo orientamento sessuale?

Sì. Può capitare di venire marginalizzati da parte degli uomini eterosessuali, che hanno paura di essere approcciati e che non vogliono essere scambiati per omosessuali. Fra le donne ho notato che l’effetto è opposto: spesso vogliono essere tue amiche se sanno che sei omosessuale. Sono omosessuale, ma non è certo tutto quello che c’è da sapere su di me.

Hai mai vissuto esperienze di discriminazione omofoba?

Sì. Sono stato vittima di discriminazione psicologica, fisica e verbale.

Quanto ritieni l’essere gay abbia influito nelle tue scelte di vita?

Non ritengo che il mio orientamento sessuale abbia influito nelle mie scelte di vita. Mi ha dato la fiducia nel vestirmi come ho voglia e altre libertà di questo genere; ma se si parla delle scelte importanti della vita, non ha alcuna influenza.

Cosa pensi andrebbe fatto nel tuo paese per migliorare la situazione degli omosessuali?

Credo che bisognerebbe legalizzare senza restrizioni la donazione del sangue per gli MSM (gli uomini che hanno relazioni sessuali con altri uomini). Bisognerebbe anche rendere legale il matrimonio omosessuale negli edifici religiosi, compresi quelli della Chiesa d’Inghilterra.

Negli anni, hai percepito un progresso o un peggioramento nell’approccio della società verso il mondo LGBT?

C’è stato un miglioramento. Quando avevo undici anni, nel 2005, in Inghilterra sono state legalizzate le unioni civili. Due anni dopo, nel 2007, la discriminazione contro gli omosessuali è stata criminalizzata. E a luglio di quest’anno il matrimonio omosessuale è stato legalizzato. Questo è progresso.

Credi che sia necessario sanzionare il qualche maniera la recente adozione di leggi «antigay» da parte della Russia? Se la situazione non cambiasse, potrebbe essere giusto sabotare i Giochi Olimpici Invernali di Sochi?

Penso che il CIO non dovrebbe permettere ai Giochi Olimpici Invernali di avere luogo se le leggi contro gli omosessuali non saranno abolite entro l’inizio del 2014. Se la situazione non cambia, i Giochi non dovrebbero svolgersi. Sarebbe un problema per gli atleti, che si stanno allenando per la competizione, ma ritengo che i diritti umani siano più importanti che le medaglie sportive.

 

 

Fernando – VENEZUELA (25 anni, architetto)

Nel tuo paese, come sono considerati gli omosessuali?

In Venezuela, e forse in tutta l’America Latina, persiste la concezione che l’uomo deve essere per forza il tipico “macho”, forte, che vuole solo le donne. Qualsiasi “tipo di uomo” fuori da questa norma viene automaticamente visto male dalla società. Quindi, un uomo che desidera un altro uomo viene molte volte considerato come un errore, uno schifo, un malato, e in alcuni casi come una donna. La situazione italiana è molto diversa: in Italia c’è un po’ (solo un po’) più di tolleranza e i gay non sono visti come un cliché.

Hai mai vissuto esperienze di discriminazione omofoba?

Cose piccole, ma che comunque danno fastidio. Ad esempio, che ti facciano pagare di più in un hotel solo perché sei una coppia gay e non etero. O che qualcuno per strada ti dica “guarda, un frocio!”. Forse sono fortunato a dire che queste sono le uniche cose che mi sono capitate. Resta terribile dover dire di essere “fortunato” per questo.

Pensi che il comportamento della gente cambi quando viene a sapere del tuo orientamento sessuale?

In realtà il comportamento della gente che m’importa, e a cui io importo, non cambia. Al resto do pochissima importanza.

Quanto ritieni l’essere gay abbia influito nelle tue scelte di vita?

In realtà non ha influito per niente. Non vedo perché l’orientamento sessuale di una persona debba avere un’influenza grandissima nelle decisioni che si fanno nella vita. La discriminazione per l’orientamento sessuale di una persona finirà non quando i gay avranno gli stessi diritti degli etero, ma quando tutti (gay e etero) vedranno queste differenze come qualcosa di privo di importanza. Solo quando la gente inizierà a fregarsene delle persone con cui vai a letto, sparirà la discriminazione.

Nel corso degli anni, ti sembra che l’atteggiamento della società verso il mondo LGBT sia migliorato o peggiorato?

Dipende da dove. In alcuni paesi dell’Europa e in America direi che è decisamente migliorato. In Venezuela sembra che sia un tema bloccato che non va avanti ne va indietro, è fermo lì. Come in Italia.

Cosa pensi andrebbe fatto nel tuo paese per migliorare la situazione degli omosessuali?

È un problema di cultura più che altro. Prima di parlare di diritti legali, dobbiamo parlare di rispetto. L’omosessuale deve essere visto come una persona in più e basta, non come un essere diverso, meno o più importante di qualcun altro. L’orientamento sessuale dovrebbe essere visto come i gusti per i colori, qualcosa d’insignificante. A me piacciono il giallo e gli uomini. Perché una di queste due cose dovrebbe creare polemica?.

Ritieni che sia giusto sabotare i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 per protesta contro le leggi omofobe recentemente ratificate dalla Russia? 

Non penso sia giusto, anzi, può rappresentare un’opportunità per dare più visibilità a questo tema.

 

Ernesto – STATI UNITI (New Messico, 28 anni, professore)

Nel tuo paese, come sono considerati gli omosessuali? (Se hai esperienze all’estero, ti è sembrato la situazione fosse diversa?)

Gli Stati Uniti sono un paese molto grande, non posso quindi dare una risposta valida per tutte le regioni americane: c’è una moralità diversa in ogni Stato. Qui nel Sud-Ovest americano posso dire che gli omosessuali sono piuttosto liberi – ma non certo come a New York, San Francisco o Denver. La maggior parte della popolazione in New Messico è ispanica e guarda all’omosessualità come a qualcosa di negativo. Non ho mai partecipato a delle manifestazioni pro gay, a Las Cruces – dove abito – in generale tutte le manifestazioni non sono viste di buon occhio e non hanno grande adesione. Ho vissuto in Francia e penso che lì ci sia più libertà di espressione per gli omosessuali.

Trovi che il comportamento della gente cambi se viene a sapere del tuo orientamento sessuale?

La cultura ispanica è molto «macha» e guarda agli omo come qualche cosa di bizzarro. Spesso i giovani gay sono oggetto di scherno da parte dei coetanei.

Hai mai vissuto esperienze di discriminazione omofoba?

Non sono mai stato vittima di discriminazione, negli Stati Uniti o all’estero.

Quanto ritieni l’essere gay abbia influito nelle tue scelte di vita?

Credo che il mio orientamento sessuale abbia influito sulle mie scelte molto meno di quello che la gente pensa. Per esempio, la mia famiglia non è sportiva, quindi io non ho mai seguito programmi che parlano di sport. Alcuni miei amici dicono che non amo lo sport perché sono gay, ma in realtà non ritengo lo sport importante perché tutti nella mia famiglia non si interessano di sport.
Se mi chiedi cosa mi piace fare, mi piace un sacco lavorare nelle fattorie con gli animali o nelle piantagioni con i trattori: non proprio il lavoro da omosessuale-stereotipo, ecco. Semmai, se c’è una cosa in cui il mio orientamento sessuale ha un’influenza è il modo in cui mi vesto. Dove abito indossare una sciarpa d’estate o dei pantaloni bianchi sono cose etichettate come molto «da gay». A Las Cruces è più alla moda portare cappelli da cowboy, jeans e stivali, quindi capita che i ragazzi mi guardino come un tipo strano se porto una sciarpa.

Cosa pensi andrebbe fatto nel tuo paese per migliorare la situazione degli omosessuali?

Credo che negli Stati Uniti sia solo una questione di tempo: poco a poco si stanno introducendo informazioni sugli omosessuali e si stanno riconoscendo dei diritti per noi. Qui la gente si scoccia facilmente se si parla troppo di uno stesso argomento, quindi credo che la cosa migliore sia non dare troppo rilievo alla questione dei gay e lavorare «a basso profilo» attraverso l’educazione e l’informazione.

Negli anni, hai percepito un progresso o un peggioramento nell’approccio della società verso il mondo LGBT?

Credo che ci sia un evidente progresso nel rapporto fra la comunità LGBT e la società. Tempo fa non erano così accettati nella mia regione, ora la gente inizia a capire che essere gay non è equivalente a far parte di un mondo di follia e sesso. I LGBT iniziano ad avere forza politica e l’integrazione sembra più vicina. Anche i casi di violenza omofoba sono sempre più rari.

Credi che sia necessario sanzionare il qualche maniera la recente adozione di leggi « antigay » da parte della Russia? Se la situazione non cambiasse, potrebbe essere giusto sabotare i Giochi Olimpici Invernali di Sochi?

Penso che in qualche modo tutti i governi debbano sanzionare la Russia per aver approvato queste leggi, ma non ritengo che sabotare i Giochi Olimpici sia una buona idea. Bisogna lasciar lavorare la diplomazia per risolvere il problema del rispetto dei diritti umani (per chiunque: qualsiasi colore di pelle, religione, orientamento sessuale abbia) e lasciare agli sportivi svolgere le loro competizioni.

 

Joao – BRASILE (Feira de Santana, 25 anni, studente) 

Nel tuo paese, come sono considerati gli omosessuali?

Dato che la maggior parte dei brasiliani sono cattolici, le pratiche omosessuali sono viste come qualcosa di malsano, che va contro natura. Tuttavia, i gay che sono effeminati sono più accettati dalla società di quelli che non lo sono. Nei programmi umoristici in tv, per esempio, c’è sempre un personaggio omosessuale effeminato. la gente crede che i gay effeminati siano strani ma divertenti, quindi li accetta. Però non è accettabile vedere una coppia omo che si bacia in tv in televisione.
Penso che la situazione dei gay in Francia, per esempio, sia molto più agevole. Quando vivevo in Francia tutti i miei amici erano al corrente del mio orientamento sessuale e non ho mai subito discriminazioni. Anche per la strada mi capitava di vedere delle coppie omosessuali che si tenevano per mano o che si baciavano normalmente. Nel mio paese non si vede questo genere di situazione.

Pensi che il comportamento della gente cambi quando viene a sapere del tuo orientamento sessuale?

Certo. Avevo un’amica che si domandava del mio orientamento sessuale ma non era sicura che fossi gay, quindi conservava il rapporto fra noi. Quando ha scoperto che sono davvero omosessuale, non mi ha più rivolto la parola.

Hai mai vissuto esperienze di discriminazione omofoba?

Sì, a scuola i miei compagni mi prendevano sempre in giro. Una volta un alunno più grande ha cercato di picchiarmi, ma un mio amico glielo ha impedito. Mi è anche capitato di assistere a manifestazioni di odio omofobo: una volta in una mensa universitaria della mia facoltà un ragazzo ha dato uno schiaffo a un ragazzo omo, semplicemente perché aveva dato un bacio sulla guancia al suo fidanzato.

Quanto ritieni l’essere gay abbia influito nelle tue scelte di vita?

Credo abbia influito molto. Ad esempio, non amo troppo lo sport e credo che sia dovuto al fatto che quando praticavo sport dovevo restare a fianco di gruppi di ragazzi etero e avevo paura di loro, di conseguenza evitavo il più possibile di fare sport. Inoltre, penso che il fatto di essere omosessuale mi abbia influenzato nella scelta professionale. Ho scelto di studiare Lettere e in Brasile: non saprei dire perché, la maggior parte dei ragazzi che studia in questo dominio è omosessuale.

Nel corso degli anni, ti sembra che l’atteggiamento della società verso il mondo LGBT sia migliorato o peggiorato?

Credo ci sia stato un netto miglioramento : prima i gay dovevano nascondersi molto di più, ora il matrimonio gay è accettato in sempre più paesi.

Cosa pensi andrebbe fatto nel tuo paese per migliorare la situazione degli omosessuali?

Per prima cosa,bisognerebbe approvare una legge che definisca l’omofobia un crimine. Poi bisognerebbe interdire dalle cariche pubbliche gli omofobi. Attualmente c’è un deputato (Marco Feliciano) che è anche un uomo di Chiesa. Cerca di mettere a punto una legge per la «guarigione gay . Secondo la sua proposta di legge, gli psicologi potrebbero trattare l’omosessualità come una malattia e «guarire» gli omosessuali, soprattutto gli adolescenti. Una legge di questo tipo farebbe cadere rovinosamente tutte le conquiste dei militanti del mondo LGBT.
A mio parere, se si vede l’omosessualità come una malattia non si potrà mai migliorare le condizioni dei gay brasiliani. Credo anche nell’importanza di parlare dell’omosessualità nelle scuole. Se si riesce a far capire agli adolescenti che essere gay non è qualche cosa di anormale, allora si potrà realizzare una società più tollerante.

Ritieni che sia giusto sabotare i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 per protesta contro le leggi omofobe recentemente ratificate dalla Russia? 

Io ritengo che quelle leggi non abbiano alcun senso, gay o etero siamo tutti essere umani, ci va rispetto reciproco. Trovo giusto sabotare i Giochi, anche per garantire l’incolumità degli atleti stranieri omosessuali.

 

Abi – INGHILTERRA (Canedown, 18 anni, studentessa di Letteratura Inglese a Cambridge)

Nel tuo paese, come sono considerati gli omosessuali?

Per l’Inghilterra direi che non è molto corretto parlare in maniera generica della situazione del paese intero. Tra la popolazione più educata, l’omosessualità non è che un fatto della vita, accettato come altri. Numerosi studi hanno mostrato che i giovani che hanno accesso all’insegnamento superiore sono, in generale, molto liberali e progressivi nelle loro opinioni politiche e sociali. D’altro canto, esistono sempre quelli che non concepiscono l’idea di essere omosessuali. La maggior parte delle persone di questo tipo è tranquilla: l’omofobia è banale, si nasconde dietro piccolo insulti travestiti da «scherzi».
A mio parere, il vero odio e la vera violenza contro gli omosessuali sono molto rari. A essere molto diffuse sono invece le attitudini che mancano di vero rispetto e comprensione.

Pensi che il comportamento della gente cambi quando viene a sapere del tuo orientamento sessuale?

Certamente. Certi, anche se non sono apertamente contrari all’omosessualità  non si sentono a loro agio quando vengono a scoprire che una loro conoscenza è gay. È piuttosto diffusa la convinzione ridicola che, se una donna è omosessuale, trova tutte le altre donne al mondo irresistibilmente attraenti. C’è anche una sorta di discriminazione “positiva” verso gli omosessuali, per la quale dovrebbero comportarsi secondo lo stereotipo tipico di uomo gay. Ad esempio, alcune donne hanno la tendenza a trattare ogni omosessuale come se fosse il loro migliore amico. In generale, trovo che per la gente sia più facile accettare gli omosessuali di sesso opposto.

Hai mai vissuto esperienze di discriminazione omofoba?

Come donna eterosessuale, non sono mai stata vittima personalmente, ma ho delle opinioni molto forti sui diritti degli omosessuali. Finora mi son sempre interrogata se spettasse o meno a me manifestare, dato che non sono omosessuale. Ma ora, visti gli eventi in Russia, sento fortemente l’obbligo per tutti – di qualsiasi nazionalità e sessualità  – di denunciare questo regime atroce.

Cosa pensi andrebbe fatto nel tuo paese per migliorare la situazione degli omosessuali?

Quello che vedo sono una serie di tentativi. Il governo britannico ha finalmente assicurato che il matrimonio omo sia possibile, e il Papa ha smesso di condannare apertamente gli omosessuali.

Nel corso degli anni, ti sembra che l’atteggiamento della società verso il mondo LGBT sia migliorato o peggiorato?

L’ignoranza crea i pregiudizi. In un mondo perfetto, l’educazione potrebbe risolvere il problema dell’omofobia. Ma è necessario che si riconosca che il comportamento s’impara, e spesso le attitudini si ereditano di generazione in generazione. In certi ambienti, l’omofobia è talmente radicata che cambiarla appare quasi impossibile. A fare la differenza potrebbero essere il potere politico e religioso, se davvero si impegnassero nella lotta all’omofobia  L’uguaglianza legale è l’unica soluzione, secondo me. Bisogna smettere di giustificare l’omofobia. È davvero così sorprendente che alcune persone trattino gli omosessuali come diversi, se il governo rifiuta di dargli alcuni diritti fondamentali? Nel corso degli anni, ti sembra che l’atteggiamento della società verso il mondo LGBT sia migliorato o peggiorato?

Ritieni che sia giusto sabotare i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 per protesta contro le leggi omofobe recentemente ratificate dalla Russia? 

La questione di boicottare ha provocato una polemica viva, e capisco gli argomenti favorevoli come quelli contrari. Io credo che sarebbe giusto farlo. Un boicottaggio su grande scala sarebbe umiliante: un messaggio chiaro per Putin. È vero che ci sono atleti che si allenano da anni per questi Giochi, ma partecipando in qualche modo si avvalla questa omofobia istituzionalizzata. Soprattutto dopo la gioia di Londra 2012, si respira uno spirito dello sport come condivisione e fratellanza, ma questo non ci può permettere di passare sopra problemi politici così gravi. 

 

Matias – CILE (Rancagua, 30 anni, dottore di ricerca)

Nel tuo paese, come sono considerati gli omosessuali?

In Cile i gay non sono ben visti. Una parte della popolazione non li sopporta proprio, li evita come la peste. Poi certamente ci sono alcune persone più tolleranti, ma anche la tolleranza è un po’ strana: alcune persone ti accettano come amico anche se sanno che sei gay, altre accettano che sei gay ma non vogliono sapere nulla della tua vita sentimentale, non si interessano a te per nulla.

Pensi che il comportamento della gente cambi quando viene a sapere del tuo orientamento sessuale?

Sì, certamente. Quando dici di essere gay, le persone reagiscono in maniera differente, ma tutte reagiscono. Se all’interno di un gruppo di uomini etero riveli di essere gay la reazione immediata sarà la diffidenza. Inizieranno a mettere dei muri, degli ostacoli nelle relazioni quotidiane, la cose cambieranno rispetto a prima. Se si dice in famiglia di essere gay, questo causa dei turbamenti emotivi. I genitori possono mostrarsi reticenti, opporsi alla cosa, chiedere di lasciare la casa.
L’intera famiglia talvolta ha attitudini di diffidenza e dimostra di avere opinioni poco simpatiche sulla persona che si dichiara omosessuale. Fare outing ha sempre delle conseguenze. Nessuno se lo aspetta, né la famiglia né gli amici. È sempre una storia molto complicata, sia per chi deve raccontarla, sia per chi deve ascoltarla e manifestare la sua opinione.

Hai mai vissuto esperienze di discriminazione omofoba?

Sì. Da piccolo sono stato discriminato dalla maggior parte dei miei compagni di scuola. Soprattutto per il fatto di essere diverso, più sensibile. Poi diventando grandi e sicuri del proprio orientamento sessuale, si sentono dire ogni tipo di volgarità. La discriminazione è grossolana, passa attraverso il linguaggio. Di insulti beceri  ne ho ricevuti spesso.

Quanto ritieni l’essere gay abbia influito nelle tue scelte di vita?

Non ho fatto le mie scelte di vita pensando al mio orientamento sessuale. Ci sono degli omosessuali che giocano a calcio, a rugby, che fanno atletica. Ci sono anche gay che cercano di vivere fra omosessuali nei «quartieri gay». Io vivo dove mi sento bene, faccio lo sport che mi piace e in cui riesco bene, lavoro in un campo in cui sono competente. Non è certo la mia omosessualità che dirige le mie scelte di vita.

Nel corso degli anni, ti sembra che l’atteggiamento della società verso il mondo LGBT sia migliorato o peggiorato?

Ho percepito un progresso. Dopo l’aggressione violenta e la morte del giovane Daniel Samudio da parte di un gruppo di neonazi cileni, le associazioni si sono mobilitate e la popolazione è stata sensibilizzata. Questa situazione ha portato alla creazione di una legge contro la discriminazione che porta il nome di quel ragazzino.

Cosa pensi andrebbe fatto nel tuo paese per migliorare la situazione degli omosessuali?

Bisognerebbe lavorare molto nell’educazione nelle scuole. Insegnare che l’eterosessualità non è l’unico orientamento sessuale e che le altre scelte sessuali non sono devianze. Per nulla. Bisogna insegnare a integrare l’orientamento eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale, e anche asessuale. Se si capisce questo da piccoli, si diventerà persone aperte e disponibili alla vita in comunità.

Ritieni che sia giusto sabotare i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 per protesta contro le leggi omofobe recentemente ratificate dalla Russia? 

Credo che si debba fare molto rumore e sono d’accordo con il sabotaggio. Bisogna continuare a lottare contro le discriminazioni nel mondo. La Russia in questo momento è un cattivo esempio per gli altri paesi, soprattutto per quelli musulmani.

 

Alan – INGHILTERRA (Southend, 18 anni, studente di Scienze a Manchester) 

Nel tuo paese, come sono considerati gli omosessuali?

In Inghilterra, quasi ogni forma di discriminazione contro gli omosessuali è stata stoppata dal punto di vista legale. Per esempio, la Camera dei Comuni ha legalizzato il matrimonio fra due persone dello stesso sesso il 17 luglio scorso. Nonostante ciò, resta ancora il divieto ingiusto per gli uomini (e solo per gli uomini) che hanno avuto delle relazioni sessuali con altri uomini da meno di un anno a donare il sangue.
Direi che viviamo in una società tollerante. Ma questo è valido per l’Inghilterra e il Galles: il matrimonio omosessuale non è legale in Scozia e in Irlanda del Nord, anche se le loro Assemblee hanno intenzione di seguire le orme degli altri due ordinamenti. In termini di opinione pubblica, la maggior parte degli inglesi sono favorevoli alla depenalizzazione del matrimonio gay (oltre il 50%). Un grande movimento LGBT si è stabilito nel corso degli anni, e i media dipingono sempre gli omosessuali sotto una buona luce, il che è un riflesso del liberalismo riguardo l’omosessualità e la comunità LGBT del Regno Unito.

Pensi che il comportamento della gente cambi quando viene a sapere del tuo orientamento sessuale?

Certamente. Il numero di volte che ho detto a una ragazza di essere omosessuale e lei per tutta risposta mi ha dichiarato «il suo migliore amico gay» è incredibile. Gli uomini, invece, talvolta reagiscono in maniera negativa. Lo stesso capita a volte con le lesbiche e con le donne. Mi sembra che la gente, in generale, sia più tollerante con chi non percepisce come una “minaccia” alla sua sessualità, cioè le persone dello stesso sesso: «Se sono un uomo, e il mio amico si dichiara gay, qual è la differenza fra lui e me?».

Hai mai vissuto esperienze di discriminazione omofoba?

Una volta, parecchi anni fa, stavo uscendo da scuola e mi sono fatto pestare a sangue da un ragazzo che aveva spesso degli attacchi di rabbia. I suoi amici lo prendevano in giro dicendogli che era gay e lui ha voluto semplicemente “dimostrare” a tutti che non lo era. Sono andato lo stesso a scuola il giorno seguente, per far vedere che non ero scosso da quello che era successo (e davvero, non lo ero). So che l’omofobia è ingiusta e che i pregiudizi sono infondati, quindi – tranne nei momenti in cui sono in serio pericolo – non ho paura.

Legalize Love è il nome di due campagne di sensibilizzazione che hanno avuto grande risonanza in Internet. La prima è quella che è stata lanciata da Google, con l’obiettivo di sostenere le pari opportunità dei dipendenti omosessuali e transgender, la seconda è un’iniziativa di un'azienda americana produttrice di t-shirt ispirata dalla recente presa di posizione del presidente Obama in favore dei matrimoni omosessuali.
Quanto ritieni l’essere gay abbia influito nelle tue scelte di vita?

Non ha una enorme influenza. Ha volte può determinare la scelta delle località per le vacanze. Essere gay può essere un problema se si vuole viaggiare nel Medio Oriente o in Africa del Nord, per via dei diversi costumi religiosi e culturali. In certi paesi islamici, si può rischiare persino la pena di morte. Ultimamente sto pensando che potrei diventare un militante per i diritti LGBT nel mio Paese e nel mondo. Mi sento obbligato a agire contro ogni forma di discriminazione che colpisce gli omosessuali, soprattutto visto che sono nato in una società relativamente libera e tollerante.

Cosa pensi andrebbe fatto nel tuo paese per migliorare la situazione degli omosessuali?

La maggior parte dei diritti sono già una realtà in Inghilterra e spesso il Regno Unito viene portato ad esempio nel resto del mondo (ci sarebbe da ridere!). Ai giorni nostri credo che lo sforzo maggiore da fare sia educativo: spiegare ai piccoli l’esistenza dell’omosessualità e cercare di spingere per una nuova generazione più tollerante e responsabile.

Nel corso degli anni, ti sembra che l’atteggiamento della società verso il mondo LGBT sia migliorato o peggiorato?

Dipende dal paese di cui si parla. In Inghilterra ho visto un chiaro progresso politico: l’omosessualità e le famiglie LGBT hanno cominciato a far parte della nuova norma della società. La situazione è diversa in paesi come la Russia, dove il regime di Vladimir Putin ha introdotto le famose e arretrate leggi anti-gay.

Ritieni che sia giusto sabotare i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 per protesta contro le leggi omofobe recentemente ratificate dalla Russia? 

Qualche settimana fa ho partecipato a una manifestazione a Londra contro il trattamento disgustoso dei LGBT in Russia. C’erano parecchie persone, con idee anche molto diverse sulla questione del boicottaggio, ma le preoccupazioni erano condivise. Lo scopo principale era promuovere la conoscenza della situazione russa e magari fare pressione sul governo britannico perché denunci il governo russo e il CIO. Molti nel mondo LGBT hanno deciso di impegnarsi per boicottare Sochi 2014 e ci sono manifestazioni di diverso tipo, per esempio alcuni stanno rifiutando l’acquisto della vodka russa. Apprezzo lo sforzo, ma trovo che sia un gesto inutile: boicottare i Giochi non servirebbe a nulla per i diritti dei LGBT e danneggerebbe gli atleti. Io preferisco l’idea di organizzare un Gay Pride durante i Giochi Olimpici o, se la situazione non dovesse cambiare, di un cambiamento di sede per i Giochi Invernali.

 

Welton – BRASILE (34 anni, da 9 in Italia, parrucchiere)

Nel tuo paese, come sono considerati gli omosessuali?

In Brasile c’è molta ipocrisia sull’argomento, credo sia colpa della chiesa cattolica. Tutti sanno dell’esistenza delle persone omosessuali, la gente le ignora e pensa «lo facciano pure, ma meglio se a casa loro». Farsi vedere in atteggiamenti ambigui o dichiararsi omosessuale non è una idea molto accettata, soprattutto fra chi ha più di trent’anni.

Pensi che il comportamento della gente cambi quando viene a sapere del tuo orientamento sessuale?

Sì. La cosa che mi dà più fastidio è la menzogna. Quando qualcuno mi guarda e mi dice «non ho nessun problema con quelli come te», ma poi non mi rispetta.

Hai mai vissuto esperienze di discriminazione omofoba?

Mi è capitato di assistere ad episodi di bullismo da parte di ragazzini, quelli un po’ allo sbando, sempre in piazza senza nulla di preciso da fare.

Quanto ritieni l’essere gay abbia influito nelle tue scelte di vita?

È cosi parte di me che non saprei dire se ha influito in tutto o in niente. Il mio orientamento sessuale è parte del mio carattere.

Nel corso degli anni, ti sembra che l’atteggiamento della società verso il mondo LGBT sia migliorato o peggiorato?

Credo che, come molte altre cose, si vada in due direzioni opposte: un 60% della società civile sta migliorando molto e sta imparando a integrare gli omosessuali, ma diciamo un 40% è rimasto indietro e sta diventando aggressivo, oltre che intollerante.

Cosa pensi andrebbe fatto nel tuo paese per migliorare la situazione degli omosessuali?

Il Brasile ha già fatto molte cose giuste: le leggi per tutelare contro le aggressioni, le leggi per tutelare le coppie, il matrimonio e l’adozione… credo che si inizi già a vedere il risultato. Il problema più grande da affrontare ora è quello dei media, in cui ancora l’immagine dei gay viene associata a quella dei pagliacci, dei burattini, dei comici.

Ritieni che sia giusto sabotare i Giochi Olimpici Invernali di Sochi 2014 per protesta contro le leggi omofobe recentemente ratificate dalla Russia? 

Io già non uso prodotti che vengono dalla Russia e trovo giusto sabotare Sochi 2014, perché i Giochi Olimpici sono nati per promuovere l’interazione fra i paesi e la pace, la fratellanza fra persone di diverse religioni, nazionalità, colore, sessualità… Gli omosessuali sono essere umani esattamente come gli etero, quindi mi chiedo: che senso ha svolgere i Giochi in un paese che non rispetta i diritti umani?

Serena Avezza
@twitTagli

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