
Tentiamo in questo post una top ten delle migliori sigle dei cartoni animati.
È un’operazione intellettualmente assurda, lo sappiamo: perché i criteri non possono essere oggettivi; perché l’emotività del ricordo la fa da padrone, e infatti queste sigle sono praticamente tutte racchiuse in meno di dieci anni di storia; perché manca un sacco di roba non dico da top ten, ma proprio da podio (Holly & Benji, Mila & Shiro, I Puffi, Belle e Sebastien e chissà quante altre sigle).
Epperò eccoci qui. Speriamo di avervi fatto ricordare qualche momento magico della vostra infanzia.
PRIMO POSTO: GALAXY EXPRESS 999
Il manga è del 1977, il cartone animato è del 1978. Un capolavoro a tutto tondo, sigla completa. Misterioso, alienante, sognante. Ecco la versione originale di “Fantasy” degli Oliver Onions. Ricordate il film “Bomber”, con Bud Spencer?
SECONDO POSTO: CAPITAN HARLOCK
Altro cartone del 1978, meraviglioso come la sua sigla, tratto da un manga del 1976. Il fascino di questo cartone non è sminuito da qualche recente (e secondo me fastidiosa) strumentalizzazione politica.
TERZO POSTO: LUPIN TERZO
La Francia degli anni ’50, ma per la verità la Francia senza tempo, per me, da bambino, era questo valzerino francese che faceva da sigla a Lupin III.
QUARTO POSTO: POLLON
Uno dei non molti cartoni la cui sigla non è, a mia memoria, mai cambiata. Una Cristina d’Avena in gran forma per una sigla davvero geniale.
QUINTO POSTO: PINOCCHIO
Se il valzer di Lupin era per me la Francia del novecento (romantica, serena, gaudente), questa sigla era la versione in parole e musica dell’angoscia dell’Italia dell’ottocento (deamicis-collodiana, con la miseria e la fame appena fuori dalla porta di casa, un reddito medio da Bolivia, l’educazione severa e le catapecchie illuminate da mozziconi di candela). A distanza di quasi trent’anni, resta tuttavia un valore evocativo innegabile.
SESTO POSTO: L’UOMO TIGRE
I potentissimi “Cavalieri del Re” cantano quest’altrettanto potente canzone.
SETTIMO POSTO: LADY OSCAR
Il titolo originale del cartone, “Berusaiyu no Bara”, letteralmente “Le Rose di Versailles”, è bello come il secondo verso di un haiku. Sono quasi sicuro di aver sentito, in passato, una versione della sigla interpretata da Branduardi: ma non sono riuscito a trovarla su TouTube.
OTTAVO POSTO: LA STREGA BIA
Non poteva non essere rappresentato il filone della magia di ispirazione nonsense-surreale, più anziano di una generazione cartonistica rispetto a quello subito successivo, di ispirazione sentimental-adolescenziale.
NONO POSTO: KEN IL GUERRIERO
“Gli avvoltoi sulle case sopra la città” è potenza pura. Come Beethoven. Come un riff metal.
DECIMO POSTO: LO SPECCHIO MAGICO
Ancora un cartone e una sigla del filone magico-surreale. A cantare, ispiratissimi ed eclettici, ancora i Cavalieri del Re.
Andrea Donna