Sul Cammino di Santiago fischiettando l’Internazionale: Fuori dal Cammino

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27-28 agosto 2010, Porto

Porto è molto diversa da come ce l’aspettavamo, è molto più giovane ed europea di Lisbona, soprattutto la zona in cui è situato il nostro ostello, una zona universitaria. Però stiamo facendo fatica a rientrare nella modalità «vacanza normale»: come dice Lore è come se dovessimo riprenderci dal fuso orario.

Ieri sera ci siamo fatti un piattone di pasta in ostello e poi abbiamo fatto un giro ma non eravamo troppo carichi, credo che si debba anche smaltire un po’ di stanchezza e tossine, soprattutto delle ultime due tappe. Ieri ho anche provato ad andare a correre ma le gambe proprio non andavano, anche perché qui è difficile un metro di strada che non sia in salita o sui sanpietrini. Oggi proviamo a fare i turisti comuni, vediamo se ci passa il mal di Cammino.

30 agosto 2010, Porto

Dopo un po’ di tempo necessario a smaltire lo stordimento da Cammino, Porto ci ha conquistati. È una città bella e strana, come i suoi abitanti, fantastici ma enigmatici. Sono totalmente differenti dagli abitanti di Lisbona, molto più intraprendenti, spigliati, operativi.

Sembra poi di essere in un altro continente rispetto alla Spagna, qui quasi tutti parlano inglese e molti parlano tre o quattro lingue. I locali, i trasporti e in generale le infrastrutture sono innovativi e molto «internazionali». Tutto questo però va associato ad uno stranissimo e direi atavico, comportamento personale dei cittadini che oserei definire provinciale.

Sabato sera fino all’una di notte c’era poca gente in giro, poi ha iniziato ad essercene molta in giro ma pochissima nei locali (nei quali c’erano quasi solo turisti); gli autoctoni tendono a stare fuori tra di loro, in piccoli capannelli. Ma la cosa che mi ha più impressionato è stata la domenica. In una città dal respiro internazionale, piena di turisti in questo periodo dell’anno, il novanta per cento degli esercizi commerciali, dai negozi di suovenirs ai ristoranti, sono rigorosamente chiusi! E non dico in periferia, ma nelle zone più centrali. La trovo una cosa inconcepibile, trovo assurdo che sia tutto chiuso la domenica e tutto aperto il lunedì mattina… Stranezze che si scoprono viaggiando in diversi paesi.

Qui si chiude la nostra vacanza, viste le emozioni vissute sembra sia durata un secolo. Mi ha caricato molto; da domani si ricomincia tutto con nuovo slancio, ho pensato e riflettuto molto in questi giorni ed alcune cose mi sembrano molto più chiare.

Come diceva Giorgione: AL LAVORO E ALLA LOTTA!

Domenico Cerabona
@DomeCerabona

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