“Spielberg ha ucciso un triceratopo!”: Internet nell’era del cretino globale

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«Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione».
Potremmo liquidare così, citando la prima legge fondamentale della stupidità formulata dal professor Carlo M. Cipolla, la sconcertante e, dal punto di vista darwiniano, umiliante notizia delle 30 mila e più persone che sui social network hanno scambiato il regista Steven Spielberg per un bracconiere e il triceratopo meccanico di Jurassic Park per il suo trofeo di caccia.

Potremmo fermarci qua e ridere fragorosamente di quella massa di creduloni che si aggirano per il web. O magari potremmo spingere oltre le nostre ambizioni canzonatorie e organizzare una cena dei cretini virtuale, prendendo spunto dall’omonimo e spassosissimo film francese del 1998 in cui un gruppo di amici invitava per cena un cretino a testa per poterlo deridere e divertirsi alle sue spalle. In fin dei conti, il principio su cui si regge il film non è molto diverso dallo scherzo orchestrato dall’americano Jay Branscomb, il mattacchione che ha caricato su Facebook la foto di Spielberg in posa sul set con il suo dinosauro spacciandola per lo scatto narcisistico – e, dunque, molto adeguato ai tempi che corrono – di uno spregevole cacciatore di frodo.

Potremmo farlo, nessuno ce lo impedisce, però chi ha visto La cena dei cretini sa anche che aver a che fare con un cretino può comportare conseguenze imprevedibili. Infatti, come ci ricorda il professor Cipolla, «la persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista», non solo perché nuoce a terzi senza ottenere alcun vantaggio per sé, ma anche perché il suo potenziale nocivo viene sempre sottovalutato.

Sia chiaro: i cretini esistono da tempi immemori e nessuno (nemmeno il sottoscritto) è immune a qualche cretinata occasionale, che, anzi, si potrebbe persino considerare come una comprensibile valvola di sfogo a una vita che altrimenti rischia di essere troppo monotona nella sua razionalità. 
Fingere di essere cretini può infatti regalare gioie inaspettatamente appaganti: alcuni, ad esempio, hanno retto il sacco all’ideatore della burla, dando l’impressione di abboccarvi, e hanno così generato un esilarante qui pro quo planetario in cui sono cascati molti giornalisti, improvvisamente incapaci di distinguere chi era realmente cretino da chi, invece, fingeva soltanto di esserlo. Ma questo, ovviamente, si può fare a una sola condizione: «se sei intelligente puoi fare il cretino, ma se sei cretino non puoi essere intelligente», direbbe Woody Allen.
Come vedete, quindi, non ho preconcetti nei confronti del singolo cretino o della singola azione cretina. Tutti – si potrebbe addirittura sostenere – hanno il sacrosanto diritto di essere cretini, ci mancherebbe.

Il fenomeno assume, tuttavia, proporzioni di una certa rilevanza quando i cretini seriali prendono possesso della scena pubblica e spargono il seme dell’imbecillità al resto del globo. Visto che la forza dei cretini, come scrivono Fruttero e Lucentini ne La prevalenza del cretino, è «in primo luogo brutalmente numerica», Internet si è facilmente tramutato nel loro regno incontrastato, un immenso palcoscenico di esibizione (altro che America’s got talent) in cui dalla loro stupidità individuale e privata discendono purtroppo guai collettivi e pubblici.

Il cretino postmoderno, infatti, quello che diffonde castronerie in rete, è molto più pericoloso dei suoi predecessori, perché si camuffa sotto le spoglie del cittadino indignato, del certosino setacciatore di presunte notizie occultate, dell’utente onesto la cui unica ambizione è condividere con gli altri i propri sentimenti senza macchia. Dicerie, bufale, leggende metropolitane, teorie del complotto si sprigionano senza freni inibitori in pochissimo tempo, ed è spesso arduo non solo arrestarle ma anche risalire alla loro origine.

Ad esempio, alcuni siti di informazione (alcuni dei quali si definiscono proprio tali, esibendo evidentemente una forma molto sofisticata di autoironia) per qualche ora hanno pubblicato la foto incriminata di Spielberg e del suo rettile erbivoro del Cretaceo riportando a margine un breve testo in cui il celebre regista hollywoodiano diventava un certo John Bekly, un uomo di 51 anni che, presentatosi all’inesistente Jurassic Medical Institute di San Francisco, ha ucciso con dieci colpi di fucile l’ultimo triceratopo vivente.
La bufala si fa perciò più elaborata, e così, all’inevitabile codazzo di cretini che cascano nella trappola, si aggiungono tutti quelli che per ingenuità e/o per pigrizia accettano di credere in una notizia solo perché è stata pubblicata su Internet.

Nel film Sesso e potere Robert De Niro è uno spregiudicato membro dello staff del presidente americano che, per distogliere l’attenzione dei cittadini da uno scandalo sessuale che comprometterebbe la rielezione del comandante in capo, arruola un produttore cinematografico, interpretato da Dustin Hoffman, allo scopo di inscenare una finta guerra con l’Albania. «Certo che c’è una guerra», dice a un certo punto De Niro, con artefatta ostentazione di innocenza, a un agente della Cia che tenta di ostacolarlo. «L’ho vista alla tv».
Era il 1997. Oggi, però, non è più la televisione ad arrogarsi la pretesa di stabilire un’equivalenza fra notizia e verità, ma Internet. “L’ho letto su Internet, quindi dev’essere vero”, è il ragionamento di molte persone, e non importa quanto una notizia possa apparire inverosimile. «Le grandi masse di una nazione […] cadono più facilmente vittime di una grande bugia piuttosto che di una piccola», diceva Adolf Hitler, uno che i cretini purtroppo sapeva bene come accalappiarli, anche se ammetto che citare Hitler non è mai il massimo dell’eleganza.

Cosa ci riserverà, dunque, quest’era della sospensione dell’incredulità, in cui tutti sembrano credere a qualunque cosa? Speriamo che il futuro non sia quello immaginato da un’altra pellicola che affronta il tema dei cretini, il dissacrante Idiocracy. Il film descrive un avvenire demenziale e distopico allo stesso tempo: gli uomini, infatti, sono ormai diventati così cretini che stanno per estinguersi (irrigano i campi con una bevanda energetica invece che con l’acqua). 
Li salva un americano medio del 2005, risvegliatosi da un esperimento di ibernazione dell’esercito. Il rischio, insomma, è che i cretini di oggi non siano nulla in confronto ai cretini di domani.

Jacopo Di Miceli
@twitTagli

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