Poche balle, se le elezioni fossero state un bagno di sangue per il PD, tutti i critici si sarebbero affrettati nel dare una ‘lettura nazionale’ al risultato locale.
Invece il PD ha tenuto mentre i suoi avversari o non hanno sfondato (come il PDL) o sono crollati (come il M5S) e quindi nessuno degli oppositori (anche interni al PD) vuole riconoscere un valore politico e nazionale a questa tornata elettorale.
Però se aggiungiamo al risultato delle amministrative il clamoroso flop del referendum di Bologna sul finanziamento degli asili privati – è andato a votare solo il 28% dei cittadini dimostrando che l’argomento non era in cima ai pensieri di chi vive sotto le due torri – il cui comitato era presieduto da RO DO TÀ, possiamo arrivare a trarre un’indicazione piuttosto chiara: chi diceva che il governo delle larghe intese e i 101 che non hanno votato Prodi avrebbero fatto scomparire il PD, ha preso una bella cantonata.
E a poco serve il goffo tentativo di fare i più realisti del re, dicendo che ‘ha vinto il lavoro del territorio’. Tutto si può dire di Ignazio Marino – per fare l’esempio più clamoroso – ma certo non si può dire che sia espressione del PD romano, lui che è genovese da poco eletto senatore in Piemonte… Né si può paragonare questa tornata amministrativa a quella del 2008, soprattutto non in termini di affluenza. Nel 2008 infatti si votava lo stesso giorno anche per le politiche il cui effetto traino è sempre molto forte, soprattutto sull’affluenza.
Inoltre va assolutamente ridimensionato il ‘fenomeno Rodotà’. Il costituzionalista, ex Presidente del PDS, sarà certamente autorevole ma in quanto a presa popolare deve rivedere i suoi ‘sogni di gloria‘. Un aspirante punto di riferimento nazionale che “ci mette la faccia” e fa un flop deve fermarsi a fare due conti…
Secondo me invece si può dire che l’elettorato ha capito che il PD, scegliendo di dare retta a Napolitano, formando il governo Letta insieme al PDL, ha fatto l’unica cosa possibile per cercare di risolvere qualcuno dei problemi del Paese.
Gli elettori invece hanno pesantemente punito Grillo per aver ‘congelato’ i suoi voti rendendoli sostanzialmente ininfluenti: non era certo quello che si aspettavano gli elettori pentastellati.
Quindi credo si possa dire che il Governo delle larghe intese esce rafforzato da questa tornata elettorale, con buona pace di quelli che erano convinti di avere dietro di sé le masse e, come in una canzone di Gaber, scoprono di non avere dietro nessuno…
Domenico Cerabona
@DomeCerabona