Chi, come me, ama vedere dotti cattedratici e impettiti manager entrare di prepotenza in politica e schiantarsi contro il muro del consenso, avrà senz’altro accolto con gioia l’intervista rilasciata da Corrado Passera ai microfoni di Mix24.
È antropologicamente interessante osservare la “discesa in politica” di personaggi come Passera che, forti di successi al di fuori della politica, pretendono di veder stesi i tappeti rossi non appena manifestano l’intenzione di occuparsi della cosa pubblica.
Il banchiere e manager entra in politica da tecnico (moderno modo per definire “il politico presuntuoso che non sa niente di politica”) voluto dal Tecnico Monti.
Sono due anni noiosi; il “super Ministro” – a lui sviluppo economico, infrastrutture e trasporti – gioca un ruolo secondario, qualcuno dice per incompetenza, altri per eccesso di tattica.
Se non ha giocato di tattica allora, l’ha senz’altro fatto alla vigilia delle elezioni del 2013, quando con una nota annuncia che non si candiderà nella coalizione “Con Monti per l’Italia”, scaricando il Tecnico e la sua Agenda. Convinto di aver cancellato agli occhi degli italiani due anni di riforme (?) lacrime e sangue, Passera vuole ricominciare da zero.
E quindi si fa la prima, fatidica, domanda: “Embè? ‘ndo sto?”. Quattro anni da AD all’Olivetti ti insegnano a ragionare in fretta, e Passera ha pronta risposta: “Dove ti conviene, Corrado”.
E qual è il modo migliore per sondare l’elettorato, alzare il ditino, sparare a zero sull’operato altrui e contarsi, se non attraverso la creazione di un “movimento politico”?
Nel febbraio del 2014 Passera lancia “Italia Unica” con annesso manifesto e tutte quelle altre cose vaghe che ti permettono di appostarti silenzioso in attesa di coprire uno spazio politico. Qualunque, ovviamente.
Corrado – quattro anni da AD di Banca Intesa te lo insegnano – è uomo razionale, e va per esclusione. L’elettorato grillino lo scarto; non sono giovane, non sono nuovo, non urlo, so qualcosa di economia, sono rispettoso, non faccio circo: ai loro occhi non sono credibile.
Quel cafone di Renzi è troppo in auge, e mi ha rubato lo spazio che preferivo; è un gran peccato ed anche una scorrettezza, perché io l’avevo prenotato già nel 2013; c’è poco da fare: “Passera Democratica” non la posso fondare.
I leghisti stanno messi male, se proprio devo resuscitare delle carcasse, tanto vale ridare vita a quella centrista lasciata da Monti.
No, si può trovare di meglio. Io cerco qualcosa di più figo, un bacino elettorale più ampio, che magari faccia capo ad un leader stanco e un po’ vecchio… qualcosa tipo… Forza Italia!
Torniamo così all’intervista a Mix24, che è al contempo punto d’arrivo di un percorso di individuazione del bacino elettorale e punto di partenza di un progetto di ricerca del consenso dell’elettorato or ora selezionato.
Segue un’escalation di banalità:
- critica a Renzi, che non rispetta il merito e non sa fare squadra (leggi: Renzi non è capace, popolo del PD, dai un occhio anche a me; e tranquillo Alfano, io so fare squadra);
- stoccata ai ministri PD (Padoan, Madia, Boschi e Poletti);
- stoccata al governo di cui ha fatto parte, partendo da un j’accuse all’ex ministro Giulio Terzi e sul caso Marò – la parola “Marò” andava pronunciata e lui l’ha piazzata così, originale;
- stoccata a Marchionne (leggi: io ho un passato da manager ma conosco il valore della patria, ve lo dimostrerò) e chiude in bellezza.
E che bellezza. Passera sa che l’elettorato a cui punta a volte è un po’ duro, e non vuole lasciare spazio ad interpretazioni: “Sarò il nuovo Berlusconi, ma in meglio. C’è un grande mondo da quella parte che non ha trovato soluzione alle cose che si aspettava e alle quali si può rispondere” (leggi: rileggi).
Cita saggiamente Berlusconi, evocando una sorta di passaggio di testimone, e si appresta al cammino verso “Forza Passera”.
La scalata a “Forza Italia” è del tutto impraticabile, dicono sia un percorso Fitto di insidie.
Cari amici, godiamoci questi brevi momenti di ilarità, consci del fatto che è una questione di tempo. Poi, lapalissianamente, tutto Passerà.
Francesco Cottafavi
@FCPCottafavi