Qualcuno ha sentito le influencer femministe pronunciarsi sulla riforma Cartabia della giustizia?
Qualcuno le ha sentite preoccuparsi dell’articolo 8, che avrebbe consentito l’estinzione del reato di violenza sessuale a fronte di un risarcimento?
Qualcuno le ha sentite battagliare sul pericolo che i processi per violenze sessuali si stralciassero per improcedibilità dopo due anni in appello, prima che la trattativa con i 5S escludesse questi reati, insieme a mafia e terrorismo, dalla tagliola?
Qualcuno le ha sentite opporsi all’inclusione fra i reati “tenui” di revenge porn, stalking e costrizione al matrimonio?
Qualcuno le ha sentite gridare allo scandalo per l’ammissione di molti reati di cui sono vittime le donne, come lo stupro, nell‘istituto del concordato in appello, che consente all’imputato di accordarsi in appello con il pm sullo sconto di pena – un aspetto che violerebbe la Convenzione di Istanbul, sì, proprio quel trattato internazionale contro la violenza sulle donne e la violenza domestica da cui si è tirata fuori la Turchia di Erdogan?
Qualcuno le ha sentite allarmarsi per lo scenario della ritrattazione delle querele per violenza sessuale, finora irretrattabili perché il ritiro della querela espone le donne a ricatti e minacce – nonostante la Convenzione di Istanbul vada nella direzione opposta e prescriva che i reati per violenza sessuale siano procedibili per ufficio?