
Immaginiamoci tra vent’anni. O trenta, quando saremo ormai ad uno statistico 60% della nostra esistenza. Magari molti di noi avranno anche dei figli, che a scuola studieranno il giudizio della storia su questi marcissimi vent’anni di politica italiana.
Vent’anni di marcia e corrotta decadenza di una classe dirigente dedita a crapule e furti alle spalle dei cittadini. Quello che però i nostri figli non studieranno, è l’aspetto comico della vicenda: la forza di Archimede che spinge un po’ più in su il sasso del nostro Paese senza per questo impedirgli di affondare, ma rendendo il nostro inesorabile declino, molto più divertente.
Apparentemente fare satira in Italia è come sparare sulla Croce Rossa, tanto che persino all’estero la nostra politica è diventata una preziosa fonte da cui comici e autori di satira attingono ilarità da distribuire al pubblico. Qualche esempio?
- “Bene, e ora parliamo dell’Italia: la mania globale di manifestare contro dei terribili stronzi [era la primavera araba, NDA] ha raggiunto Roma, Milano e Torino, uno spettacolo emozionante. Ma chi è lo stronzo in questione? Beh, si tratta di quest’uomo: Silvio Berlusconi. Se non sapete chi è, praticamente è un pene eiaculante con un primo ministro italiano attaccato dietro“.
(Charlie Brooker) - “Pare che il primo ministro italiano Silvio Berlusconi sia a Washington in questi giorni. L’hanno visto uscire da uno strip-club, quindi è lui sicuramente, perciò… buona fortuna se cercate una prostituta“.
(David Letterman)
Eppure il mestiere dell’autore satirico in Italia non è così facile come sembra: è complicato in effetti fare battute che siano più divertenti della realtà stessa. Per non parlare della difficoltà di tenere il passo coi tempi.
Tre anni fa, nel 2009 si facevano battute sullo “scandalo” D’Addario. Pensate, a quei tempi sembrava scandaloso che Berlusconi frequentasse una Escort, e pure maggiorenne.
In meno di tre anni abbiamo dovuto ricalibrare tutti gli standard dell’umorismo, e ancora siamo annaspanti dietro le notizie che vengono fuori dalla villa di Arcore (Minetti che balla la lap-dance vestita da suora, prostitute brasiliane travestite da Obama o da Ilda Bocassini, statuette di Priapo).
Anche la satira sui vassalli politici del CaiNano spesso non riesce a stare dietro alla realtà: persino una certezza solida come la propensione a leccare il culo di Emilio (Umilio) Fede, viene spazzata via dall’arrivo di ben più preparati professionisti del mestiere (di leccaculo), come Scodinzolini.
Eppure, in tutto questo continuo mutamento caricaturale del panorama italiano, ogni tanto qualcosa rimane. Poche perle politiche, spesso così enormemente, grottescamente idiote, da non aver bisogno di battute al contorno.
Dichiarazioni assurde, irreali, ridicole, eppure dette con tale faccia di bronzo da trovare persino qualcuno disposto a prenderle per buone. E allora vediamole, queste perle; scaliamo questa classifica, questa top-ten, questo “best of” dello stupidario della politica italiana. Risate garantite.
10) Al decimo posto, prima apparizione in scena del grande protagonista: proprio lui, il cavaliere in persona. Al Tappone, o se preferite il CaiNano. La prima perla (tra le migliaia) che ci piace ricordare appartiene alla particolare categoria “Lapsus Freudiani“.
Anno 2009, conferenza stampa, Silvietto ricorda alla platea come lui sia il più grande perseguitato della storia da quando esiste la magistratura.
In preda alla verve dell’arringa, dichiara testualmente quanto segue: “Ho dovuto subire più di duemila udienze, […] e ho dovuto spendere più di duecento milioni di euro per pagare le consulenze e i giudici“.
Prego scusi?!
Il cavaliere è lesto a correggersi, e precisa “gli avvocati“, ma mentre la conferenza stampa prosegue, un inquietante interrogativo rimane sospeso nell’aria: cosa avrà voluto dire?
9) Al nono posto si piazza una delle figure più astute dell’entourage berlusconiano. Il prolungamento intelligente di Silvio, l’avvocato Niccolò “Mavalà” Ghedini.
Detto anche “il bell’uomo” e “l’avvocato del cavolo“, dopo aver mancato di un soffio l’ingresso in classifica con la sua celeberrima uscita dell’ “utilizzatore finale”, e con i suoi “mavalà”, l’onorevole Ghedini – deputato del Pdl – raggiunge la top ten con una frase da Oscar: “Non è casuale che l’avvocato che difende Zappadu sia un eurodeputato dell’Italia dei Valori. C’è una doppia veste – avvocato e parlamentare – che non si dovrebbe confondere”.
Mentre il pubblico lo guarda a metà tra l’incredulo e lo sbalordito, lui conquista l’ingresso in classifica e il premio speciale della giuria come miglior faccia di tolla mai vista nell’universo.
8) All’ottavo posto incontriamo la prima donna della nostra classifica – sebbene sul termine “donna” si sia creata polemica, in quanto trattasi di organismo vivente apparentemente basato sul polietilene tereftalato (PET) invece che sul carbonio.
Parliamo ovviamente di Daniela “non l’ho mai data a Berlusconi, ma in compenso l’ho data a Sallusti” Santanché.
Dotata di una sottile e moderata dialettica, seconda in italia solo a quella di Vittorio Sgarbi, la Santanché è stata negli anni la principale incaricata del partito ad assolvere l’ingrato compito di andare ad Annozero per essere puntualmente bersagliata in mondovisione.
Ci ha deliziati negli anni con numerose perle. Ricordiamo ad esempio la protervia con cui mostra una foto di un comizio dell’allora candidato sindaco di Milano, Pisapia, sostenendo che tra il pubblico sventolavano le bandiere di Hamas: tempo mezz’ora e le spiegano che quella è la bandiera di Freedom Flottilla, e che l’ha disegnata Vauro Senesi (epic fail…).
Ma la vera ragione della sua presenza in classifica è il suo sarcastico commento rivolto a Vittorio Zucconi di Repubblica, ospite proprio ad Annozero, in collegamento dalla Casa Bianca: “Lei è proprio bravo se l’hanno premiata mandandola a New York“.
Purtroppo le spiegheranno che la Casa Bianca si trova a Washington, e che lei ha appena ridefinito il concetto di figura di merda, ma questo suo exploit è sufficiente a farla entrare in top ten (anche se meriterebbero di essere ricordate anche le sue strenue difese delle Olgettine, insultate dai giornalisti che le chiamavano “prostitute”, quando erano ragazze “colpevoli solo di aver venduto il proprio corpo“… ah beh, allora…).
7) Al settimo posto assistiamo al ritorno della categoria “Lapsus Freudiani“. Il protagonista questa volta è un onesto integerrimo servitore dell’antistato: Marcello Dell’Utri.
In una delle sue più celebri apparizioni televisive, Marcellino spiega come mai i giudici ce l’hanno con lui, e dichiara al conduttore quanto segue: “È chiaro che io purtroppo, essendo mafioso…“. Poverino, costretto a subire queste angherie dalla magistratura, solo per il fatto che è mafioso.
Naturalmente anche lui è lesto a correggersi “eh sì, essendo mafioso, volevo dire… essendo siciliano…“, ma nel suo caso l’ingresso in classifica è quasi un premio alla carriera: si va da dichiarazioni celebri (“la mafia non esiste, è un modo di essere“, “Mangano è un eroe” etc.), fino a interviste meno note, come quella al Fatto Quotidiano in cui dichiara serenamente a Beatrice Borromeo di essere entrato in politica per sfuggire al carcere, per terminare con le scempiaggini riguardanti i diari di Mussolini (ovviamente falsi) a seguito della lettura dei quali riesce a dire anche che Benito ha perso la guerra perché era troppo buono.
Quest’uomo è un florilegio di confessioni criminali spacciate per opinioni politiche. Citando Montanelli: “Dell’Utri è un uomo colto… sul fatto“.
6) Il sesto posto è stato assegnato d’ufficio dalla giuria ad un personaggio tristemente famoso per frasi molto poco divertenti, e spesso rivoltanti: Mario Borghezio.
Protagonista di uscite agghiaccianti e stomachevoli (ricordiamo solo recentemente la difesa del genocida Mladic e dell’attentatore estremista Breivik), gli viene assegnato il premio per due ottimi motivi:
- il primo è che ci sembrava ingiusto non includere in classifica almeno un rappresentante di un partito composto al 70% da razzisti e al 70% da mentecatti (con un solido 40% di membri che sono entrambe le cose), come è la Lega Nord;
- il secondo è che Borghezio, effettivamente è stato spesso il protagonista di notizie che ci hanno portato a ridere di gusto, ma lo ha fatto senza parlare.
Umilmente, con l’esempio, ha dimostrato a tutti i politici italiani cosa dovrebbero fare per renderci felici o, se non altro, per migliorarci l’umore della giornata: farsi malmenare.
Borghezio ci riesce per ben tre volte: prima con i No-TAV (il disinfettante per treni non basterà a salvarlo), poi con la polizia Belga, in occasione di una manifestazione neonazista non autorizzata, e per finire con la polizia svizzera, in occasione del suo tentativo di irruzione nella riunione del gruppo Bilderberg.
L’ingresso in classifica dunque, è più che meritato.
5) Il quinto posto vede rientrare in classifica Silvio Berlusconi. D’altronde sarebbe certamente riduttivo, con tutte quelle che ha detto nel corso degli anni, limitarlo ad un decimo posto; e d’altra parte lui è ubiquo.
La seconda sua esternazione che ci piace ricordare è una di quelle perle pronunciate sul grande palcoscenico internazionale. Interrogato al parlamento europeo sul tema delle leggi ad-personam, il CaiNano, dal momento che gli hanno spiegato che dare del Kapò a chi ti interroga non è troppo educato, opta per una differente linea difensiva: “Adesso basta, questa storia delle leggi ad-personam è falsa. Me ne sono fatte solo tre“.
Pubblico sconvolto: eh? Cos’è, funziona come con la marijuana, hai diritto ad un modico quantitativo per uso personale? Ma lui non rendendosi conto della bestialità appena detta, prosegue il suo discorso in pompa magna.
Naturalmente, questo è solo un piccolo omaggio alla genialità comica di Silvio in ambito internazionale… ci sarebbe ben altro, ma è giusto lasciar spazio anche ad altri personaggi.
4) Come Maurizio Gasparri, al quarto posto. Una colonna portante del campionato dei cretini: Gasparri, per chi non lo sapesse, è quello incaricato di dire pubblicamente le idiozie che i suoi compagni di partito si vergognano di pensare.
La perla che gli vale l’ingresso in classifica è la sua celeberrima arringa ad un magistrato negli studi di Ballarò, durante una puntata riguardante la proposta di legge sulle intercettazioni.
L’uscita del nostro, è la seguente: “Comodo eh, indagare con le intercettazioni… sono bravi tutti così, vero?“.
Comprensibile sconcerto dell’interlocutore, ma Gasparri non molla: “Comodo eh? Così i criminali confessano subito al telefono e non dovete fare le indagini come una volta“.
Non ho capito, e quindi? Non è sportivo? Viene a mancare quella bella competizione tra magistrati e delinquenti?
Pur dovendola omettere dalla classifica ci piace citare anche un’altra celebre uscita di Gasparri, questa volta da Bruno Vespa a “Porta a porta” (o Pompa a Pompa se preferite), dove quest’individuo dall’elettroencefalogramma concavo, dichiara testualmente quanto segue: “A volte il senato e la camera votano leggi che noi stessi che le votiamo non capiamo bene, nel senso che magari c’è l’articolo che sopprime il comma della legge del tale anno… insomma, leggere le leggi è uno sforzo evidente“. Andiamo bene…
3) Al terzo posto troviamo niente di meno che la santa laica Mariastella Gelmini, nota come “beata Ignoranza”. Certo non si può dire che la sua colossale opera di sistematica distruzione di tutto ciò che poteva esserci di intelligente nel sistema scolastico e universitario italiano sia molto divertente, ma Mariastella ha dimostrato di saperci fare fin dal primo giorno, quando si è scagliata contro le Università del meridione italiano, ree di distribuire promozioni troppo a buon mercato.
Nemmeno due ore dopo (il web non perdona), si scopriva che la fanciulla, di origini bresciane, aveva optato per dare l’esame da avvocato a Reggio Calabria.
Già questa sarebbe una figuraccia di rara proporzione, ma l’uscita che le vale la medaglia di bronzo è ovviamente un’altra. Primavera 2011, un esperimento scientifico tra il laboratorio del CERN di Ginevra e i laboratori del Gran Sasso sembra promettere risultati rivoluzionari.
Mary-Star Gelmini commenta a caldo la notizia: “Alla costruzione del tunnel tra il CERN ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro“.
La detonazione della cazzata va oltre ogni limite: 730 Chilometri di tunnel rigorosamente inesistenti, completamente inventati nel tentativo di mostrarsi a conoscenza di un progetto scientifico di rilevanza planetaria, riuscendo a realizzare invece un Epic Fail di portata galattica.
Non che si pretenda che un Ministro dellIistruzione sappia che i neutrini attraversano la materia senza quasi interagire con essa… ma per intuire che l’esistenza di un tunnel di 730 Km è quantomeno improbabile, bastava pensarci un secondo.
D’altronde, chi l’ha mai pagata per pensare?
2) Al secondo posto, c’è ancora lui: Silvio Lolito Berlusconi. Star indiscussa di questi anni ilari, fa la sua comparsa in classifica per la terza volta: è record. Qui la sparata galattica è doppia, e viene portata avanti solo grazie ad una partner di eccezionale caratura: Ruby Rubacuori.
Maggio 2010: Silvietto telefona in questura per far rilasciare l’innocente principessina fermata per un furto di 5000 euro, robetta.
Non sapendo che stupidaggine addurre come motivazione, spara la prima che gli viene in mente: la donzella è nientemeno che la nipote di Mubarak.
Purtroppo il CaiNano viene scoperto dalle toghe rosse, e rischia di essere processato per concussione e, sembra, anche per prostituzione minorile, giacché parrebbe che la donzella non abbia i cinquantadue anni che dichiara, e di mestiere faccia “il culo“, come da lei stessa dichiarato nel tentativo di sbaragliare la concorrenza di un’altra maggiorata di 17 anni che di mestiere addrizza banane, Noemi Letizia.
Silvio non si fa scoraggiare: solleva il conflitto di attribuzione di fronte alla Corte Costituzionale, sostenendo che lui ha agito per interesse nazionale, realmente convinto che la fanciulla fosse la nipote di Mubarak. Certo, non è chiarissimo come facesse il presidente egiziano ad avere una nipote marocchina, ma sono dettagli: 314 voti in parlamento certificano la puttanata.
Tempo qualche mese, e Berlusconi, forse in preda all’Alzheimer, non ricordandosi quanto sostenuto fino a quel momento, spara la seconda cartuccia: “La pagavo perché NON si prostituisse“. BOOOOM !
Pagare una prostituta perché non si prostituisca: già da sola questa frase sarebbe dadaista, ma abbinata con la teoria precedente, diventa degna dell’umorismo demenziale alla Mel Brooks.
Logica vorrebbe che sia imposta una scelta: o è la nipote di Mubarak, o la pagava perché non si prostituisse.
Ma la logica è sopravvalutata: Berlusconi riesce a sostenere contemporaneamente entrambe le versioni, e dietro di lui tutti i trombettieri, trasformatisi per l’occasione in grotteschi incroci tra acrobati e clown. Medaglia d’argento e premio del pubblico, più che meritati.
1) Certo sembrerebbe che a questo punto Berlusconi sia inattaccabile dal punto di vista delle idiozie. Eppure a volte è negli uomini mediocri che si nasconde la scintilla del Genio. L’uomo mediocre in questo caso è Claudio Scajola: uno dei più stinti tra gli agglomerati di inutilità che circondano Silvio.
Quando i soliti magistrati comunisti scoprono che l’appartamento vista Colosseo di Scajola è stato pagato per tre quinti dall’imprenditore corrotto Anemone, il nostro eroe – dopo essersi ritirato una settimana in meditazione – se ne esce con una frase che entrerà nella storia: “Mi dimetto, poiché un ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata in parte da altri“.
Iniziale sconcerto: possibile che l’abbia detto sul serio? Non è che abbiamo capito male? Ha veramente detto che gli hanno comprato casa a sua insaputa?
Ma per non lasciare adito a dubbi, il buon Claudio insiste: “Se dovessi acclarare che la mia abitazione, nella quale vivo a Roma, fosse stata pagata da altri, senza saperne io il motivo, il tornaconto e l’interesse, i miei legali eserciteranno le azioni necessarie per l’annullamento del contratto di compravendita“.
Pubblico in delirio! La casa comprata a sua insaputa diventa il successo del millennio.
E dire che tracce di simile genialità in Scajola si erano già riscontrate molti anni prima quando, mentre era in carica come sindaco di Imperia, accompagnò il sindaco di Sanremo a prendere una tangente in Svizzera.
Arrestati sulla via del ritorno, l’imprenditore corrotto e il sindaco di Sanremo vengono condannati, Scajola viene assolto con la seguente motivazione: “poteva non essersene accorto“.
Una vita vissuta a sua insaputa: primo posto e medaglia d’oro delle stronzate. Essere ministro dell’Interno durante il G8 di Bolzaneto e passare alla storia per altri motivi, irraggiungibile.
Ecco, dopo questa piccola carrellata di storia patria, la mente torna all’ipotetico futuro di cui all’inizio, quando i nostri figli ci diranno che hanno studiato a scuola la miseria, la corruzione e il malcostume di questi anni. A quel punto credo che noi ci guarderemo l’un l’altro (tra amici, con un’ipotetica moglie, etc.) e diremo: “Però dai… ci siamo divertiti!”.
Luca Romano
@twitTagli
[Questo articolo è apparso sulla Pagina Facebook satirica “Io ho votato Barabba”]