Nella giornata di ieri la pagina Facebook Polizia di Stato – con tanto di bollino blu, “Facebook autentica questa pagina” – ha pubblicato il video ripreso dalle telecamere di sicurezza all’interno di una tabaccheria in un quartiere popolare di Torino.
È un video assai crudo, in cui si assiste per due minuti buoni ad un pestaggio ad opera di due malviventi ai danni di un tabaccaio non più giovanissimo.
Il video è accompagnato da una breve descrizione:
“Nel #video la violenta rapina in una tabaccheria di Torino, dove l’anziano titolare è stato ripetutamente picchiato e ferito con un coltello da due uomini che sono stati fermati, questa mattina, dai poliziotti del commissariato Dora Vanchiglia. Si tratta di immagini forti che potrebbero urtare la sensibilità di molti”.
Da qui, una prima semplice domanda: se si tratta di “immagini forti che potrebbero urtare la sensibilità di molti”, perché lo pubblicate?
Questo video non aggiunge nulla alla notizia “rapina in una tabaccheria di Torino, presi i responsabili”, posto che sia compito di una pagina Facebook dare informazioni giornalistiche.
Una domanda che, in assenza di un’apposita casella “messaggi privati alla pagina”, mi sono permesso di rivolgere nei commenti, senza ricevere per ora risposta.
Già, i commenti. A una superficiale e del tutto incompleta rassegna degli interventi, si possono apprezzare:
– Richieste di pena di morte, a bizzeffe.
– Apologia di fascismo e auspici di ritorno del Duce.
– Candidature da parte di diversi soggetti a risolvere la questione (“A questa gente ci penso io”).
– Invocazione della legge del taglione.
– Pretesa di un porto d’armi generalizzato per “difendersi da soli”.
– Accuse contro la magistratura che “lascerà liberi questi [segue insulto]”
– Anatemi etnici (“Questi sono di sicuro zingari/albanesi/rumeni/arabi”).
– Reazioni varie ed eventuali, in genere poco civili.
Nulla di tutto questo è stato censurato. Nel frattempo, il post in questione sta ricevendo una diffusione telematica molto superiore alla media della pagina: oltre 14.000 like, 50.000 condivisioni e 13.300 commenti in meno di ventiquattro ore. Numeri in rapidissima crescita.
Giova rilevare che gli ultimi 5 post hanno numeri complessivi nemmeno lontanamente paragonabili, e che la pagina il 9 gennaio contava (stando a una diapositiva celebrativa) 150.000 fan; tre giorni dopo registra un incremento di +20.000.
Sono molto curioso di conoscere gli insights delle ultime quattro ore per soddisfare un mio dubbio: quanto ha influito la pubblicazione di un video superfluo e violento in questo incremento – vi posso assicurare – del tutto anomalo?
Ma soprattutto: la pagina sfrutta un episodio di violenza per aumentare la propria viralità telematica?
A cosa serve diffondere questo video nel mare magnum di Facebook?
Umberto Mangiardi