Ormai vedo Salvini più di mia madre

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Ho come il sospetto che Matteo Salvini abbia un segreto da confessarci. Prima o poi mi aspetto di vederlo in qualche salotto televisivo mentre indossa un maglione con sopra la scritta “ubiquità” campeggiante come la “S” sul costume da Superman. Ma, siccome non credo che Salvini abbia sviluppato dei superpoteri, deve per forza esserci una spiegazione più razionale per giustificare la sua apparentemente soprannaturale onnipresenza in televisione.

Forse si tratta soltanto di una mia percezione, forse non è davvero sempre in televisione. Visto che avevo ormai radicato la poco piacevole impressione di vedere Salvini più di quanto veda mia madre, ho deciso di ricostruire le presenze mediatiche del segretario leghista nell’ultimo mese e mezzo. Eccone il prospetto, che non tiene ovviamente conto di tutti i servizi a lui dedicati nei programmi di informazione, né dei suoi interventi in telegiornali e radiogiornali:

16 ottobre
23.35 Porta a Porta, Rai 1

17 ottobre
9.10 Mattino Cinque, Canale 5
20.30 Iceberg, Telelombardia

18 ottobre
20.45 Che fuori che tempo che fa, Rai 3

19 ottobre
14.00 L’arena, Rai 1

20 ottobre
20.30 Otto e mezzo, La 7
23.00 Quinta Colonna, Rete 4

21 ottobre
21.15 DiMartedì, La 7

22 ottobre
8.40 La telefonata di Belpietro, Canale 5

24 ottobre
11.00 L’aria che tira, La 7

26 ottobre
14.00 Domenica Live, Canale 5
21.10 La Gabbia, La 7

27 ottobre
21.10 Piazzapulita, La 7

29 ottobre
9.10 Mattino 5, Canale 5
21.10 Le Iene, Italia 1

30 ottobre
8.30 Buongiorno Lombardia, Telelombardia
21.10 Virus – Il contagio delle idee, Rai 2

31 ottobre
12.00 Orario Continuato, Antenna 3

3 novembre
8.30 Agorà, Rai 3
20.30 Otto e mezzo, La 7
23.00 Quinta Colonna, Rete 4

4 novembre
9.45 Coffee Break, La 7

6 novembre
9.00 24 Mattina, Radio 24
21.10 Servizio pubblico, La 7

9 novembre
14.00 Domenica Live, Canale 5

10 novembre
23.15 Porta a Porta, Rai 1

11 novembre
8.00 Agorà, Rai 3
21.15 DiMartedì, La 7

12 novembre
8.45 Mattino cinque, Canale 5

13 novembre
23.15 Matrix, Canale 5

14 novembre
12.30 L’aria che tira, La 7

16 novembre
21.05 La Gabbia, La 7

18 novembre
21.05 Ballarò, Rai 3

19 novembre
8.30 Agorà, Rai Tre
23.40 Porta a Porta, Rai 1

20 novembre
21.10 Virus -Il contagio delle idee, Rai 2

21 novembre
8.40 La telefonata di Belpietro, Canale 5
22.40 Bersaglio mobile, La 7

24 novembre
8.00 Agorà, Rai 3
08.50 Omnibus, La 7
11.00 L’aria che tira, La 7
21.15 Quinta colonna, Rete 4
23.25 Porta a Porta, Rai 1

1 dicembre
8.10 RTL 102.5
22.30 Piazzapulita, La 7

2 dicembre
16.45 La vita in diretta, Rai 1
21.00 Ballarò, Rai 3

3 dicembre
7.10 Uno Mattina, Rai 1
8.00 Agorà, Rai 3
9.05 Radio anch’io, Rai Radio 1
20.30 Otto e mezzo, La 7

to be continued

Ok, devo riconoscere che non è soltanto una mia impressione. Salvini non solo è quasi quotidianamente in televisione, ma conquista anche vette superlative di apparizioni catodiche, come il 24 novembre, quando compare in ben 5 programmi su 4 diversi canali coprendo quasi tutte le fasce orarie, o come fra il 1° e il 3 dicembre, quando inanella un climax di ospitate, persino radiofoniche, quasi non fosse già sufficiente vederlo perennemente in qualsiasi luogo (persino mezzo nudo in edicola), ma bisognasse pure sentire la sua voce viaggiare sull’etere.
Suona un po’ come un inquietante avvertimento: “non sentitevi mai al sicuro, vi raggiungerò ovunque, anche mentre accendete la radio in automobile”.
Qualche smaliziato, poi, potrebbe sostenere che Salvini possa quanto meno faticare a conciliare la sua fittissima agenda televisiva con il suo compito di europarlamentare, ma non è il nostro caso. Non è questo l’obiettivo del nostro discorso.

I media ci stanno presentando Salvini come uno dei personaggi del momento, “l’altro Matteo”. Stando ai più recenti sondaggi, infatti, la Lega Nord è accreditata al 12,5%, una percentuale elevatissima se paragonata al 4%  delle elezioni politiche del 2013. In quanto “uomo di cui tutti parlano”, Salvini viene quindi invitato a presenziare nei talk show, e così, come in un’onda che si autoalimenta di tutta l’acqua che incontra trasformandosi alla fine in uno tsunami, la sua popolarità si accresce, inducendo i media a ospitarlo ancora e ancora. È un circolo talmente vizioso da risultare perverso.

Sono stati dunque i cittadini (o, meglio, i telespettatori) a pretendere di ascoltare le opinioni di Salvini, o sono stati invece i media a gonfiare il personaggio, perché con la sua verve polemica consente loro di fare audience? Ancora una volta, come accaduto in passato con Berlusconi, poi con Grillo e in ultima istanza con Renzi, la televisione ha scovato un nuovo filone d’oro da saccheggiare sino al suo esaurimento.

La tv tratta la politica come un prodotto che dev’essere venduto, ed è disposta a tutto pur di vendercelo, persino a sacrificare il pluralismo. Ma che cos’è la democrazia senza pluralismo? La sensazione, ed è una brutta sensazione, è che forse non siamo così liberi di scegliere come siamo portati a credere.

Jacopo Di Miceli
@twitTagli

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