Sarà il Museo Diocesano lo scenario della prossima mostra delle opere dell’artista torinese Roberto Demarchi. L’antologica sarà inaugurata il prossimo 15 settembre e sarà visitabile fino al 14 novembre, salvo proroghe. Lo spazio espositivo è collocato nella cripta della cattedrale torinese di San Giovanni Battista (il Duomo di Torino)
Si tratta di un atteso ritorno, per lo schivo e geniale astrattista torinese, dopo l’ultima esposizione dal titolo “Il Rinascimento ritorna”, risalente ormai a tre anni fa, nella storica sede fiorentina del Convitto della Calza: al Museo Diocesano si potranno ammirare sedici tavole, rigorosamente astratte e di grandi dimensioni, di tema veterotestamentario.
Sedici tavole di tema veterotestamentario
“La caduta di Lucifero”, “La creazione di Adamo”, La creazione di Eva”, “L’albero della conoscenza”, la “Cacciata dall’Eden”, “La torre di Babele”, “Abramo e la Fede”, Abramo sotto le stelle”, “Il sacrificio di Isacco”, “La scala di Giacobbe”, “Il profeta Elia”: ecco alcuni dei titoli. Il tema veterotestamentario è insieme immediato e metaforico, occasione per una riflessione in pittura sull’esistenza dell’uomo.
Sono, in definitiva, i temi della verità e dell’errore, del dubbio e della certezza
spiega, nella sua presentazione alla mostra, il professor Claudio Strinati.
Concetti astratti che la Bibbia ci permette di comprendere facendoli incarnare a personaggi veri e propri: Adamo, Eva, Abramo, Mosè, uomini e donne che raccontano delle storie riflettenti le istanze basilari del vivere e le aspirazioni più sublimi della Fede. Demarchi non rappresenta i personaggi ma ne rappresenta il significato spirituale e morale. I suoi quadri sono meditazioni visive in forma lirica ed epica al contempo. Estraggono una sorta di quintessenza del testo biblico e ce lo restituiscono attraverso vere e proprie visioni, non di ciò che è accaduto ma di ciò che è stato provato.
“Origine” è in realtà la prima di due mostre in programma: una seconda antologica – dal titolo “Salvezza” e dedicata al Nuovo Testamento, ideale prosecuzione della prima – è in previsione per il 2023.
Demarchi traccia, parafrasando ancora Strinati, pensieri in forma visiva, emendati da ogni connotazione aneddotica. Sono astrazioni – e il paradosso è solo apparente – concretissime. Questa è, d’altra parte, l’aspirazione ultima e costante dell’arte figurativa: si possono rappresentare in figura i concetti del Vero, del Buono, del Bello, del Giusto?
Una risposta, provvisoria ma convincente, la danno le sedici tavole di Demarchi presto in mostra in piazza San Giovanni 4 a Torino.
Mara Martellotta
Andrea Donna